Fiat Sata Melfi - 1
Marchionne aveva promesso mille
assunzioni a Melfi. Oggi ne ha assunti trecento ma con il contratto
interinale. Quindi non è la Fiat ad assumerli? Li prende dalle
agenzie, per mollarli quando vuole? E gli operai che a Melfi erano in
cassa integrazione sono rientrati tutti? Come mai nessuno ne parla?
Forse Marchionne vuole liberarsi dei vecchi dipendenti, approfittando
del Jobs act che toglie la giusta causa nei licenziamenti?
Si sono aperti i cancelli dello stabilimento di Melfi
(Potenza) della Fiat-Fca per trecento nuovi lavoratori assunti con
contratto interinale in seguito all’aumento di produzione dei due
nuovi mini-suv, la Jeep Renegade e la 500X. Si sono presentati
davanti all’ingresso C della fabbrica Lucana, alcuni dei quali
molto giovani (hanno fra i 19 e i 29 anni) e accompagnati dai
genitori, un po’ come se fosse il primo giorno di scuola. I trecento nuovi assunti seguiranno un
corso di formazione e poi passeranno direttamente
sulla linea di produzione.Fiat Sata Melfi - 2
E' stata abolita la mezz’ora della pausa mensa.
L’accordo è stato firmato dal Fim Cisl e Fismic, che si giustificano dicendo che è provvisorio, fino a febbraio quando dovrebbero partire a pieni giri i 18 turni di lavoro.
Questo accordo è stato imposto agli operai, senza consultazione alcuna e tantomeno referendum o votazione.
Col 1° febbraio tornerà la mezz’ora di pausa mensa? E i ritmi di lavoro resteranno invariati?
Mentre il 2015 è cominciato con la sbrodolata di 1.500 assunzioni, in realtà sono 300 interinali, è stata taciuta la notizia dell’abolizione della pausa mensa e di cosa prevede veramente questo accordo, che di fatto costituisce un pericoloso precedente, in quanto firmato in deroga al contratto del gruppo Fiat. Grazie agli accordi firmati da Fim Cisl e Fismic, dal gennaio 2015 un operaio di 3° livello della Fiat, ha una paga base più bassa di un operaio metalmeccanico che non sia della Fiat.
Fiat Sata Melfi - 3
Di conseguenza è
tutto da vedere se gli operai di Cassino,
circa 3.800 attualmente in cassa a rotazione, potranno riprendere
l’attività a ritmo pieno.
Quanto a Mirafiori, che – ricorda Berta –
“dal 1929 agli anni 80 è stata la più grande fabbrica
italiana per addetti e capacità produttiva” – qui il
“processo di snellimento iniziato già nei primi anni 90 ha subito
con Marchionne un’accelerazione fortissima: oggi resta in funzione
solo la linea dell’Alfa Mito, mentre entro fine
2015 dovrebbe iniziare la produzione del suv Levante
ma in volumi modesti”. Di conseguenza “se le cose vanno bene, al
massimo verranno riassorbiti i circa 4mila lavoratori in cassa”.
Che insieme ai circa 2.700 della
Maserati di Grugliasco, dove la produzione è a
pieno regime e l’estate scorsa sono stati trasferiti 500 lavoratori
di Mirafiori, andranno a costituire il nuovo “polo del
lusso” di Fca. Infine Pomigliano,
dove si produce la Panda: fino allo scorso
autunno era un’isola (relativamente) felice, nel senso che solo
una parte dei 4.500 dipendenti era in contratto di solidarietà, ma
in ottobre l’azienda ha chiesto la prima settimana di cassa
integrazione a causa del calo della domanda.Quel che è certo è che nel 2003 la Fiat produceva in Italia quasi 1 milione di auto, mentre oggi sono meno di 400mila su un totale di 4,4 milioni di veicoli assemblati nel mondo da Fca. Il piano industriale presentato da Marchione nel maggio scorso prevede che il numero complessivo salga a 7 milioni nel 2018. Di cui però solo 500mila nella Penisola.
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