mercoledì 28 marzo 2018

pc 28 marzo - Operai morti per amianto: dalla Fincantieri di Palermo all’Enel di Termini Imerese, la scia infinita dei processi

I processi sono infiniti come le morti di amianto che continuano inesorabili a distanza di tempo. Questa lunghezza di fatto, con le inevitabili prescrizioni (e talvolta con la morte per vecchiaia degli stessi imputati e condannati), non permette nessuna giustizia per gli operai e i loro familiari.
L’opera viene completata dalla connivenza o dalle iniziative di facciata, spesso obbligate dalla stessa gravità dei fatti, delle organizzazioni sindacali confederali.

Quindici decessi. Il gup Vincenti deve pronunciarsi dopo la nuova istanza della procura sugli ex dirigenti Lemetti, Cipponeri e Cortesi, più volte processati e condannati
Morti d’amianto ai cantieri navali. Altre 3 richieste di rinvio a giudizio
I conti non tornano, perché i processi sono “solo” otto, secondo la Procura, undici secondo altri calcoli: ciò che è certo è l’ennesimo troncone dell’interminabile inchiesta sulle morti bianche da amianto alla Fincantieri. Gli imputati sono ancora i tre più volte processati e condannati, gli ex dirigenti Luciano Lemetti, classe 1927, Antonino Cipponeri, quest’anno 79enne e Giuseppe Cortesi, nato nel 1948: quindici i casi di ex operai deceduti per malattie che sarebbero state contratte sul lavoro, di cui si occuperà il Gup Cesare Vincenti.
La richiesta di rinvio a giudizio è del pm Claudia Ferrari e Claudia Bevilacqua, titolari pure di altri
tronconi già chiusi o ancora in corso. Un paio le sentenze già definitive. 
Delle 15 contestazioni del nuovo filone d’indagine, due eventi sono destinati a cadere per prescrizione, in particolare le lesioni colpose, collegati a malattie non immediatamente mortali come l’asbestosi, causata dall’inalazione di fibre di amianto. In questi casi la prescrizione decorre dal momento in cui nella patologia si registra un “significativo peggioramento”. Per le morti, invece, il calcolo parte dalla data del decesso: da quel momento il “tempo massimo” per arrivare a sentenza definitiva è di circa 15 anni. Il mesotelioma pleurico, la forma di tumore provocata dall’amianto, ha una latenza media di una trentina d’anni: secondo la scienza medica. Il carcinoma può rimanere “nascosto” in un arco temporale enorme, compreso tra 25 e 40 anni. Una volta che esplode, di regola non lascia scampo. Ci sono poi i tumori polmonari, la cui ricollegabilità al lavoro ai Cantieri navali va accertata caso per caso. Le vittime o i loro familiari si costituiscono parte civile (molti sono assistiti dall’avvocato Fabio Lanfranca) e raggiungono accordi per i risarcimenti anche in sede extragiudiziale.
La pericolosità dell’amianto, secondo le sentenze già definitive, era ampiamente nota già negli anni ’80. In un processo, un operaio dei Cantieri raccontò che intorno al 1981-’82, con altri colleghi andò in trasferta a Monfalcone, dove c’è la sede principale della Fincantieri. “Gli operai del luogo -disse il testimone – ci presero in giro, dandoci dei terroni e degli incompetenti, perché usavamo ancora parti e componenti in amianto. Ci dissero che era pericoloso e che loro da tempo non lo trattavano più”.
Giornale di Sicilia
27 marzo ’18
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Termini Imerese
Operai morti per amianto, il processo
È iniziata la fase dell’udienza preliminare che vede imputati Gaetano Speziale e Giuseppe Accurso, ex dirigenti dell’Enel, vice direttori del compartimento Enel di Palermo, per la morte di un operaio specializzato di squadra, presso la centrale Termoelettrica Enel di Termini Imerese dall’1 ottobre 1970 al 19 dicembre 1983, deceduto il 16 gennaio 2010 perché durante il periodo lavorativo sarebbe stato esposto ad amianto, il gup Michele Guarnotta ha accolto la richiesta di parte civile dei familiari ed ha ammesso la citazione come responsabile civile di Enel Spa perché risponda in solido con gli imputati, richiesta dagli avvocati Ezio Bonanni e Pietro Gambino. “La vedova e gli orfani della vittima di amianto, costituti parte civile, agiscono per ottenere il risarcimento dei danni. E comunque agiremo anche in sede civile: non lasceremo nulla di intentato”, dichiara l’avvocato Bonanni, legale della famiglia della vittima presidente dell’osservatorio nazionale amianto”
Giornale di Sicilia
24 marzo ’18

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