Il “programma” delle donne richiede un altro
potere, un altro sistema sociale, un altro Stato, CHE NON E' CERTO CON LE ELEZIONI CHE POSSIAMO COSTRUIRLO, MA CON LA LOTTA RIVOLUZIONARIA
Sul fronte donne continuano
attacchi pesanti, con padroni, Stato, governo (e i loro uomini) che alzano il tiro. I licenziamenti per maternità ora è
l’Ikea che li fa non solo il piccolo padroncino; è tornato forte
il problema delle pensioni, dove non hanno neanche avuto il "decoro" di considerare nei
lavori “usuranti” il doppio lavoro casalingo delle donne; stanno venendo
fuori situazioni in cui neppure si può parlare di salario: i 33 cent
all'ora a Taranto o i 50 cent a Bergamo non sono un'eccezione, ma sempre più la regola; le stesse statistiche borghesi sfornano dati sulle diseguaglianze, discriminazioni. Anche sul fronte della violenza sulle
donne, continuano violenze e femminicidi, ma si aggiunge la questione
dei carabinieri, delle sentenze, dei "processi per stupro" o a chi lotta a fianco cdelle donne uccise, stuprate, che mettono in evidenza il ruolo reazionario, sessista dello Stato, dei suoi uomini che "odiano le donne".
Tutto questo, e altro ancora, nessun risultato elettorale potrà fermare.
Le donne, la maggioranza delle donne doppiamente sfruttate e oppresse, non possono e non vogliono
votare, per scegliere quale nuovo governo porterà ancora più avanti, inevitabilmente, questa condizione delle donne, utile al sistema del capitale,
Non possiamo e non vogliamo votare nè chi teorizza e pratica il ruolo inferiore/subordinato delle donne, nè chi contro gli attacchi a tutti i livelli ci riempie di parole di "comprensione" il 25 novembre e usa le donne violentate, ferite, come "medagliette" elettorali.
votare, per scegliere quale nuovo governo porterà ancora più avanti, inevitabilmente, questa condizione delle donne, utile al sistema del capitale,
Non possiamo e non vogliamo votare nè chi teorizza e pratica il ruolo inferiore/subordinato delle donne, nè chi contro gli attacchi a tutti i livelli ci riempie di parole di "comprensione" il 25 novembre e usa le donne violentate, ferite, come "medagliette" elettorali.
Il
piano della borghesia, formalizzato già da questo governo il 25 novembre, col
pretesto dei femminicidi, porta avanti una logica alla Minniti, di
cui la Boldrini è parte attiva; una logica per cui questo Stato vuole da un
lato riprendere il controllo, normalizzare, regolamentare le nostre vite, militarizzare le città; dall'altro parla ipocritamente della
violenza sessuale sulle donne ma per attaccare tutte le altre condizioni di
vita e di lavoro.
La nostra risposta a tutto questo è: il nostro "voto" è lo sciopero delle donne dell'8 marzo!
Sono le donne in lotta perchè tutta la vita deve cambiare!
MFPR
MFPR
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