APPELLO AD AVVOCATI,
GIURISTI, GIORNALISTI, DEMOCRATICI
ALLE REALTA' SOLIDALI
COI LAVORATORI
11 lavoratori della
logistica della Kamila di Brignano (BG) sono stati licenziati, tra
cui 4 delegati dello Slai cobas per il sindacato di classe.
Essi erano e sono alla
testa di una lunga lotta degli operai della logistica di Brignano per
i diritti lavorativi e sindacali, per la dignità, contro un sistema
delle cooperative che viola il rispetto delle condizioni contrattuali
di lavoro, la sicurezza e porta avanti discriminazioni, fino ad
introdurre metodi da caporalato per scegliere quanti e quando gli
operai devono lavorare, facendo agire anche un pesante ricatto in un
settore in cui il 99% sono migranti che, senza lavoro, rischiano di
vedersi togliere il permesso di soggiorno.
Oggi, il fatto nuovo, è
che viene portato avanti un intreccio tra questi attacchi alle
condizioni di lavoro e i licenziamenti repressivi, per cercare di
soffocare una grande ed estesa lotta che i lavoratori della logistica
stanno portando avanti da tempo, con coraggio, dignità; una lotta
indomabile, resistendo anche di fronte a pesanti aggressioni fisiche,
morti, provocazioni, e diventando un esempio anche per altri settori
di lavoratori.
In questo gli 11
licenziamenti di Brignano sono una realtà emblematica.
Questi licenziamenti
rappresentano un salto di qualità, che chiunque si batte, con i suoi
mezzi e le sue forme, per la difesa dei diritti dei lavoratori, non
può non comprendere e rispondere.
- Da un lato, si tratta di
licenziamenti volti a colpire l’organizzazione sindacale dei
lavoratori, la loro
“testa”. I padroni sanno bene che senza
organizzazione sindacale i lavoratori possono essere manovrati in
qualunque maniera, possono essere divisi e meglio colpiti.
- Dall'altro, le stesse
lettere di licenziamento non sono “normali” lettere di
contestazione su mancata produttività, non rispetto dei carichi di
lavoro, o su “false” malattie o infortuni, ecc; 11 lavoratori
vengono licenziati perchè colpevoli di portare avanti un “disegno
criminoso”, un'azione di “sabotaggio”, finalizzata a
“mettere in ginocchio la cooperativa”.
Cioè, una normale
attività sindacale contro tempi e ritmi di lavoro, contro l'arbitrio
aziendale, per la difesa dei diritti, oggi viene chiamata “disegno
criminoso”, una sorta di “azione terrorista” verso le aziende
della logistica.
- Ma c'è un altro aspetto
“nuovo”. Le “prove” di questa azione di “sabotaggio”
sarebbero nei messaggi fatti dai lavoratori su WhatsApp. Le
cooperative, non avendo riscontri oggettivi, giustificano i
licenziamenti spiando nei telefonini personali dei lavoratori. E'
necessario che anche avvocati, giuristi, dicano che questo non è
legittimo!
I padroni delle
cooperative, dei consorzi multinazionali vogliono alzare il tiro: non
vogliono solo licenziare le avanguardie sindacali dei lavoratori ma,
come nel fascismo, denunciarli penalmente, farli andare in galera. Ma
questo non lo possono e non lo devono fare!
QUESTO SALTO DI
QUALITA' DEI PIANO DEL PADRONATO DEVE TROVARE UNA LARGA OPPOSIZIONE,
perchè se passano questi licenziamenti, questa linea di attacco
all'organizzazione sindacale dei lavoratori, di paragonare la lotta
ad un crimine, questa linea sarà seguita in tante altre realtà
lavorative in lotta e nei Tribunali.
Facciamo appello agli
avvocati, ai giuristi a dare il loro concreto sostegno e supporto
professionale di proposte e di azione per la COSTRUZIONE DI UNA RETE
LEGALE A SOSTEGNO DEI LAVORATORI LICENZIATI
Facciamo appello a
sostenere, con piccoli o grandi contributi, ad estendere dovunque la
CASSA DI RESISTENZA, perchè la resistenza degli 11 lavoratori e
della lotta possa continuare fino a che sarà necessario, fino a
vincere.
Facciamo appello ai
giornalisti, democratici, compagni a dare voce alla lotta contro i
licenziamenti repressivi, antisindacali dei lavoratori della
logistica di Brignano, perchè: se colpiscono uno, colpiscono tutti.
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