BRUCIA ANCORA LA TENDOPOLI DI SAN FERDINANDO
Stanotte alle 23.30 è scoppiato l'ennesimo incendio in tendopoli le cui
fiamme hanno bruciato molte baracche e ucciso una persona.
Ancora una volta l'ennesima tragedia annunciata, talmente ricorrente da sprofondare nell'ordinarietà. E davanti a questa strage continua c'è ancora chi pensa di poter giocare sulla vita di chi perde fratelli e sorelle ogni giorno. Che il dolore si trasformi in rabbia.
La polizia dello sciacallo Salvini era intervenuta contro i migranti pochi giorni fa
Ancora una volta l'ennesima tragedia annunciata, talmente ricorrente da sprofondare nell'ordinarietà. E davanti a questa strage continua c'è ancora chi pensa di poter giocare sulla vita di chi perde fratelli e sorelle ogni giorno. Che il dolore si trasformi in rabbia.
La polizia dello sciacallo Salvini era intervenuta contro i migranti pochi giorni fa
SAN FERDINANDO (RC): ANCORA IRRUZIONI DELLA POLIZIA E INTIMIDAZIONI VERSO CHI SI RIBELLA
Negli ultimi giorni la tendopoli di San Ferdinando è stata di nuovo teatro di minacce ed irruzioni da parte di polizia e carabinieri. Un abitante della tendopoli è stato raggiunto dalle guardie, accompagnate da chi nelle nuove tende tiene la scuola di italiano, e gli è stato nuovamente chiesto di parlare dei suoi presunti mandanti, di ‘quelli per cui lavora’, come se chi lotta ed è immigrato non possa prendere decisioni autonomamente ma abbia bisogno di una regia esterna. Per intimorire ancora, gli è stata ricordata la scadenza del suo permesso di soggiorno, salvo poi proporgli un posto in nuova tendopoli se si fosse comportato bene. La gravità di queste minacce ripetute nel tempo, volte ad intimorire e isolare chi lotta, si inserisce in uno scenario che si fa sempre più repressivo: ieri quattro macchine dei carabinieri hanno attraversato tutta la tendopoli, fotografando tutti gli oggetti e le persone presenti, senza possibilità di potersi sottrarre, e ai commercianti dei negozi è stato imposto di farsi fotografare individualmente. Nel frattempo, i carabinieri parlavano di sgombero e smantellamento della tendopoli entro un mese, pratica ormai molto frequente durante queste irruzioni e volta a intimare alle persone di andarsene. In questo clima di controllo e intimidazione costante, continuano i proclami istituzionali e le contraddizioni che questi si portano dietro: si continua a parlare di container, di terreni confiscati, di comitati, di integrazione e di tensioni sociali, ma l’unico risultato è che si alimenta da tutte le parti un conflitto tra poveri e le persone che rivendicano una casa continuano a rimanere nella situazione di precarietà in cui vivono da anni. Chi lotta non teme le vostre minacce e odia le vostre bugie!
Negli ultimi giorni la tendopoli di San Ferdinando è stata di nuovo teatro di minacce ed irruzioni da parte di polizia e carabinieri. Un abitante della tendopoli è stato raggiunto dalle guardie, accompagnate da chi nelle nuove tende tiene la scuola di italiano, e gli è stato nuovamente chiesto di parlare dei suoi presunti mandanti, di ‘quelli per cui lavora’, come se chi lotta ed è immigrato non possa prendere decisioni autonomamente ma abbia bisogno di una regia esterna. Per intimorire ancora, gli è stata ricordata la scadenza del suo permesso di soggiorno, salvo poi proporgli un posto in nuova tendopoli se si fosse comportato bene. La gravità di queste minacce ripetute nel tempo, volte ad intimorire e isolare chi lotta, si inserisce in uno scenario che si fa sempre più repressivo: ieri quattro macchine dei carabinieri hanno attraversato tutta la tendopoli, fotografando tutti gli oggetti e le persone presenti, senza possibilità di potersi sottrarre, e ai commercianti dei negozi è stato imposto di farsi fotografare individualmente. Nel frattempo, i carabinieri parlavano di sgombero e smantellamento della tendopoli entro un mese, pratica ormai molto frequente durante queste irruzioni e volta a intimare alle persone di andarsene. In questo clima di controllo e intimidazione costante, continuano i proclami istituzionali e le contraddizioni che questi si portano dietro: si continua a parlare di container, di terreni confiscati, di comitati, di integrazione e di tensioni sociali, ma l’unico risultato è che si alimenta da tutte le parti un conflitto tra poveri e le persone che rivendicano una casa continuano a rimanere nella situazione di precarietà in cui vivono da anni. Chi lotta non teme le vostre minacce e odia le vostre bugie!
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