Ieri 26 gennaio si è tenuta l’iniziativa
di presentazione del libro L’“Operazione Green Hunt” in India, presso la sede
della Casa del Popolo di Via D’Ossuna 6 a Palermo, iniziativa all’interno della
settimana di solidarietà e mobilitazione, dal 21 al 27 gennaio, a sostegno
della guerra popolare in India.
La riunione si è aperta innanzi
tutto con la dovuta solidarietà ai migranti della Sea Watch, denunciando l’operato
dell’attuale ministro fasciorazzista Salvini, e al popolo venezuelano attualmente
sotto minaccia di un colpo di stato sostenuto da tanti paesi imperialisti a cominciare
dagli Stati Uniti, Unione Europea, ecc., nella sostanza per il controllo delle
materie prime, in questo caso il petrolio.
Come premessa alla presentazione
è stato fatto un excursus della situazione attuale dell’India, delle condizioni
economico sociali della sua popolazione, della povertà della stragrande
maggioranza, della distruzione di esseri umani e ambiente in nome dell’industrializzazione
e del profitto…
Per reagire a questa condizione
di miseria e distruzione, è stato detto, una parte del popolo si è organizzata
e sta portando avanti da anni una guerra popolare diretta dal Partito Comunista
dell’India (Maoista), contro la quale i vari governi e ultimo questo del fascista
indù, Narendra Modi, hanno scatenato diverse “operazioni” militari nel
tentativo di annientarla. Si tratta, appunto, dell’Operazione Green Hunt, e
cioè di una terribile e terroristica repressione esercitata dal governo contro
il proprio popolo.
Di questa “Operazione Green Hunt”
parla appunto il libro di A. Naya Fernandez, tradotto in italiano,
e la inserisce nella categoria del “genocidio”, rintracciandone i caratteri, secondo la stessa definizione ufficiale che ne diede l’Onu, nelle pratiche del governo indiano. Pratiche che prevedono una elaborazione specifica di strategia contro-insurrezionale, detta “cuori e menti”, ogni volta che il popolo che subisce il genocidio si organizza per non subire più passivamente.
e la inserisce nella categoria del “genocidio”, rintracciandone i caratteri, secondo la stessa definizione ufficiale che ne diede l’Onu, nelle pratiche del governo indiano. Pratiche che prevedono una elaborazione specifica di strategia contro-insurrezionale, detta “cuori e menti”, ogni volta che il popolo che subisce il genocidio si organizza per non subire più passivamente.
“Cuori e menti” perché a detta
degli stessi ideologi borghesi che scrivono i manuali contro-insurrezionali, l’azione
militare non è sufficiente a “sradicare” la volontà di ribellione degli
oppressi. E nel libro si riportano tutta una serie di esempi concreti storici che
servono ad illustrare questa strategia. Insomma, si tratta di un contributo per
la conoscenza dei meccanismi attraverso i quali l’imperialismo persegue i suoi
obbiettivi di dominio con tutti i mezzi che si “affinano” nel tempo per provare
a schiacciare ogni serio tentativo di rivolta popolare.
Durante l’intervento sono state proiettate
e commentate diverse foto che hanno contribuito a far conoscere la situazione
in India.
Un compagno della Casa del Popolo
è intervenuto ricordando altri genocidi, come per esempio quello dei “pellerossa”,
sul quale sono nati gli Stati Uniti, così come quello palestinese che dura da
decenni da parte di Israele sostenuto dagli Stati Uniti. Ha detto che da un
lato si accumulano miliardi di profitti e dall’altro masse in povertà per cui è
necessaria la solidarietà di classe per contrastare questa politica. Per arrivare
sul terreno del nostro paese è necessaria una lotta contro il governo fortemente
antioperaio e antipopolare...
È intervenuta poi una compagna
del Mfpr che si è soffermata sulla condizione delle donne indiane e in
particolare delle donne combattenti, che, come viene riportato anche nel libro,
sono al centro dell’attenzione del governo e delle forze militari dell’India
che usano nei loro confronti lo stupro come arma di guerra, per esempio, ma anche
tutta una serie di violenze e torture indicibili.
Ili libro, quindi, è un prezioso contributo
innanzi tutto per farci conoscere la realtà del Paese perché le notizie che arrivano
non sono quelle che ci interessano ma quelle per esempio di Conte che si va ad abbracciare
con Modi per fare accordi per il profitto sulla pelle delle masse popolari
indiane… notizie che invece non dicono niente sulle pratiche fasciste e
genocide del governo indiano. La solidarietà di classe è necessaria anche per
questo, per divulgare le conoscenze. Solidarietà significa, per esempio,
combattere nel nostro paese per aiutare altri popoli oppressi. Questa
solidarietà ci ha permesso di conoscere tanti documenti del Partito ma anche
altri scritti importanti di donne, come sul femminismo… Un esempio di strategia
“menti e cuori” usata dal governo, poi, è quello delle iniziative nei villaggi per
spingere le donne ad arruolarsi nella polizia o nell’esercito che sarebbero i
luoghi “sicuri” per le donne, ma l’orrenda realtà degli stupri proprio dell’esercito
e della polizia si incarica di smentire questo tentativo di mettere masse contro
masse. Spesso sono proprio queste violenze del governo, ha detto la compagna, a
spingere le donne ad unirsi alla guerra popolare… insomma queste esperienze e
questa conoscenza solidale aiutano ad allargare la visuale verso le altre lotte
in corso che incoraggiano anche a portare avanti la nostra lotta.
Diversi partecipanti alla serata
di solidarietà hanno anche acquistato copie del libro.
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