Il grande consenso raccolto alle
elezioni, dovuto essenzialmente alla crisi verticale dell’oligarchia
politica renziana e da un sistema elettorale antidemocratico che ha
unito la scelta dall’alto dei candidati, il voto plebiscitario,
obbligato dal basso, nella cui trappola sono caduti, in questo caso,
tanti operai e masse povere, che per loro debolezza hanno abboccato
all’amo, mostra sin dai primi passi che di una dittatura
reazionaria in giacca e cravatta stiamo parlando, e non di altro, che
ben presto servirà con tutti gli onoro la borghesia dominante
industriale e finanziaria.
Gli stessi deputati raccattati qua e
là, e nella maggior parte dei casi personaggi che nulla hanno fatto
nella loro vita sociale e politica per meritarsi il cosiddetto
“consenso elettorale”, non hanno fatto a tempo a mettersi il
“vestito buono” per presentarsi alla cerimonia di investitura
alle Camere, per trovarsi di fronte alle nuove regole stabilite dalla
Grillo-Casaleggio-Di Maio.
Noi crediamo pienamente a quei giornali
borghesi che certo hanno altri interessi e altre parrocchie da
servire, che riportano i giudizi venuti non appena il nuovo
regolamento è stato presentato. “E’ incredibile, abbiamo
trascorso la scorsa legislatura a dire che Renzi aveva assoggettato
l’aula al governo, ora scopriamo che Luigi ha tutta l’intenzione
di imitarlo. C’è una sola parola per definire
questo nuovo Statuto: dittatura”. La gran parte dei parlamentari non lo ha neanche letto e chi, avendolo letto, ha chiesto tempo per approvarlo, ha trovato immediata risposta: “Ora è troppo tardi, dovete votare lo Statuto e basta”.
questo nuovo Statuto: dittatura”. La gran parte dei parlamentari non lo ha neanche letto e chi, avendolo letto, ha chiesto tempo per approvarlo, ha trovato immediata risposta: “Ora è troppo tardi, dovete votare lo Statuto e basta”.
L’ingenua Elena Fattori, senatrice,
che violando le consegne della Grillo-Di Maio spa ha parlato con la
stampa, dichiarando che nello Statuto è stabilito che il capo
politico divenuto premier ha poteri assoluti di nomina e revoca.
Questo è già oltre Renzi, perché, come giustamente dice la
fattori, è quasi un’interferenza tra il potere esecutivo e potere
legislativo che non attribuisce nell’attuale legislazione questo
potere al capo di governo.
Sappiamo bene che i partiti borghesi,
gratta gratta, sono tutti uguali, e nella storia italiana fanno di
tutto e di più, dalla DC a Craxi, a Renzi, agli odierni Di Maio.
Diciamo, però, che i grillini lo fanno senza decoro e senza
rispetto.
La Cupola grillina dice che anche prima
c ‘era un codice etico e non c’è, quindi, nulla di nuovo; ma,
come fa rilevare un altro grillino insofferente, non è così. Nel
codice etico si dice, ad esempio, che capigruppo e ordini direttivi
saranno scelti dai rispettivi gruppi nell’ambito di una rosa di
nomi proposti; nello Statuto “aggiornato” si dice che il comitato
direttivo di ciascun gruppo parlamentare viene nominato su
proposta del capo politico.
Ma non è neanche la cosa peggiore
dello Statuto. Il nuovo Statuto sancisce inoltre che il presidente
detiene l’esclusiva titolarità ad esprimere la posizione ufficiale
del gruppo sulle questioni politiche e istituzionali. Praticamente,
nessun deputato può fare dichiarazioni per proprio conto, ecc.
Questo è uno Statuto illegale se messo
in rapporto con le leggi che stabiliscono le prerogative dei
parlamentari.
Nello Statuto si scrive inoltre che
spetta a Di Maio definire la concreta consistenza della struttura e
composizione del gruppo di comunicazione e che affida per Statuto ad
una figura aziendale il coordinamento dei gruppi parlamentari. Cioè
praticamente si istituisce iun capo del personale per gestire gli
“impiegati”, impropriamente definiti deputati e senatori.
Con questo sistema di regole è facile
immaginare quali saranno i passi successivi di Di Maio presidente del
consiglio. E qualcuno capirà meglio quando noi parliamo di moderno
fascismo e di fascio-populismo.
Inutile dire che la demagogia sui
vitalizi, sull’esclusione dei condannati è semplicemente una
foglia di fico di un partiti regime.
A questo proposito, anche questo è
rilevabile ad occhio nudo se si pensa che alcuni dei cosiddetti
“transfughi” o “espulsi” durante la campagna elettorale sono
tutti in via di recupero.
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