(Corrispondenza dalla Tunisia)
10 anni dopo, la Zona di Libero Scambio tra la Tunisia e
l’Unione Europea è un “fallimento”, secondo la FTDES – Français et italien
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SU 21 GENNAIO 2018 DA TUNISIERESISTANT
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l’original ici
Una denuncia della FTDES circa gli accordi economici di
natura neocoloniale tra L’UE e la Tunisia.
traduction en italien:
10 anni dopo – Il fallimento del libero commercio con l’UE.
Non riprodurre gli errori del passato!
Dieci anni fa, il 1 gennaio 2008, è entrata in vigore la
zona di libero scambio (FTA) tra la Tunisia e l’Unione europea. Conformemente
all’accordo di associazione del 1995, è stata completata l’abolizione dei dazi
doganali su tutti i manufatti europei in ingresso in Tunisia.
Ora è essenziale conoscere le conseguenze di questa politica
sul paese. Ad oggi non è stata completata alcuna valutazione globale
dell’accordo di associazione. Chiediamo pertanto una valutazione indipendente e
approfondita, commissionata dallo Stato tunisino, sulle conseguenze per i
tunisini dell’accordo di associazione con l’UE. E questo in relazione agli obiettivi che aveva fissato, in termini di conseguenze per i diritti economici, sociali e ambientali, e tenendo conto delle disuguaglianze sociali e territoriali.
tunisini dell’accordo di associazione con l’UE. E questo in relazione agli obiettivi che aveva fissato, in termini di conseguenze per i diritti economici, sociali e ambientali, e tenendo conto delle disuguaglianze sociali e territoriali.
Già, e sebbene diversi fattori abbiano influenzato questi
sviluppi, va ricordato che dall’inizio dell’attuazione dell’accordo di
associazione:
– L’equivalente del salario di 60.000 insegnanti è stato
perso a causa della riduzione dei dazi doganali, vale a dire il 2,4% del PIL o
1/10 del reddito dello Stato. Questo calo di reddito è stato compensato da
aumenti delle tasse, che i tunisini hanno percepito direttamente.
– Il 55% del tessuto industriale tunisino è stato perso tra
il 1996 e il 2013.
– La disoccupazione non è diminuita ed è esplosa per i
giovani laureati. L’economia tunisina si è specializzata in attività a basso
valore aggiunto.
– La crescita dell’economia non ha superato il limite del
5%.
– L’AFC non ha avuto un impatto significativo sulle
esportazioni verso l’UE, ma ha aumentato in modo significativo le importazioni.
La bilancia commerciale si è deteriorata bruscamente.
– Gli investimenti stranieri si sono concentrati sulla
costa, esacerbando le disuguaglianze territoriali, sotto un regime offshore per
rimpatriare gli utili in Europa.
Dal 2015, l’Unione europea ha sollecitato la Tunisia a
negoziare un nuovo accordo di libero scambio, l’accordo di libero scambio
globale e completo (CAFTA). Questo ALECA coprirebbe tutti i settori
dell’economia, compresi l’agricoltura, l’energia oi servizi, che sono settori
chiave dell’economia tunisina. Tuttavia, questi ultimi, in particolare
l’agricoltura, non sembrano in grado di far fronte alla produttività europea,
che è sette volte superiore nel caso di un’agricoltura massicciamente
sovvenzionata.
Tale apertura spingerebbe la Tunisia a specializzarsi nei
prodotti di esportazione e ad essere totalmente dipendente dalle importazioni
europee. Ciò potrebbe significare molte perdite di posti di lavoro in Tunisia,
mentre la disoccupazione è un problema chiave. Tanto più che l’apertura dei
mercati tunisini a società straniere non sarà soggetta all’obbligo di assumere
personale a livello locale, di sostenere il tessuto industriale locale o di
trasferire tecnologie.
L’accordo darebbe anche maggiori diritti alle compagnie
straniere, condizionando le future politiche pubbliche tunisine per proteggere
i loro investimenti, a scapito delle misure di sanità pubblica, protezione
ambientale o assistenza sociale.
Infine, i negoziati non comprendono la facilitazione della
libera circolazione delle persone, compresi i lavoratori, mentre è un diritto
fondamentale e indispensabile per garantire opportunità ai tunisini in Europa.
Il progetto di ALECA rappresenta quindi un rischio per la
situazione economica e sociale in Tunisia, per i diritti dei cittadini tunisini
e per la sovranità del paese.
In occasione di questo anniversario, avvertiamo la società
civile, i cittadini tunisini ei suoi rappresentanti di essere a conoscenza dei
problemi del libero scambio, di chiedere una valutazione approfondita
dell’accordo di associazione e di mobilitarsi contro il progetto. di ALECA
proposto dall’Unione Europea. Ribadiamo il nostro impegno per la sovranità dei
popoli, la loro libertà, i loro diritti alla dignità, l’occupazione, la libertà
di movimento e un ambiente sano.
Forum tunisino per i diritti economici e sociali
Presidente Messaoud ROMDANI
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