martedì 29 gennaio 2019

pc 29 gennaio - India - l'opposizione a Modi promette il salario minimo ai poveri allo scopo di strapparli all'influenza dei maoisti

India: Congresso promette reddito minimo garantito per i poveri in caso di vittoria elettorale

Nuova Delhi, 28 gen 14:18 - (Agenzia Nova) - Rahul Gandhi, presidente del Congresso nazionale indiano (Inc), ha promesso un reddito minimo garantito per i poveri in caso di vittoria alle prossime elezioni della Camera del popolo, la camera bassa del parlamento federale, che si terranno a maggio. Il leader del partito, al momento la principale forza di opposizione a livello centrale, lo ha annunciato oggi nel corso di una visita nello Stato del Chhattisgarh, dove il Congresso ha vinto le recenti elezioni statali, conquistando la maggioranza assoluta. “Una volta vinte le elezioni del 2019, abbiamo deciso di dare reddito minimo garantito a tutti i poveri del paese. Questo sarà fatto per la prima volta dal governo del Congresso nel 2019”, ha detto in un comizio a Raipur.. È tra gli Stati del cosiddetto
“Corridoio rosso”, interessati dall’azione dei ribelli maoisti, i naxaliti (dal villaggio di Naxalbari, nel Bengala Occidentale, dove nel 1967 scoppiò una rivolta di contadini contro i latifondisti).
... Gandhi ha ricordato la promessa mantenuta nel Chhattisgarh e in altri Stati in cui il Congresso è andato al governo, ovvero la rinuncia al rimborso dei prestiti agricoli. Il politico ha posto l’accento sulla questione della crisi agraria, che potrebbe avere un impatto significativo sulle prossime
elezioni. Il governo di Narendra Modi ha promesso di raddoppiare il reddito agricolo entro il 2022-23, un obiettivo che alcuni economisti non considerano realistico: per conseguirlo ci vorrebbe una crescita agricola annuale del 10,4 per cento, mentre nel 2014-15 c’è stato un calo dello 0,2 per cento, nel 2016-17 un’espansione del 6,3 per cento, nel 2017-18 un rallentamento al tre per cento e per l’anno prossimo si prevede lo 0,6 per cento.

Le difficoltà dei coltivatori dipendono da una pluralità di fattori: due anni di siccità, il crollo dei prezzi agricoli; la modesta diffusione del programma assicurativo Pradhan Mantri Fasal Bima Yojana, lanciato nel 2016, a causa delle condizioni restrittive e dei costi elevati; i ritardi nella realizzazione dei progetti finanziati col Fondo a lungo termine per l’irrigazione; l’arretratezza del settore in materia di marketing; la scarsa penetrazione delle tecnologie moderne; la frammentazione della catena di distribuzione; l’assenza di distretti industriali per la trasformazione alimentare; la mancata riforma della Food Corporation of India (Fci), l’agenzia governativa responsabile dell’attuazione degli obiettivi della politica alimentare nazionale (con particolare riferimento a prezzi, distribuzione e riserve); la bassa produttività.

Il Chhattisgarh, nell’India centrale, con capitale Raipur, è stato istituito nel 2000, con la separazione dal vicino Madhya Pradesh di sedici distretti di lingua chhattisgarhi, lingua ufficiale insieme all’hindi. Ha una popolazione di oltre 25 milioni di abitanti, per oltre il 93 per cento di religione induista. È tra gli Stati del cosiddetto “Corridoio rosso”, interessati dall’azione dei ribelli maoisti, i naxaliti (dal villaggio di Naxalbari, nel Bengala Occidentale, dove nel 1967 scoppiò una rivolta di contadini contro i latifondisti). È uno Stato ricco di risorse e con un settore energetico sviluppato. Nell’industria pesante spicca quella siderurgica, con una produzione di acciaio corrispondente al quindici per cento di quella nazionale. L’agricoltura, comunque, è la principale fonte di occupazione. Si coltivano soprattutto, con metodi prevalentemente tradizionali, riso, mais, legumi, semi oleosi e tè.

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