Imperia - Sono arrivati anche dalla vicina Francia e dal Piemonte per la manifestazione «a favore della solidarietà e contro l’intolleranza» nei confronti dei migranti. Circa in 200 tra attivisti e rappresentanti del mondo delle associazioni si sono dati appuntamento alla stazione ferroviaria per sfilare in centro, passando davanti al Comune. La città è rimasta indifferente.
Marciapiedi deserti all’ora di pranzo di una domenica di sole,
finestre chiuse, soltanto qualcuno si è affacciato in via Tenda. Una marcia
silenziosa, rotta dagli slogan: «La nostra Europa non ha confini: siamo tutti
clandestini» e «Solidariète pour le sans papier». All’arrivo alle
Gianchette, per i pacifici manifestanti un benvenuto al ritmo di tamburi
suonati da un gruppo di migranti e il saluto di Don Rito, il parroco che ha
trasformato la chiesa di Sant’Antonio in un simbolo: «L’anno scorso abbiamo
iniziato a raccogliere fratelli viandanti nel segno dell’accoglienza e della
solidarietà. Possiamo affiancarci al cammino di questo popolo con gesti concreti
di amore. Gesù risorto lo paragono ai viandanti».
Presenti anche Carlo Freccero, consigliere di amministrazione
Rai, autore televisivo e scrittore, e Carlin Petrini, il patron di Slow
Food: «Ventimiglia non può essere lasciata sola», ha detto il guru della
gastronomia di qualità. E ancora, Cédric Herrou, il contadino che aiuta i
migranti, e il collegio difensivo di Felix Croft, il «passeur solidale» assolto
dall’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Assente il sindaco
Enrico Ioculano, che alla vigilia dell’evento lo aveva definito «un’inutile
parata di vip». «Sembrava che volesse essere una manifestazione contro questa
città, e non lo posso permettere - ha spiegato il suo vice, Silvia Sciandra-
Ventimiglia sta facendo un enorme sforzo e continua, con tutti i limiti: credo
che meriti un po’ di rispetto e di sostegno. Ci stiamo provando, e con noi i
nostri cittadini, che hanno le loro difficoltà e che vivono in una situazione di
continua emergenza. Ci sono persone che hanno paura: è legittimo. Dobbiamo
insegnare a non averla ed accettare che non pensino come noi. Questa è la vera
battaglia: superare la contrapposizioni tra noi e loro, tra i buoni che
accolgono e i cattivi che non lo fanno, che crea muri sulle nostre teste».
In risposta all’ordinanza che vietava di dar da mangiare a
profughi, poi revocata, ha detto: «Il campo Roja può accogliere ora 250
persone: possono entrare con estrema tranquillità, perchè l’identificazione è
già stata fatta allo sbarco». Walter Massa dell’Arci: «Smettiamo di dire che
questa città non accoglie: non è vero». «Siamo qui per la presenza di un confine
ed è solo una prima tappa - ha detto l’organizzatore Marco Revelli che ha
attaccato il governo accusandolo di aver impedito un’accoglienza piena -. A
cominciare dal ministero dell’Interno e da quel ministro Alfano (ex ministro
dell’interno, ndr) che continua a gettare fango sulla solidarietà».
Nessun commento:
Posta un commento