La “Marcia per il Ritorno” voluta da Hamas in occasione del Land Day, diventa per il barbaro esercito israeliano l'occasione per il più vile dei massacri.
Il numero dei morti e dei feriti è aumentato di ora in ora. Secondo le ultime notizie, riferite questa volta direttamente dal ministero della Sanità di Gaza, sono 14 i manifestanti palestinesi uccisi negli scontri con l’esercito israeliano al confine, tra cui anche un 16enne. La stessa fonte, confermando quanto riportato da più media locali, parla anche di “oltre 1200 feriti“, secondo gli ultimi aggiornamenti.
Il Land Day – che coincide con l’avvio della Pasqua ebraica – celebra ogni anno lo sciopero generale e le marce organizzate il 30 marzo del 1976 in protesta per l’esproprio di terre per motivi di sicurezza da parte di Israele.
L’esercito israeliano, di fronte a “circa 20mila palestinesi” che stavano manifestando “in cinque luoghi lungo la barriera” di separazione della Striscia di Gaza con Israele, “bruciando pneumatici, lanciando bombe molotov e pietre contro la barriera”, ha risposto sparando all'impazzata contro la manifestazione. Secondo i media, l’esercito ha schierato fra le sue forze oltre cento cecchini.
Il gruppo arabo-israeliano per i diritti umani Adalah ha affermato che “sparare contro i manifestanti di Gaza è illegale” e viola le norme internazionali. Scontri anche in diverse zone della Cisgiordania,
dove altri manifestanti palestinesi sono rimasti feriti in scontri con le forze di sicurezza israeliane. “Fuori dall’insediamento di Beit El vicino alla città di Ramallah, due palestinesi sono stati feriti da proiettili di gomma mentre altri sette hanno avuto difficoltà respiratorie per un uso eccessivo di gas lacrimogeni”, si legge in un comunicato della Mezzaluna Rossa palestinese.
“Inoltre nella città vecchia di Hebron sono esplosi violenti scontri tra i giovani palestinesi e le truppe israeliane nei quali almeno due manifestanti sono rimasti feriti da proiettili di gomma”.
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