lunedì 28 gennaio 2019

pc 28 gennaio - Il ministro del lavoro Di Maio continua ad ingannare popolo. Il reddito di cittadinanza non è il “ritorno dello Stato sociale”, ma di una nuova "galera sociale" per i proletari

da un editoriale di proletari comunisti del 31-12-18:
Anche i provvedimenti, per cui tanti li hanno votati, come il "reddito di cittadinanza", è un misto di  manovra "ingannapopolo" e di politica fascista, persecutoria verso le persone, considerate tout court truffaldine, che quindi devono essere controllate e sanzionate, represse se pensano di usare il Reddito per qualcosa che sia poco diverso dal minimo vitale, di mangiare, curarsi (male).
Il diritto al lavoro, al reddito, diventa al massimo un "diritto" ad una misera assistenza ma sotto controllo.


da un'articolo dei media:
Reddito di cittadinanza, lettera di Luigi Di Maio: “La scintilla che mancava al Sud del Paese”
Il ministro del Lavoro Luigi Di Maio scrive una lunga lettera ai giornali del Sud Italia per spiegare alcuni aspetti del reddito di cittadinanza: “Non è solo una carta prepagata, la misura serve per far incontrare domanda e offerta di lavoro e serve per incoraggiare gli imprenditori ad assumere”.
......la misura del governo costituisce “la scintilla che mancava per far esplodere le nostre intelligenze, le nostre competenze, le nostre eccellenze”.
Continua Di Maio:
In sostanza: per le imprese che già accedono alla decontribuzione dagli oneri Inps subentrerà anche il credito di imposta per la parte residua di beneficio maturata dal neo assunto. Morale della favola: un imprenditore del Sud che assumerà un percettore di Reddito di Cittadinanza ad aprile 2019, pagherà zero euro di tasse su quel lavoratore fino a ottobre 2020. In pratica ogni assunto al sud porta in dote all’azienda da un minimo di 18.000 euro fino a 30.000 euro. Questo è un segno concreto, l’inizio di un percorso nuovo per il Sud del Paese.

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