Il fumo sparso
a piene mani dal governo fasciopopulista sul sostegno al reddito “popolare” e
le chiacchiere arrabbiate dei padroni sul cosiddetto assistenzialismo nei
confronti di poveri e disoccupati, si dirada quando si vanno a leggere le
decisioni sui fondi destinati alle imprese. Come riporta il Sole 24 Ore, organo
della Confindustria italiana, del 6 febbraio, sono, secondo il titolo dell’articolo
“In arrivo incentivazioni e fondi per un
miliardo di euro”. L’articolo inizia in maniera allegra e secca: “Un
miliardo di euro di fondi pubblici
per il venture capital da investire
nelle startup innovative.” Punto.
Nella crisi
economica le “startup innovative”, cioè nuove aziende capaci di competere sul
mercato mondiale soprattutto attraverso un impiego potente e determinante della
tecnologia di ultima generazione, dovrebbero dare appunto all’economia una “spinta”,
che, come dice il giornalista, viene dal Governo! E infatti: “È questo il
nocciolo della manovra governativa che
prevede facilitazioni per i business
angel che investono nelle fasi pre-seed
e seed, le prime fasi di sviluppo
di un business che spesso ha rischi molto alti, ma anche fondi per l’accelerazione della crescita e sgravi per l’acquisizione da parte di grandi aziende che vogliono
investire in innovazione, moltiplicando così le possibilità di exit per le nuove aziende innovative
italiane.”
E infatti, il
giornalista riconosce che: “Nella manovra varata dal governo sono … numerose le
misure di sostegno, dai 110 milioni di euro (in sette anni) in capo al Ministero dello Sviluppo Economico [proprio quello nelle mani di Di Maio, ndr] per alimentare il ‘Fondo di sostegno al venture capital’ all’aumento dal 30 al 40% delle detrazioni fiscali per i soggetti che entrano nel capitale di rischio delle imprese innovative. Lo Stato, ed è forse questa la notizia più importante, potrà da oggi investire in maniera diretta o indiretta nei VC [che non sono i gabinetti all’italiana, ma quelli che chiamano Venture Capital, capitali che una volta investiti rischiano moltissimo perché le aziende possono fallire rapidamente, ndr]…”
misure di sostegno, dai 110 milioni di euro (in sette anni) in capo al Ministero dello Sviluppo Economico [proprio quello nelle mani di Di Maio, ndr] per alimentare il ‘Fondo di sostegno al venture capital’ all’aumento dal 30 al 40% delle detrazioni fiscali per i soggetti che entrano nel capitale di rischio delle imprese innovative. Lo Stato, ed è forse questa la notizia più importante, potrà da oggi investire in maniera diretta o indiretta nei VC [che non sono i gabinetti all’italiana, ma quelli che chiamano Venture Capital, capitali che una volta investiti rischiano moltissimo perché le aziende possono fallire rapidamente, ndr]…”
E in vista di
questo ben di dio i padroni spingono pure perché si facciano subito i decreti
attuativi: “Il primo punto critico è, inevitabilmente, quello dei tempi perché, se l’annuncio
fa ben sperare, sono già molti a chiedersi quanto tempo impiegheranno queste risorse per arrivare ai gestori…”.
I padroni nel loro linguaggio chiamano se stessi in tanti modi: imprenditori,
manager, datori di lavoro, business angel,
cioè angeli degli affari!, gestori… ma hanno bisogno come l’aria dell’“ancora”
del governo, cioè di chi ci mette davvero i soldi, che chiamano all’inglese,
così non si capisce: “anchor investor”
e cioè “gli investitori istituzionali
che sono necessari per far partire le operazioni dei fondi.”
Tutto questo
soprattutto nell’ottica della guerra economica, dello scontro con gli altri paesi imperialisti, perché come dice il
quotidiano dei padroni: “Il gap con i volumi di raccolta [dei fondi di capitale
di rischio, ndr] di Germania, Francia e soprattutto Regno Unito rimane infatti
decisamente importante…”
E anche il “muso
duro” di Di Maio nei confronti della Francia, per esempio, è il risvolto
politico di questo sfondo.
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