A Torino le cosiddette “forze dell’ordine” stanno andando fuori controllo, ma soprattutto fuorilegge (dovrebbero essere loro a tutelarla, per capirci…).
Quello che è accaduto ieri pomeriggio – documentato da un video – è decisamente indicativo.
Nel primo pomeriggio la polizia sale e carica sul tram per impedire ai compagni di andare al presidio davanti al comune contro lo sgombero dell’Asilo e la successiva repressione…
Risultato: hanno picchiato un ragazzo che chiedeva solo cosa stesse succedendo e hanno fatto scendere tutti gli altri passeggeri, tra cui una donna che si è incazzata e gli ha gridato: FASCISTI!
Per avere un’idea di come funziona l’informazione di guerra, ecco come riferisce l’episodio la “democratica” Repubblica:
Nuovo presidio anarchico contro lo sgombero dell’asilo occupato di via Alessandria: L’obiettivo questa volta era il municipio dove Chiara Appendino stava tenendo una conferenza stampa. Qualche decina di manifestanti dell’area anarchica torinese stava
cercando di avvicinarsi al Comune. Una decina ha cercato di farlo a bordo del tram ma sono stati fermati dalla Digos e dalla polizia in tenuta antisommossa, all’angolo tra via Milano e piazza della Repubblica che ha circondato il tram e fatto scendere una decina di persone. Una donna è stata fermata e portata via su una volante. È accusata di resistenza perchè ha reagito al controllo prendendo a calci e pugni gli agenti.
Proprio la stessa cosa che vedete in video, no?
Ma a tutto questo sembra esserci una spiegazione: Proprio ieri mattina, la “brillante operazione antiterrorismo” organizzata dalla procura torinese è sparita dalle pagine dei giornali dopo che il gip ha scarcerato tutti i fermati semplicemente perché non c’erano elementi per tenerli in galera.
Ne hanno parlato ancora per qualche ora solo Il Giornale – per farsi portavoce dei sindacati di polizia che invocano il reato di terrorismo di piazza – e il Manette Daily (noto agli ignari come Il Fatto Quotidiano) che intervista il professionista dell’emergenza infinita, Giancarlo Caselli, colui che trasformò un compressore bruciacchiato nel rapimento Moro del terzo millennio e smentito per ben tre volte in Cassazione.
(con i ringraziamenti a Frank Cimini per averci rammentato alcuni passaggi basilari)
Quello che è accaduto ieri pomeriggio – documentato da un video – è decisamente indicativo.
Nel primo pomeriggio la polizia sale e carica sul tram per impedire ai compagni di andare al presidio davanti al comune contro lo sgombero dell’Asilo e la successiva repressione…
Risultato: hanno picchiato un ragazzo che chiedeva solo cosa stesse succedendo e hanno fatto scendere tutti gli altri passeggeri, tra cui una donna che si è incazzata e gli ha gridato: FASCISTI!
Per avere un’idea di come funziona l’informazione di guerra, ecco come riferisce l’episodio la “democratica” Repubblica:
Nuovo presidio anarchico contro lo sgombero dell’asilo occupato di via Alessandria: L’obiettivo questa volta era il municipio dove Chiara Appendino stava tenendo una conferenza stampa. Qualche decina di manifestanti dell’area anarchica torinese stava
cercando di avvicinarsi al Comune. Una decina ha cercato di farlo a bordo del tram ma sono stati fermati dalla Digos e dalla polizia in tenuta antisommossa, all’angolo tra via Milano e piazza della Repubblica che ha circondato il tram e fatto scendere una decina di persone. Una donna è stata fermata e portata via su una volante. È accusata di resistenza perchè ha reagito al controllo prendendo a calci e pugni gli agenti.
Proprio la stessa cosa che vedete in video, no?
Ma a tutto questo sembra esserci una spiegazione: Proprio ieri mattina, la “brillante operazione antiterrorismo” organizzata dalla procura torinese è sparita dalle pagine dei giornali dopo che il gip ha scarcerato tutti i fermati semplicemente perché non c’erano elementi per tenerli in galera.
Ne hanno parlato ancora per qualche ora solo Il Giornale – per farsi portavoce dei sindacati di polizia che invocano il reato di terrorismo di piazza – e il Manette Daily (noto agli ignari come Il Fatto Quotidiano) che intervista il professionista dell’emergenza infinita, Giancarlo Caselli, colui che trasformò un compressore bruciacchiato nel rapimento Moro del terzo millennio e smentito per ben tre volte in Cassazione.
(con i ringraziamenti a Frank Cimini per averci rammentato alcuni passaggi basilari)
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