"Il quantitative easing, la cui traduzione letterale è "alleggerimento quantitativo", viene chiamato in italiano anche "allentamento monetario" o QE (acronimo di Quantitative Easing). Attuando un piano di allentamento monetario, la banca centrale acquista titoli di Stato detenuti dalle banche, e accredita alle banche stesse maggiori riserve, al fine di incentivare la crescita economica, "iniettando" nuovo denaro nel proprio sistema economico.... Teoricamente, l’allentamento monetario dovrebbe avere l’effetto di facilitare l’accesso al credito e, per conseguenza, stimolare la crescita economica.... Il programma di Draghi prevede acquisti per 60 mld al mese, con un orizzonte non condizionato temporalmente
Che succede
all’inflazione? La risposta, pragmatica (e anche di
Draghi), è proprio che con gli esperimenti di QE in altri paesi si è
di fatto avuto un limitato effetto sull’inflazione.
Da qui due apparenti contraddizioni. Primo, da un lato la Bce dice
che non dobbiamo temere le conseguenze inflazionistiche del QE, ma
allo stesso tempo pone l’obiettivo di maggiore inflazione quale
principale punto del proprio programma.
Si può dire che il capitalismo si arrota su sè stesso. Per trovare una soluzione alla crisi, provoca altra crisi. Le Banche sono state la causa immediata della crisi e ora devono essere le operazioni bancarie a sollevare dalla crisi. Buttare altri soldi nel sistema economico potrà stimolare temporaneamente le imprese, o addirittura il mondo della finanziaria, ma è solo una droga momentanea.
Nell'ambito del capitalismo europeo, poi, è sempre il capitale più grosso che ne potrà giovare.
Per i lavoratori e le masse popolari non significherà alcun miglioramento, ma rischio di maggiore inflazione, e soprattutto dover pagare con più sfruttamento, più attacchi ai salari queste iniezioni monetarie per i padroni - perchè è sempre dallo sfruttamento degli operai che i capitalisti e il loro sistema traggono profitto, non certo da una maggiore liquidità monetaria, che al massimo gli serve per avere più facilità di credito, fronteggiare i costi complessivi, monetizzare i debiti, con la riproposizione della vecchia ma sempre valida legge del sistema capitalista, soprattutto nella crisi: socializzare le perdite, privatizzare i guadagni.
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