La partecipazione in termini di
quantità è stata quindi positiva e la manifestazione è servita ad
unire e a rendere visibili tante realtà di lavoratori, lavoratrici
di cui si parla al massimo solo quando arrivano ai licenziamenti;
realtà che quindi insieme potrebbero essere una forza significativa
contro i padroni e la politica del governo ingannapopolo di
Salvini/Di Maio, se fosse indirizzata verso la lotta vera.
Ma, qui finiscono i fatti oggettivamente positivi e le potenzialità che ci potrebbero essere.
Le parole d’ordini, i cartelli, i
contenuti della manifestazione sono stati fondamentalmente basati
sulla richiesta di aprire un confronto con il governo
fascio-populista. Quindi una potenzialità che viene sprecata e
indirizzata nell’illusione che questo governo debba ascoltare, un
governo che bisogna innanzitutto combattere per rovesciarlo anche per il suo carattere illegittimo e anticostituzionale rispetto ai
diritti democratici e dei lavoratori e masse popolari.
Gli interventi, anche con toni duri
fatti dai leader sindacali, in particolare quello del nuovo
segretario della Cgil, Landini (ma anche la Furlan questa
volta si è lanciata addirittura nella difesa dei migranti e nella critica su questo al governo), al di là appunto dei toni sono stati di fatto un appello al governo a “guardare a questa piazza”.
volta si è lanciata addirittura nella difesa dei migranti e nella critica su questo al governo), al di là appunto dei toni sono stati di fatto un appello al governo a “guardare a questa piazza”.
La manifestazione è stata
“rinforzata”, dalle presenze del PD e sinistra parlamentare, che
non sanno dove “mettere bottone”, e usano le masse per il
tentativo di ripresa elettorale – con il PD che cerca di far
dimenticare di essere stato al governo fino allo scorso anno e di
aver fatto il jobs act contro i lavoratori, la legge Minniti contro i
migranti, ecc. ecc.
Ma la manifestazione di sabato scorso è
stata soprattutto (al di là del peso numerico delle presenze dei
rappresentanti del mondo imprenditoriale) l'ufficializzazione del
“patto per il lavoro”, dell’unità sindacati/padronato,
annunciata qualche settimana prima da Boccia e dai segreti di Cgil,
Cisl, Uil.
Questa unità vede un terreno in
particolare, quello della realizzazione delle Grandi opere, a partire
dalla Tav, su cui le posizioni di Boccia, delle aziende, di Landini,
della Furlan, della Uil vanno nella stessa direzione.
Sotto il caschetto giallo nel corteo
c'erano sia imprenditori che delegati e lavoratori.
I lavoratori diventano, e non è la
prima volta nella storia, una massa utile, di manovra per gli
interessi del padronato, della borghesia in genere. Alla fine, i padroni perseguiranno e
realizzeranno i loro profitti, i lavoratori realizzeranno
sfruttamento, a “termine”, salari sempre ridotti (salvo qualche
briciola in più ad una ristretta fascia di aristocrazia operaia -ma
sempre più ristretta oggi).
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