Cronache
ed estratti a cura delle compagne Mfpr Palermo
L’assemblea
si è tenuta alla ex Fonderia del Comune, organizzata “dall’assemblea contro la
violenza maschile sulle donne”, sigla che mette insieme compagne del centro
sociale Ex karcere, rappresentanti del Coordinamento 21 luglio, donne area Cobas
ecc, vi hanno partecipato poi compagne del Mfpr e lavoratrici dello Slai Cobas
s.c., altre compagne giovani e studentesse anche di Catania,
Marsala…
Nell’introduzione
una compagna del centro sociale ha prima fatto un brevissimo excursus su come è
nata l’assemblea… violenza di genere come fenomeno sociale che ci riguarda
tutte… e poi ha valorizzato l’8 marzo che a Palermo ha visto scendere in tutta
la giornata un migliaio di donne in cui si sono unite diverse generazioni,
lavoratrici, studentesse ecc.; ha denunciato Trump come maschilismo, sessismo,
valorizzando la campagna elettorale contestata da donne, ..poi si è collegata al
g7 dicendo che quelli che si uniranno sono distanti da tutti i bisogni delle
popolazioni e questo g7 è un’occasione per rafforzare il filo rosso con tutte le
donne che sono scese contro Trump. Questa assemblea non si vuole fermare a
questo preciso evento ma vuole andare avanti nel suo percorso… l’8 marzo ci
siamo prese le strade, lo sciopero, dobbiamo imparare a prenderci tutto e ha
fatto la proposta pratica di uno spezzone di donne combattivo.
Sono
cominciati gli altri interventi e si è delineata subito la differenze tra le due
linee:
da
un lato le compagne che fanno riferimento al'ex Karcere e le studentesse di
Catania e Marsala… hanno tutte posto la necessità di scendere come donne in
lotta per il g7 perché Trump rappresenta il sessismo, maschilismo di questa
società ma non solo, quindi si sono dette di fatto d’accordo con lo spezzone, in
particolare la compagna di Marsala facente parte del coordinamento provinciale
in difesa del territorio ha citato la manifestazione del 21 ottobre regionale
contro le esercitazioni Nato, la questione dei migranti, Messico… ha detto che
l’8 marzo è stata una bellissima giornata di lotta e il g7 è un’ottima occasione
per dare continuità e una ottima vetrina in cui le donne possono portare
contenuti anti sessisti, Trump è contro le donne ma le donne devono essere
contro Trump.
Un’altra
compagna giovane ha sottolineato che la scelta della Sicilia non è casuale ma
ben architettata e proiettata (vedi, tra l’altro, lo spreco di denaro che si sta
facendo in infrastrutture quando fino a ieri la gente non aveva niente, facendo
un collegamento anche con i terremotati); ha sottolineato la questione
“sicurezza” che secondo il governo deve essere solo per loro e contro tutti gli
altri, perciò essere a Taormina è importante come donne non solo per le
politiche di Trump ma anche di Gentiloni… aborto, obiezione di coscienza, e ha
fatto un esempio della Le Pen che non si può considerare affatto una donna
femminista e si è detta d’accordo con lo spezzone
.
Poi
c’è stato un primo intervento MFPR che ha trattato diversi punti:
valorizzazione
di questa assemblea dopo lo sciopero dell’8 marzo a
Palermo;
analisi
di Trump= fascio imperialismo che è il concentrato dell’odio fascista degli
uomini verso le donne
le donne borghesi come la Boschi, la Lorenzin… che in preparazione del il G7 hanno redatto un documento di cui noi diciamo “Non in nostro nome”, non potranno mai presentare un documento a nome della maggioranza delle donne, facendo esempi concreti di ciò che c’è scritto in questo documento (le donne come risorsa per il PIL del paese, cioè al servizio del Capitale, le donne che devono accedere a percorsi di istruzione sempre più tecnici nelle scuole, come ha affermato la Fedeli, cioè nuove braccia fresche femminili da sfruttare doppiamente nelle fabbriche…), perché le donne non sono tutte uguali ma ci sono le borghesi, le piccolo borghesi e le proletarie;
le donne borghesi come la Boschi, la Lorenzin… che in preparazione del il G7 hanno redatto un documento di cui noi diciamo “Non in nostro nome”, non potranno mai presentare un documento a nome della maggioranza delle donne, facendo esempi concreti di ciò che c’è scritto in questo documento (le donne come risorsa per il PIL del paese, cioè al servizio del Capitale, le donne che devono accedere a percorsi di istruzione sempre più tecnici nelle scuole, come ha affermato la Fedeli, cioè nuove braccia fresche femminili da sfruttare doppiamente nelle fabbriche…), perché le donne non sono tutte uguali ma ci sono le borghesi, le piccolo borghesi e le proletarie;
valorizzazione
dello sciopero delle donne nazionale (numeri, ma anche questione dello sciopero
vero che ha fatto preoccupare i padroni vedi la repressione delle
lavoratrici)…
è
importante perciò che al G7 le donne siano in prima linea portando i
contenuti necessari e in questo senso dando una risposta combattiva nelle forme
in cui si potrà essere conflittuali ...
Poi
si è fatto riferimento all’assemblea di Roma: da un lato la valorizzazione di
essa ma dall’altro la nota dolente rispetto al G7, ignorato o male affrontato ed
è stato necessario rompere lo schema del tavolo ci si partecipava, fare
pressione per una presa di posizione di lotta e di come le risposte delle
organizzatrici siano state deludenti e vanno criticate : ' sono state un
affronto, offesa per le donne del sud, come se il g7 fosse una questione solo
locale e non addirittura internazionale' denunciando la nota negativa
comunque di un movimento nazionale che almeno in quella sede non ha preso
posizione; la borghesia ci fa la guerra e quindi anche noi ci dobbiamo
considerare in guerra…
-
proposta di una mozione rispetto all’assemblea nazionale di Roma…
Un’altra
compagna del centro sociale ha
ripreso alcuni passaggi del nostro intervento in merito al fatto che dobbiamo
creare una rottura; ci dobbiamo schierare dalla parte di ciò che è giusto e
necessario… ha fatto riferimento alla repressione, decreto Minniti, che rende
l’emergenza sociale una questione a vita; al terrorismo mediatico che impera su
Taormina ma non solo… e sempre riferendosi all'intervento Mfpr sulle donne
borghesi ecc ha denunciato lo schema di chi dice che ci sarebbero donne
“meritevoli” che sono quelle al potere e che si schierano con loro e che stanno
presentando il documento, e quelle “non meritevoli” che saremmo noi… noi
siamo le donne che per loro siamo un problema e questo è un punto a nostro
vantaggio (vedi lo sciopero/repressione Noi non vogliamo essere meritevoli
nel senso di essere allineate al sistema; sul tema della “difesa” che sarà
discussa al g7 noi donne non vogliamo più essere difese ma ci dobbiamo
attrezzare per difenderci noi stesse; d’accordo con lo spezzone.
Studentessa
di Catania:
ha
valorizzato il lavoro all’università per lo sciopero dell’8 marzo con banchetti,
e questa assemblea di oggi rappresenta una continuità perché l’8 marzo è tutti i
giorni e coinvolge anche il g7.
Studentessa
media si è detta d’accordo con lo spezzone e partecipazione al
corteo.
- Nessuna
delle partecipanti era stata all’assemblea di Roma –
Dopo
sono cominciati gli interventi dell’altra linea, piccolo-borghese pacifista e
anche filo istituzionale (coord. 21 luglio, area cobas, docenti legati a
quest’area filo istituzionale e da “boria senile”). La linea è stata subito
chiara: dietro la premessa: ma quanto è bella questa voglia di reagire
però hanno detto di non essere d’accordo su tutto ciò che è relativo al g7.con
il pretesto di dire che non solo Trump è concentrato del patriarcato, ma anche
l’uomo di sinistra è nel patriarcato [?]… per attaccare l'analisi classista del
movimento delle donne su donne borghesi, piccolo-borghesi e proletarie divise
per errori (senza specificare quali), indicare il femminismo degli anni ’70
alle giovani presenti, non come riferimento di lotta vincente ma come argomento
di mero studio; quindi la linea opportunista di destra sostiene il problema vero
è che bisogna trovare un linguaggio femminile, affermando che lo spezzone
femminile al G7 non è quello che ci può rappresentare né violare la zona rossa,
perché sono rituali che convalidano le politiche della borghesia e sono
atteggiamenti maschili. Conclude dicendo che le donne con le armi sono una
pratica maschile da rigettare ricevendo l’applauso della componente di destra
dell'assemblea
la
reazione delle compagne MFPR è stata dura: se parlare di donne con le armi
sarebbe una pratica maschile: “che mi dici allora delle partigiane o delle donne
curde?” E qui è successo un po’ di parapiglia.
Un’altra
della loro area ha ripiegato per sottolineare che le donne curde e le
partigiane si sono trovare nella necessità perché in quel caso era giusto
ribellarsi [!!!]
La
rappresentante del coordinamento 21 luglio ha detto che non riconosceva
assolutamente la nostra obiezione e comunque “noi abbiamo il culo di poter
scegliere una forma differente di quella canonica del corteo e che bisogna avere
creatività, idee fresche ecc.” (senza dire quali).
La
compagna del MFPR è intervenuta di nuovo:
un
intervento con tono ancora più incazzato partendo dalle lotte quotidiane che si
fanno con le lavoratrici, i rapporti di forza che ci sono in campo, la
creatività che si mette in campo dal nostro punto di vista, che può essere anche
la consegna di una lettera ma si fa contrastando polizia ecc. e quindi il fatto
che non si tratta di pratica maschile ma di fare ciò che è necessario (citando
perfino le suffragette prima dell’intervento… e la coscienza della necessità);
qui abbiamo ricordato a proposito di pratica maschile di metterci d’accordo sul
significato, e si racconta in breve dell’episodio tra le organizzatrici a Roma
che volevano togliere il volantino con la forza; suscitando l’incazzatura di una
presente che ha detto con veemenza “dipende da cosa volevate attaccare”,
ma appena ha sentito che si trattava della piattaforma dello sciopero come la
intendiamo noi si è zittita; e quindi una lotta che ha una concezione
politico-militante non meramente tesa allo scontro per lo scontro ma appunto per
fare ciò che è necessario fare!
Subito
dopo c’è stato un altro intervento di un’altra compagna del centro sociale
che se pur ha messo in evidenza la posizione oscillante di questo centro
sociale che vuole mantenere una unità tra queste donne dicendo che non si deve
uscire da questa assemblea con spaccature, dall’altro però ha continuato
dicendo che le donne che imbracciano le armi non sono una pratica
maschile vedi le donne curde, mentre è differente se una donna si arruola
nell’esercito dello stato, e che relativamente al g7 è chi sta al potere che
impone le zone rosse e quindi è legittimo cercare di contrastarle perché Trump
come tutti gli altri non ha alcuna legittimità nell’imporle, e comunque ci
dobbiamo conquistare uno spazio politico, non perché siamo donne dobbiamo fare
solo parole…
Una
compagna di Niscemi è intervenuta leggendo un appello a sostengo delle donne
Nomuos che a seguito della manifestazione dell’8 marzo 2015 hanno ricevuto
denunce dalla questura di Gela…
Alla
fine l’assemblea ha rinviato ad un altro incontro di tipo organizzativo (su fb
pubblicato l’evento per lo spezzone donne contro Trump).
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