domenica 25 gennaio 2015

pc 25 gennaio - Cremona antifascista - il giorno dopo - un commento che condividiamo,da infoaut

Per chi tocca un compagno son guai

"Ci puoi fare un agguato, ci puoi sprangare
ma i compagni sono tanti e ti verrano a cercare,
in massa di giorno per fartela pagare..."

Il corteo... a Cremona è andato come doveva andare, con forse qualche sbavatura evitabile sul finale, ma nell'insieme puntuale e determinato nel ribadire le ragioni della sua convocazione. Questa è la risposta minima e necessaria che si deve mettere in campo ogni volta che la feccia fascista aggredisce un compagno. A tutt'oggi abbiamo ancora un caro compagno, Emilio, in ospedale, in condizioni critiche. Le chiacchiere stanno a zero! La sinistra più o meno radicale che non ha neanche aspettato la fine del corteo per chiedere alla polizia di identificare e punire i "150 facinorosi" che - a loro dire - avrebbero "rovinato il corteo", ce la dice lunga sulla brutta fine che questi onorevoli e politicanti (Sel) hanno fatto. Non basterà prendere un po' d'aria al Partenone per riallinearsi alle istanze e ai bisogni di una gioventù che ai quattro angoli dell'Europa si vede sottrarre prospettive e periodicamente insorge per affermare l'invivibilità di una società costruita contro di loro. A proposito, sarebbe interessante leggere nei comunicati di costoro anche un effettivo rendiconto di quanti antifascisti hanno portato in piazza oggi... I "facinorosi" erano qualche migliaia mentre loro non raggiungevano le due decine di simpatizzanti... e hanno coraggio di parlare!
Oggi questa piccola città di provincia ha visto sfilare diverse migliaia di compagni determinati a far pesare il proprio numero e la propria rabbia, per ribadire che non si può accettare di rischiare di morire solo perché alcune forze politiche utilizzano questa infima massa di manovra, speculando sulle classi subalterne colpite dalla crisi mentre altre, distratte a sinistra, pensano solo a continuare a fare soldi con la LegaCoop, sfruttando il lavoro in nero e precario degli immigrati. Troppe volte in questi anni un ceto politico di movimento impegnato a sopravvivere e a trovare qualche futura collocazione in consigli comunali o qualche posto come sottosegretario, ha accuratamente evitato che si dessero le giuste risposte ai troppi morti e feriti che abbiamo accumulato. I 7-8000 (o più) che oggi hanno attraversato le strade di Cremona sapevano fin troppo bene che questo era un momento di verità e dignità. O lasciavamo correre un'altra volta, con queste carogne assassine pronte a ringalluzzirsi per nuove e future prepotenze o rendevamo pan per focaccia con la sacrosanta forza dei numeri. Così è stato: questo corteo ha vissuto di questa convinzione e ha praticato i suoi obiettivi.
La decisione di CasaPound di svuotare preventivamente la propria sede (coperta e suggerita dalla schifosa protezione della questura locale), un capetto locale che ha venduto il suo bar per paura di spiacevoli conseguenze, la sparizione fisica degli affiliati dell' "associazione di promozione sociale" dalle strade della città sono la prova del loro poco radicamento, della loro nulla leggittimità sociale, dell'incapacità di mettere in campo alcunché dopo quello che resta un vigliacco tentativo di omicidio. Ha voglia Iannone e il suo tirapiedi locale  a fare la voce grossa e rivendicare l'arditezza dello scontro... La verità e che oggi i suoi camerati in piazza non c'erano e non avrebbero potuto esserci. Fin da domani mattina sarà nostro compito chiudergli ogni spazio e agibilità. Con buona pace della sinistra istituzionale e dei pompieri di sempre.

#EmilioResisti

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