domenica 25 gennaio 2015

pc 25 Gennaio - Egitto: quarto anniversario della rivolta, la dittatura militare di al-Sisi uccide nelle piazze.

 "Nuovo" regime stesse rivendicazioni popolari irrisolte, In Egitto come in Tunisia il popolo deve trovare la propria via per trasformare le rivolte in rivoluzioni di nuova democrazia e farla finita una volta e per tutte con la borghesia compradora indigena asservita all'imperialismo.
articolo de "l'Huffington Post":

Egitto, attivista uccisa muore fra le braccia del marito: foto sequenza shock nel 4° anniversario della Primavera Araba (FOTO)
Rodolfo Calò, Ansa
Il bilancio di sangue è meno pesante dell'anno scorso, ma la vigilia del quarto anniversario della Primavera araba egiziana ha confermato che in Egitto è morto il diritto di organizzare un corteo pacifico. Questo almeno appare il senso della morte di un'attivista-dirigente di un piccolo partito di sinistra deceduta vicino a piazza Tahrir al Cairo mentre la polizia disperdeva un corteo di una decina di persone.
Il partito, "Alleanza popolare socialista", in una nota ha sostenuto che la donna di 33 anni è stata uccisa da proiettili di gomma esplosi a distanza ravvicinata. E' stata colpita due volte ad un occhio e una alla testa, ha precisato un anonimo militante al sito di un autorevole giornale, segnalando anche altri due feriti. Il ministero dell'Interno ha negato che la polizia abbia sparato ma, peraltro evocando l'uso di mortaretti da parte dei manifestanti, non ha spiegato la cause del decesso della donna, Shaimaa El-Sabag.
La piccola formazione socialista ha sostenuto che anche il suo segretario generale, Moataz El-Shenawy, è stato manganellato e fermato e la dispersione del corteo non-autorizzato di poche decine di persone è avvenuta nonostante un tentativo di trovare un accordo con le forze dell'ordine. I manifestanti puntavano a deporre fiori a Tahrir, la piazza simbolo della rivoluzione che fece cadere il trentennale presidente Hosni Mubarak: nei 18 giorni di rivolta iniziati il 25 gennaio, morirono più di 800 persone e uno slogan della manifestazione odierna inneggiava contro "gli assassini dei martiri".
Il corteo chiedeva anche "pane, libertà e giustizia sociale", ma è stato represso in base a una controversa legge che in Egitto, dal novembre 2013, limita fortemente il diritto di manifestare. La norma è chiaramente diretta ad evitare cortei dei Fratelli musulmani, messi al bando dopo la seconda rivoluzione egiziana, quella popolar-militare che un anno e mezzo fa portò alla caduta del presidente islamista Mohamed Morsi. Ma come hanno dimostrato i 15 anni inflitti a uno dei più importanti attivisti e blogger egiziani ora in sciopero della fame in carcere in attesa di una riedizione del processo, Alaa Abd El-Fattah, la legge colpisce anche attivisti di orientamento non-religioso.
La militante uccisa, nota per essere un "quadro organizzativo" della formazione attiva solo al Cairo, lascia un bimbo di cinque anni e diceva di essere "contro i Fratelli e contro Sisi", l'attuale presidente ex-generale, perché non voleva che i militari tornassero al potere in Egitto perpetuando l'era Nasser-Sadat-Mubarak.




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