GIU' LE MANI DAL
VENEZUELA!
Il 23 gennaio scorso, il presidente
del parlamento venezuelano, Joan Guidò, si è autoproclamato presidente del
Venezuela, puntando a esautorare così il legittimo presidente Nicolas Maduro e
ottenendo subito il riconoscimento e il sostegno degli imperialisti Usa, europei
e della maggioranza dei paesi latinoamericani, controllati dalla destra
filostatunitense (Brasile, Colombia, Ecuador...).
Si tratta dell'ennesimo tentativo di
fermare il processo della Rivoluzione Bolivariana, ovvero il processo di
trasformazione economica, sociale, politica e culturale che prima la presidenza
di Hugo Chavez e ora quella di Maduro hanno portato avanti nel proprio paese,
incontrando la feroce opposizione degli imperialisti yankee e della borghesia
compradora venezuelana, di cui è espressione la cosiddetta opposizione che
controlla il parlamento.
La Rivoluzione Bolivariana, che
prende il nome da Simon Bolivar (1783-1830), guida della lotta
contro il vecchio colonialismo, vuole liberare il Venezuela dal neocolonialismo imperialista, in nome di uno sviluppo autocentrato: si tratta di un processo rivoluzionario democratico-nazionale, ma che contiene in sé elementi di socialismo, frutto della rottura con la borghesia compradora asservita agli yankee e del protagonismo della classe operaia e delle masse popolari venezuelane.
contro il vecchio colonialismo, vuole liberare il Venezuela dal neocolonialismo imperialista, in nome di uno sviluppo autocentrato: si tratta di un processo rivoluzionario democratico-nazionale, ma che contiene in sé elementi di socialismo, frutto della rottura con la borghesia compradora asservita agli yankee e del protagonismo della classe operaia e delle masse popolari venezuelane.
Gli imperialisti yankee, europei e i
fascisti latinoamericani vogliono riportare il Venezuela alla stadio di colonia,
mettendo nuovamente mani sulle enormi riserve petrolifere del paese, e per
questo non si sono risparmiati negli attacchi di ogni genere: pesantissime
sanzioni economiche, promozione di una “rivoluzione arancione” sul modello di
quella già vista drammaticamente all'opera in Ucraina, Libia e Siria, azioni di
“guerra sporca” per sbarazzarsi della dirigenza venezuelana e tentativi di
golpe, come quello che oggi porta avanti il burattino Guidò. Oggi gli Usa
parlano apertamente di intervento militare. Tutto ciò in concorso con l'azione
della borghesia compradora venezuelana che continua, per limiti del processo
rivoluzionario, a controllare parte dell'economia e dello Stato: spazi che le
danno la possibilità di sabotare economicamente e opporsi politicamente alla
Rivoluzione Bolivariana.
Il marxismo ci ha insegnato che
inevitabilmente la rivoluzione può avanzare solo suscitando e vincendo la
controrivoluzione. Ed è questo lo scontro in atto in Venezuela: l'esito di
questo scontro discenderà dal protagonismo politico e sociale che la classe
operaia e le masse lavoratrici sapranno mettere in campo, ponendosi come forza
guida della resistenza antimperialista e ponendo le basi per un ulteriore
rafforzamento, anche in senso socialista, delle conquiste della
Rivoluzione.
Il nostro compito
internazionalista è quello di agire in solidarietà e in appoggio alla resistenza
del popolo venezuelano. Anche opponendosi ad un governo che, alla faccia del
cosiddetto sovranismo, si sta pilatescamente accodando alla posizione di Usa e
Ue, ovviamente a partire dal fascista Salvini, cercando, attraverso sempre più
stretti rapporti con i reazionari sudamericani, nuovi spazi per l'imperialismo
italiano in quell'area (vedi i recenti accordi tra il presidente brasiliano
Bolsonaro e Conte nel campo dell'industria militare e l'incontro tra
quest'ultimo e il presidente argentino Macrì a fine novembre con intese siglate
da Confindustria).
A FIANCO DELLA RESISTENZA DEL
POPOLO VENEZUELANO!
Collettivo
Tazebao Padova
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