venerdì 30 marzo 2018

pc 30 marzo - IL TASER E’ STATO USATO CONTRO I LAVORATORI IN SCIOPERO IN ITALIA

da Collettivo Comunista Metropolitano

La decisione presa dalla Direzione Anticrimine del dipartimento di pubblica sicurezza di iniziare a livello “sperimentale” l’uso del Taser non deve far dimenticare che quest’arma è in Italia è già stata usata.
Il Taser, che è una pistola che trasmette scosse elettriche che è già in dotazione non solo nella polizia amerikana ma anche in diverse polizie europee[1] Tutto questo in sfregio alla decisione delle Nazioni Unite del novembre 2007 che ha stabilito che i Taser sono uno strumento di tortura.[2]
Non solo: negli U.S.A. e nel Canada, tra il 2001 e il 2008, 338 persone sono state uccise dalla polizia che ha usato il Taser. Su un rapporto del dicembre 2008 di Amnesty International sull’uso dei Taser negli USA, emerge che su 98 autopsie il 90% dei casi delle persone morte dopo essere state colpite con una Taser erano disarmate. Molte di esse sono state colpite più volte, e talvolta erano state già
stordite da un primo colpo. E hanno il coraggio di chiamarle “armi non letali”.
In Italia è stato usato dalla malavita[3] come risulta da diversi fatti di cronaca che mettono in evidenza che l’utilizzo del Taser si sta diffondendo. Che c’è un mercato clandestino di quest’arma e c’è da chiedersi chi rifornisce la malavita.
Solo nel settembre 2014 è arrivato il sì all’utilizzo in via sperimentale da parte della Polizia alla pistola elettrica Taser. Lo prevede un emendamento di Gregorio Fontana (Fi) al decreto stadi approvato dalle commissioni Giustizia e affari costituzionali della Camera. Fino a quel momento questo strumento era disciplinato dalla circolare numero 559/C-652-E-97 del 10 dicembre 1997 con cui Viminale inseriva il Thomas A. Swift’s Eletronic come “arma propria”. Nella circolare si afferma che “Questi strumenti possono essere acquistati solo da chi ha una licenza di porta d’armi o il nulla osta all’acquisto, debbono essere denunziati e ne è vietato il porto in modo assoluto (arresto da 18 mesi a tre anni per i contravventori)”.[4]
In questa Europa ormai asservita al Capitale multinazionale, che impone politiche di lacrime e sangue (la Grecia ne è un classico esempio e gli altri Stati si stanno avviando sulla stessa strada), che ha costituito una polizia speciale (l’Eurogendfor), comandata dalla NATO, quindi dagli Stati Uniti, nonostante operi in alcuni stati europei non tutti hanno ratificato il trattato, ha poteri illimitati.[5] Il governo italiano pensa non già a sanare le ingiustizie e a porre rimedio alla povertà, ma a dotare le forze dell’ordine di nuovi strumenti “dissuasivi” utili per fronteggiare le possibili rivolte popolari, considerate certe visto l’aggravarsi della crisi. Non è un caso che questo proposito viene alla luce contemporaneamente alle riforme (o meglio contro-riforme) nel campo dell’occupazione che mirano a smantellare i diritti acquisiti.
Perciò non deve meravigliare quello che è successo il 22 marzo 2017 allo stabilimento della Coca Cola di Nogale (esso è uno dei più grandi che c’è in Europa, 450 dipendenti) il 28 marzo 2007 gli addetti alla “sicurezza” privata hanno sparato con i Taser contro i lavoratori che protestavano contro 14 licenziamenti. 
Quella del 28 marzo era stata l’ultima manifestazione di protesta che da settimane fa una pessima pubblicità al logo della bevanda planetaria. Si tratta della lotta avviata da ADL Cobas con i lavoratori della logistica interna, per lo più migranti. L’8 marzo c’era stato sciopero con dei presidi davanti ai cancelli di Via Molino di Sopra; c’è stato l’occupazione del tetto della fabbrica con in carabinieri che erano ina assetto antisommossa; l’11 marzo c’era stato un corto dalla chiesa al municipio dei 14 licenziati, 12 erano iscritti al sindacato, compresi 2 della RSU.
Due manifestanti hanno avuto bisogno di cure mediche all’ospedale di Legnago. Una vicenda inquietante che è approdata in Parlamento con l’interrogazione urgente dei deputati Nicola Fratoianni, Giuseppe Paglia (Sinistra Italiana) al Ministro dell’Interno Minnito e a quello del lavoro Poletti. 
A Nogara la Coca Cola si può dire che ha sempre “dissetato” l’occupazione con una sorta di pace sociale mai scalfitta. Ma nel Nord Est che ha anticipato per lustri le “riforme” del governo Renzi, è esploso il conflitto. Sono un centinaio gli addetti al magazzino che d poco meno di tre anni è affidato alla multinazionale svizzera Kuhene Nagel, che appalta la logistica al Consorzio Soluzioni Globali. Non basta, perché la catena si allunga fino al Consorzio Vega. Attraverso Zetajob (una delle sigle consorziate) Vega dal 1° marzo subentra alla coop Smart e s’innesta la miccia. Nel cambio di appalto, all’interno dell’intricata filiera che contraddistingue gli imprenditori del settore, si azzerano i diritti di chi lavora. La nuova organizzazione comporta 14 contratti a tempo indeterminato in meno anche se si sollecita l’aumento dei lavoratori stagionali. 
Infine, la vicenda porta alla luce degli aspetti poco noti. La multinazionale ha ottenuto dalla Regione Veneto una concessione per sfruttare tre pozzi d’acque a Nogara pagando 13.406€ all’anno invece dei quasi 600 mila della normale tariffa.[6]

[1] In Francia i vigili urbani francesi potranno usare il Taser. Il governo francese ha deciso ha deciso di dotare 20.000 vigili urbani di Taser con scarica elettrica da 50.000 volt, che bloccano la vittima con una paralisi momentanea. Fonte: City giovedì 25 settembre 2008 
[5]   La Forza di Gendarmeria Europea (EGF): in sostanza è la futura polizia militare d’Europa. E non solo. Per capire esattamente che cos’è, leggiamone qualche passo. I compiti: “condurre missioni di sicurezza e ordine pubblico; monitorare, svolgere consulenza, guidare e supervisionare le forze di polizia locali nello svolgimento delle loro ordinarie mansioni, ivi comprese l’attività di indagine penale; assolvere a compiti di sorveglianza pubblica, gestione del traffico, controllo delle frontiere e attività generale d’intelligence; svolgere attività investigativa in campo penale, individuare i reati, rintracciare i colpevoli e tradurli davanti alle autorità giudiziarie competenti; proteggere le persone e i beni e mantenere l’ordine in caso di disordini pubblici” (art. 4). Il raggio d’azione: “EUROGENDFOR potrà essere messa a disposizione dell’Unione Europea (UE), delle Nazioni Unite (ONU), dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE), dell’Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico (NATO) e di altre organizzazioni internazionali o coalizioni specifiche” (art. 5). La sede e la cabina di comando: “la forza di polizia multinazionale a statuto militare composta dal Quartier Generale permanente multinazionale, modulare e proiettabile con sede a Vicenza (Italia). Il ruolo e la struttura del QG permanente, nonché il suo coinvolgimento nelle operazioni saranno approvati dal CIMIN – ovvero – l’Alto Comitato Interministeriale. Costituisce l’organo decisionale che governa EUROGENDFOR” (art. 3).    Ricapitolando: la Gendarmeria europea assume tutte le funzioni delle normali forze dell’ordine (carabinieri e polizia), indagini e arresti compresi; la Nato, cioè gli Stati Uniti, avranno voce in capitolo nella sua gestione operativa; il nuovo corpo risponde esclusivamente a un comitato interministeriale, composto dai ministri degli Esteri e della Difesa dei paesi firmatari. In pratica, significa che avremo per le strade poliziotti veri e propri, che non si limitano a missioni militari, sottoposti alla supervisione di un’organizzazione sovranazionale in mano a una potenza extraeuropea cioè gli Usa, e che, come se non bastasse, è svincolata dal controllo del governo e del parlamento nazionali.    Ma non è finita. L’EGF gode di una totale immunità: inviolabili locali, beni e archivi (art. 21 e 22); le comunicazioni non possono essere intercettate (art. 23); i danni a proprietà o persone non possono essere indennizzati (art. 28); i gendarmi non possono essere messi sotto inchiesta dalla giustizia dei paesi ospitanti (art. 29). Come si evince chiaramente, una serie di privilegi inconcepibili in uno Stato di diritto.
   Il 14 maggio 2010 la Camera dei Deputati della Repubblica Italiana ratifica l’accordo. Presenti 443, votanti 442, astenuti 1. Hanno votato sì 442: tutti, nessuno escluso. Poco dopo anche il Senato dà il via libera, anche qui all’unanimità. Il 12 giugno il Trattato di Velsen entra in vigore in Italia. La legge di ratifica n° 84 riguarda direttamente l’Arma dei Carabinieri, che sarà assorbita nella Polizia di Stato, e questa degradata a polizia locale di secondo livello. Come ha fatto notare il giornalista che ha scovato la notizia, una sostanza i “nostri” (si fa così per dire ovviamente) parlamentari hanno così sancito una palese espropriazione di sovranità senza aver neppure letto i 47 articoli che la attestano, ma anche che sia passata inosservata un’anomalia clamorosa. Il quartiere generale europeo è insediato a Vicenza nella caserma dei carabinieri Chinotto fin dal 2006. E a Vicenza da decenni ha sede Camp Ederle, a cui si affiancherà la seconda base statunitense al Dal Molin che è una sede dell’Africom, il comando americano per il quadrante mediterraneo-africano.
La deduzione è quasi ovvia: aver scelto proprio Vicenza sta a significare che questa polizia europea dipende, e alla luce del sole, dal Pentagono.
   Per il testo integrale del trattato di Velsen http://files.meetup.com/699381/trattato_velsen.pdf

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