da Collettivo Comunista Metropolitano
La decisione presa dalla Direzione Anticrimine del dipartimento di pubblica sicurezza di iniziare a livello “sperimentale” l’uso del Taser non deve far dimenticare che quest’arma è in Italia è già stata usata.
La decisione presa dalla Direzione Anticrimine del dipartimento di pubblica sicurezza di iniziare a livello “sperimentale” l’uso del Taser non deve far dimenticare che quest’arma è in Italia è già stata usata.
Il Taser, che è
una pistola che trasmette scosse elettriche che è già in dotazione
non solo nella polizia amerikana ma anche in diverse polizie
europee[1]
Tutto
questo in sfregio alla decisione delle Nazioni Unite del novembre
2007 che ha stabilito che i Taser sono uno strumento di tortura.[2]
Non solo: negli
U.S.A. e nel Canada, tra il 2001 e il 2008, 338 persone sono state
uccise dalla polizia che ha usato il Taser. Su un rapporto del
dicembre 2008 di Amnesty International sull’uso dei Taser negli
USA, emerge che su 98 autopsie il 90% dei casi delle persone morte
dopo essere state colpite con una Taser erano disarmate. Molte di
esse sono state colpite più volte, e talvolta erano state già
stordite da un primo colpo. E hanno il coraggio di chiamarle “armi non letali”.
stordite da un primo colpo. E hanno il coraggio di chiamarle “armi non letali”.
In Italia è
stato usato dalla malavita[3]
come risulta da diversi fatti di cronaca che mettono in evidenza che
l’utilizzo del Taser si sta diffondendo. Che c’è un mercato
clandestino di quest’arma e c’è da chiedersi chi rifornisce la
malavita.
Solo nel
settembre 2014 è arrivato il sì all’utilizzo in via sperimentale
da parte della Polizia alla pistola elettrica Taser. Lo prevede un
emendamento di Gregorio Fontana (Fi) al decreto stadi approvato dalle
commissioni Giustizia e affari costituzionali della Camera. Fino a
quel momento questo strumento era disciplinato dalla circolare numero
559/C-652-E-97 del 10 dicembre 1997 con cui Viminale inseriva il
Thomas A. Swift’s Eletronic come “arma propria”. Nella
circolare si afferma che “Questi
strumenti possono essere acquistati solo da chi ha una licenza di
porta d’armi o il nulla osta all’acquisto, debbono essere
denunziati e ne è vietato il porto in modo assoluto (arresto da 18
mesi a tre anni per i contravventori)”.[4]
In questa Europa
ormai asservita al Capitale multinazionale, che impone politiche di
lacrime e sangue (la Grecia ne è un classico esempio e gli altri
Stati si stanno avviando sulla stessa strada), che ha costituito una
polizia speciale (l’Eurogendfor), comandata dalla NATO, quindi
dagli Stati Uniti, nonostante operi in alcuni stati europei non tutti
hanno ratificato il trattato, ha poteri illimitati.[5]
Il governo italiano pensa non già a sanare le ingiustizie e a porre
rimedio alla povertà, ma a dotare le forze dell’ordine di nuovi
strumenti “dissuasivi” utili per fronteggiare le possibili
rivolte popolari, considerate certe visto l’aggravarsi della crisi.
Non è un caso che questo proposito viene alla luce
contemporaneamente alle riforme (o meglio contro-riforme) nel campo
dell’occupazione che mirano a smantellare i diritti acquisiti.
Perciò non deve
meravigliare quello che è successo il 22 marzo 2017 allo
stabilimento della Coca Cola di Nogale (esso è uno dei più grandi
che c’è in Europa, 450 dipendenti) il 28 marzo 2007 gli addetti
alla “sicurezza” privata hanno sparato con i Taser contro i
lavoratori che protestavano contro 14 licenziamenti.
Quella del 28
marzo era stata l’ultima manifestazione di protesta che da
settimane fa una pessima pubblicità al logo della bevanda
planetaria. Si tratta della lotta avviata da ADL Cobas con i
lavoratori della logistica interna, per lo più migranti. L’8 marzo
c’era stato sciopero con dei presidi davanti ai cancelli di Via
Molino di Sopra; c’è stato l’occupazione del tetto della
fabbrica con in carabinieri che erano ina assetto antisommossa; l’11
marzo c’era stato un corto dalla chiesa al municipio dei 14
licenziati, 12 erano iscritti al sindacato, compresi 2 della RSU.
Due manifestanti
hanno avuto bisogno di cure mediche all’ospedale di Legnago. Una
vicenda inquietante che è approdata in Parlamento con
l’interrogazione urgente dei deputati Nicola Fratoianni, Giuseppe
Paglia (Sinistra Italiana) al Ministro dell’Interno Minnito e a
quello del lavoro Poletti.
A Nogara la Coca
Cola si può dire che ha sempre “dissetato” l’occupazione con
una sorta di pace sociale mai scalfitta. Ma nel Nord Est che ha
anticipato per lustri le “riforme” del governo Renzi, è esploso
il conflitto. Sono un centinaio gli addetti al magazzino che d poco
meno di tre anni è affidato alla multinazionale svizzera Kuhene
Nagel, che appalta la logistica al Consorzio Soluzioni Globali. Non
basta, perché la catena si allunga fino al Consorzio Vega.
Attraverso Zetajob (una delle sigle consorziate) Vega dal 1° marzo
subentra alla coop Smart e s’innesta la miccia. Nel cambio di
appalto, all’interno dell’intricata filiera che contraddistingue
gli imprenditori del settore, si azzerano i diritti di chi lavora. La
nuova organizzazione comporta 14 contratti a tempo indeterminato in
meno anche se si sollecita l’aumento dei lavoratori stagionali.
Infine, la
vicenda porta alla luce degli aspetti poco noti. La multinazionale ha
ottenuto dalla Regione Veneto una concessione per sfruttare tre pozzi
d’acque a Nogara pagando 13.406€ all’anno invece dei quasi 600
mila della normale tariffa.[6]
[1]
In Francia i vigili urbani francesi potranno usare il Taser. Il
governo francese ha deciso ha deciso di dotare 20.000 vigili urbani
di Taser con scarica elettrica da 50.000 volt, che bloccano la
vittima con una paralisi momentanea. Fonte: City
giovedì 25 settembre 2008
[3]
http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/13_dicembre_24/aggredisce-portinaio-una-pistola-elettrica-deruba-arrestato-38enne-a3c33254-6ca2-11e3-90a0-d4e6580ce920.shtml
[5]
La Forza di Gendarmeria Europea (EGF): in sostanza è la
futura polizia militare d’Europa. E non solo. Per capire
esattamente che cos’è, leggiamone qualche passo. I compiti:
“condurre
missioni di sicurezza e ordine pubblico; monitorare, svolgere
consulenza, guidare e supervisionare le forze di polizia locali nello
svolgimento delle loro ordinarie mansioni, ivi comprese l’attività
di indagine penale; assolvere a compiti di sorveglianza pubblica,
gestione del traffico, controllo delle frontiere e attività generale
d’intelligence; svolgere attività investigativa in campo penale,
individuare i reati, rintracciare i colpevoli e tradurli davanti alle
autorità giudiziarie competenti; proteggere le persone e i beni e
mantenere l’ordine in caso di disordini pubblici”
(art. 4). Il raggio d’azione: “EUROGENDFOR potrà essere messa a
disposizione dell’Unione Europea (UE), delle Nazioni Unite (ONU),
dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa
(OSCE), dell’Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico (NATO)
e di altre organizzazioni internazionali o coalizioni specifiche”
(art. 5). La sede e la cabina di comando: “la
forza di polizia multinazionale a statuto militare composta dal
Quartier Generale permanente multinazionale, modulare e proiettabile
con sede a Vicenza (Italia). Il ruolo e la struttura del QG
permanente, nonché il suo coinvolgimento nelle operazioni saranno
approvati dal CIMIN – ovvero – l’Alto Comitato
Interministeriale. Costituisce l’organo decisionale che governa
EUROGENDFOR”
(art. 3). Ricapitolando: la Gendarmeria europea assume
tutte le funzioni delle normali forze dell’ordine (carabinieri e
polizia), indagini e arresti compresi; la
Nato, cioè gli Stati Uniti, avranno voce in capitolo nella sua
gestione operativa;
il nuovo corpo risponde esclusivamente a un comitato
interministeriale, composto dai ministri degli Esteri e della Difesa
dei paesi firmatari. In
pratica, significa che avremo per le strade poliziotti veri e propri,
che non si limitano a missioni militari, sottoposti alla supervisione
di un’organizzazione sovranazionale in mano a una potenza
extraeuropea cioè gli Usa, e che, come se non bastasse, è
svincolata dal controllo del governo e del parlamento nazionali.
Ma
non è finita. L’EGF gode di una totale immunità: inviolabili
locali, beni e archivi (art. 21 e 22); le comunicazioni non possono
essere intercettate (art. 23); i danni a proprietà o persone non
possono essere indennizzati (art. 28); i gendarmi non possono essere
messi sotto inchiesta dalla giustizia dei paesi ospitanti (art. 29).
Come si evince chiaramente, una serie di privilegi inconcepibili in
uno Stato di diritto.
Il
14 maggio 2010 la Camera dei Deputati della Repubblica Italiana
ratifica l’accordo. Presenti 443, votanti 442, astenuti 1. Hanno
votato sì 442: tutti, nessuno escluso. Poco dopo anche il Senato dà
il via libera, anche qui all’unanimità. Il
12 giugno il Trattato di Velsen entra in vigore in Italia. La
legge di ratifica n° 84 riguarda direttamente l’Arma dei
Carabinieri, che sarà assorbita nella Polizia di Stato, e questa
degradata a polizia locale di secondo livello. Come ha fatto notare
il giornalista che ha scovato la notizia,
una sostanza i “nostri” (si fa così per dire ovviamente)
parlamentari hanno così sancito una palese espropriazione di
sovranità senza aver neppure letto i 47 articoli che la attestano,
ma anche che sia passata inosservata un’anomalia clamorosa. Il
quartiere generale europeo è insediato a Vicenza nella caserma dei
carabinieri Chinotto fin dal 2006. E a Vicenza da decenni ha sede
Camp Ederle, a cui si affiancherà la seconda base statunitense al
Dal Molin che è una sede dell’Africom, il comando americano per il
quadrante mediterraneo-africano.
La deduzione è
quasi ovvia: aver scelto proprio Vicenza sta a significare che questa
polizia europea dipende, e alla luce del sole, dal Pentagono.
Per
il testo integrale del trattato di
Velsen http://files.meetup.com/699381/trattato_velsen.pdf
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