giovedì 29 marzo 2018

pc 29 marzo - La cupola reazionaria del M5Stelle si dà uno Statuto - editoriale

Il M5S è una oligarchia elettorale, antidemocratica, per costituzione, vita interna, storia e personalità di suoi leader.
Il grande consenso raccolto alle elezioni, dovuto essenzialmente alla crisi verticale dell’oligarchia politica renziana e da un sistema elettorale antidemocratico che ha unito la scelta dall’alto dei candidati, il voto plebiscitario, obbligato dal basso, nella cui trappola sono caduti, in questo caso, tanti operai e masse povere, che per loro debolezza hanno abboccato all’amo, mostra sin dai primi passi che di una dittatura reazionaria in giacca e cravatta stiamo parlando, e non di altro, che ben presto servirà con tutti gli onoro la borghesia dominante industriale e finanziaria.
Gli stessi deputati raccattati qua e là, e nella maggior parte dei casi personaggi che nulla hanno fatto nella loro vita sociale e politica per meritarsi il cosiddetto “consenso elettorale”, non hanno fatto a tempo a mettersi il “vestito buono” per presentarsi alla cerimonia di investitura alle Camere, per trovarsi di fronte alle nuove regole stabilite dalla Grillo-Casaleggio-Di Maio.
Noi crediamo pienamente a quei giornali borghesi che certo hanno altri interessi e altre parrocchie da servire, che riportano i giudizi venuti non appena il nuovo regolamento è stato presentato. “E’ incredibile, abbiamo trascorso la scorsa legislatura a dire che Renzi aveva assoggettato l’aula al governo, ora scopriamo che Luigi ha tutta l’intenzione di imitarlo. C’è una sola parola per definire
questo nuovo Statuto: dittatura”. La gran parte dei parlamentari non lo ha neanche letto e chi, avendolo letto, ha chiesto tempo per approvarlo, ha trovato immediata risposta: “Ora è troppo tardi, dovete votare lo Statuto e basta”.
L’ingenua Elena Fattori, senatrice, che violando le consegne della Grillo-Di Maio spa ha parlato con la stampa, dichiarando che nello Statuto è stabilito che il capo politico divenuto premier ha poteri assoluti di nomina e revoca. Questo è già oltre Renzi, perché, come giustamente dice la fattori, è quasi un’interferenza tra il potere esecutivo e potere legislativo che non attribuisce nell’attuale legislazione questo potere al capo di governo.
Sappiamo bene che i partiti borghesi, gratta gratta, sono tutti uguali, e nella storia italiana fanno di tutto e di più, dalla DC a Craxi, a Renzi, agli odierni Di Maio. Diciamo, però, che i grillini lo fanno senza decoro e senza rispetto.

La Cupola grillina dice che anche prima c ‘era un codice etico e non c’è, quindi, nulla di nuovo; ma, come fa rilevare un altro grillino insofferente, non è così. Nel codice etico si dice, ad esempio, che capigruppo e ordini direttivi saranno scelti dai rispettivi gruppi nell’ambito di una rosa di nomi proposti; nello Statuto “aggiornato” si dice che il comitato direttivo di ciascun gruppo parlamentare viene nominato su proposta del capo politico.
Ma non è neanche la cosa peggiore dello Statuto. Il nuovo Statuto sancisce inoltre che il presidente detiene l’esclusiva titolarità ad esprimere la posizione ufficiale del gruppo sulle questioni politiche e istituzionali. Praticamente, nessun deputato può fare dichiarazioni per proprio conto, ecc.
Questo è uno Statuto illegale se messo in rapporto con le leggi che stabiliscono le prerogative dei parlamentari.
Nello Statuto si scrive inoltre che spetta a Di Maio definire la concreta consistenza della struttura e composizione del gruppo di comunicazione e che affida per Statuto ad una figura aziendale il coordinamento dei gruppi parlamentari. Cioè praticamente si istituisce iun capo del personale per gestire gli “impiegati”, impropriamente definiti deputati e senatori.

Con questo sistema di regole è facile immaginare quali saranno i passi successivi di Di Maio presidente del consiglio. E qualcuno capirà meglio quando noi parliamo di moderno fascismo e di fascio-populismo.
Inutile dire che la demagogia sui vitalizi, sull’esclusione dei condannati è semplicemente una foglia di fico di un partiti regime.
A questo proposito, anche questo è rilevabile ad occhio nudo se si pensa che alcuni dei cosiddetti “transfughi” o “espulsi” durante la campagna elettorale sono tutti in via di recupero.

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