Drapeau Rouge – PCF maoista
Abbasso l'aggressione imperialista in Iraq
L'annuncio della partecipazione della Francia alla coalizione imperialista guidata dagli Stati Uniti in Iraq è per nulla sorprendente. Al contrario essa si colloca nella continuità di una lunga serie di aggressioni dell'imperialismo blu bianco rosso.
Lo Stato francese, che non ha potuto svolgere i suoi piani militari in Siria a causa delle contraddizioni inter-imperialiste, si esprime oggi in Iraq.
Il motivo addotto è sempre lo stesso, si tratta di una cosiddetta minaccia "terroristica". A sentire i leader politici, un'orda di sanguinari islamisti sarebbe pronta a balzare sull'occidentale, il coltello
tra i denti, per massacrare i valori della Repubblica.
Se è vero che non diamo alcun sostegno allo Stato islamico che è un gruppo reazionario e feudale, non possiamo nemmeno dare sostegno agli appelli alla guerra degli imperialisti.
In primo luogo, consideriamo l'imperialismo francese, che è attualmente uno dei più aggressivi, come un nemico dei popoli del mondo e per il proletariato che vive nello stato francese. L'intervento in Iraq non è fatto negli interessi del popolo, ma per quelli della borghesia francese e dei suoi alleati che partecipano alla coalizione. Essa mira a difendere militarmente un governo fantoccio pronto a consegnare il suo paese alla rapina degli avvoltoi capitalisti delle differenti forze presenti. Gli imperialisti aiutano i curdi ma fornendo un minor numero di armi possibile e solo perché i loro leader hanno completamente abbandonato perfino l'idea stessa della rivoluzione. Lo scopo degli imperialisti è quello di mantenere uno stato curdo dipendente e prevenirne lo sviluppo. Era già il loro progetto dopo la caduta di Saddam Hussein, lo Stato che era stato concesso loro conteneva solo scarse risorse petrolifere. Successivamente, è possibile che, malgrado le precauzioni degli imperialisti, alcune armi da loro forniti vengano recuperate da rivoluzionari ma in forma marginale e comunque secondaria. In ogni caso, il popolo curdo può solo contare sulle proprie forze, appoggiandosi sugli elementi più rivoluzionari del loro popolo e delle loro organizzazioni.
In secondo luogo, l'ascesa di gruppi come lo Stato islamico è una conseguenza diretta dei vari interventi militari imperialisti che hanno destabilizzato il Medio Oriente. Le armi che servono ai feudali nella loro lotta accanita contro i popoli e le minoranze che sono considerati "infedeli" (curdi, Yezidi ...) sono quelle che i paesi imperialisti, tra cui la Francia, hanno inviato in Siria. Se le potenze occidentali oggi fanno finta di combattere gli islamisti, occorre ancora rilevare che questi ultimi erano i loro ex alleati nella guerra contro tutti i movimenti progressisti che hanno avuto una certa importanza nei vari paesi arabi.
In terzo luogo, la campagna imperialista è anche una campagna razzista condotta tra l'antro in Francia nei confronti dei musulmani. Con il pretesto del "terrorismo", è tutta una parte del popolo che viene stigmatizzata. Che cosa fa il governo? Suscitato timori per mettere i lavoratori l'uno contro l'altro, e ciò, come sempre, nell'interesse dei padroni che potranno così continuare a dominare secondo il detto: dividere per meglio regnare.
In quarto luogo, la guerra esterna, funge anche da copertura per la repressione interna. Infatti, la minaccia terroristica presunta è stata un buona occasione per far passare in assemblea una nuova legge anti-terrorismo. Questa legge contiene diverse misure. Per esempio il divieto di lasciare il paese su semplice sospetto della polizia, o ancora fare a meno del permesso di un giudice per decifrare dati o effettuare ricerche informatiche.
Ancora una volta, queste leggi liberticide e reazionarie ci vengono propinate a grandi colpi di propaganda razzista sulla "minaccia islamica". Invece il loro uso effettivo risiede bene in una chiara volontà di mettere al passo le masse popolari e di prevenzione contro le organizzazioni rivoluzionarie.
Riteniamo pertanto che i lavoratori e le lavoratrici della Francia e del mondo intero non hanno nulla da guadagnare da questo nuovo intervento imperialista. Ben lungi dall'aiutare il popolo iracheno ad emanciparsi, questo intervento accentuerà il deterioramento delle loro condizioni di vita. Stretti tra i feudali reazionari dello Stato Islamico e i rapaci capitalisti, le masse popolari dell'Iraq e del Medio Oriente non possono che fare affidamento sulle proprie forze, cioè l'organizzazione di queste all'interno dei partiti maoisti presenti e nella costituzione di nuovi partiti MLM, dove non ne esistono. Il popolo non ha un Divino salvatore, le religioni hanno sempre servito a mantenere il dominio degli sfruttatori generando sottomissione e divisione. D'altronde, gli imperialisti e i governi compradori servono solo i propri interessi, il loro obiettivo è quello di espandere i loro mercati all'estero per soddisfare la legge fondamentale della società capitalistica che è la ricerca del massimo profitto.
"No, non è il profitto medio, né il plusprofitto, che rappresenta generalmente un certo aumento del profitto medio, ma proprio il massimo profitto è il motore del capitalismo monopolistico. È proprio la necessità di conseguire il massimo profitto che spinge il capitale monopolistico ad atti rischiosi come l'asservimento e il saccheggio sistematico delle colonie e di altri paesi arretrati, la trasformazione di una serie di paesi indipendenti in paesi dipendenti, l'organizzazione di nuove guerre che sono per i magnati del capitalismo contemporaneo, il miglior "business" che permette loro di trarre il massimo profitto; e infine, i tentativi di conquistare il dominio economico mondiale."
Stali: I problemi economici del socialismo in URSS
Prese nel fuoco incrociato, le masse popolari irachene non hanno altra scelta che la rivoluzione attraverso la guerra popolare, unica via alla liberazione sociale e nazionale.
Di fronte a questa nuova aggressione imperialista, i veri comunisti all'interno dello Stato francese e degli altri paesi partecipanti alla coalizione, deve denunciare chiaramente le azioni della propria borghesia.
Sostenere l'intervento significherebbe mettere il proletariato alla coda degli sfruttatori, e partecipare a una guerra di rapina fatta nell'interesse dei padroni, e questo è sciovinismo sociale. L'unica posizione giusta è quella di auspicare la sconfitta del nostro proprio imperialismo e combattere in ogni modo le sue campagne di aggressione contro i popoli del mondo. Ciò significa allo stesso tempo lottare per arrivare ad un partito comunista qualitativamente superiore e ideologicamente guidato dal marxismo-leninismo-maoismo. Solo una tale partito può rappresentare aspirazioni politiche della classe operaia. Solo una rivoluzione socialista condotta mediante una guerra popolare di lunga durata potrà mettere fine una volta per tutte alle guerre di aggressione e rapina condotte dalla borghesia francese contro le masse popolari del mondo intero.
ABBASSO L'AGGRESSIONE IMPERIALISTA IN IRAQ!
LOTTIAMO CONTRO LE LEGGI ANTI-TERRORISMO E LA CAMPAGNA RAZZISTA DEL GOVERNO!
Vive la resistenza di Kobané!
Da giorni e giorni la città di Kobané è teatro di combattimenti sanguinosi tra le forze progressiste curde e i reazionari dello stato Islamico, sotto lo sguardo impassibile e complice della Turchia.
Da un lato, le autorità turche vedono di buon occhio il massacro in corso contro le popolazioni curde dato che ciò fa parte della sua strategia di annientamento della resistenza popolare nel Kurdistan turco.
Il governo turco rivendica una posizione non interventista con il pretesto che le YPG (Unità Popolari di Protezione) sono alleate del PKK, organizzazione che le classi dirigenti descrivono come "terrorista". Tuttavia la realtà è questa: lo Stato guidato da Erdogan ha incoraggiato il passaggio di armi e combattenti che si uniscono allo stato islamico, ma impedisce ai combattenti curdi di attraversare la frontiera per sostenere i loro fratelli e sorelle in Siria in difesa di Kobané.
D'altro canto, le varie forze imperialiste, che sono il primo responsabile per l'ascesa di Daech si limitano ad un sostegno minimo ai curdi con alcuni missili al giorno.
In ogni caso, gli imperialisti non hanno nulla da offrire alle masse del Kurdistan.
Il popolo kurdo si ritrova ancora una volta solo in prima linea, lasciato alle estorsioni delle forze feudali e alle mire imperialiste di una coalizione occidentale per cui la distruzione del movimento rivoluzionario curdo da parte degli islamisti sarà una vittoria per procura.
Noi non condividiamo tutti i punti di vista delle organizzazioni curde, ma non è il momento della critica, ma della solidarietà. Il movimento curdo e la lotta del popolo kurdo sono parte integrante del movimento rivoluzionario e progressista nella regione.
Il ruolo delle donne in questa lotta è esemplare; esse, come fanno le nostre compagne in India, prendono le armi e vanno in prima linea, mostrando che la capacità di combattimento e di resistenza non è una questione di genere ma una questione di determinazione.
Il popolo kurdo è stato ripetutamente martirizzato dai servi sostenuti un tempo dalle forze imperialiste: Saddam Hussein o Bashar al Assad. Lo Stato turco, al servizio degli imperialisti degli Stati Uniti ed europei ha inoltre cercato di eliminare il popolo curdo.
Egli continua la sua campagna di sterminio coloniale del popolo kurdo mentre allo stesso tempo sviluppa la repressione contro i partiti comunisti rivoluzionari della Turchia. Dal 6 ottobre, le
manifestazioni a sostegno del popolo kurdo e alla resistenza di Kobané si moltiplicano e hanno fatto più di 30 morti, al momento della stesura di questa dichiarazione. Una tale repressione di un movimento di sostegno di una battaglia per la sopravvivenza mostra chiaramente quale sia il governo turco.
Noi non portiamo alcun sostegno agli imperialisti e alla loro campagna di aggressione in Medio Oriente. Inoltre, quando parlano del popolo curdo è per qualificarlo come "terrorista" o per giustificare la loro nuova campagna guerrafondaia in Iraq e Siria.
Condanniamo anche il governo reazionario di Ankara che si frega le mani davanti alla portata del massacro.
Infine esprimiamo il nostro rifiuto dello Stato islamico che è una forza feudale indirettamente armata dagli imperialisti nella loro lotta inter-imperialista sul fronte siriano.
SOLIDARIETA' CON IL POPOLO CURDO CHE LOTTA A ROJAVA!
ABBASSO L'IMPERIALISMO E I SUOI LACCHE'!
GLORIA AI MARTIRI CADUTI NELLA DIFESA DI KOBANE!
Da giorni e giorni la città di Kobané è teatro di combattimenti sanguinosi tra le forze progressiste curde e i reazionari dello stato Islamico, sotto lo sguardo impassibile e complice della Turchia.
Da un lato, le autorità turche vedono di buon occhio il massacro in corso contro le popolazioni curde dato che ciò fa parte della sua strategia di annientamento della resistenza popolare nel Kurdistan turco.
Il governo turco rivendica una posizione non interventista con il pretesto che le YPG (Unità Popolari di Protezione) sono alleate del PKK, organizzazione che le classi dirigenti descrivono come "terrorista". Tuttavia la realtà è questa: lo Stato guidato da Erdogan ha incoraggiato il passaggio di armi e combattenti che si uniscono allo stato islamico, ma impedisce ai combattenti curdi di attraversare la frontiera per sostenere i loro fratelli e sorelle in Siria in difesa di Kobané.
D'altro canto, le varie forze imperialiste, che sono il primo responsabile per l'ascesa di Daech si limitano ad un sostegno minimo ai curdi con alcuni missili al giorno.
In ogni caso, gli imperialisti non hanno nulla da offrire alle masse del Kurdistan.
Il popolo kurdo si ritrova ancora una volta solo in prima linea, lasciato alle estorsioni delle forze feudali e alle mire imperialiste di una coalizione occidentale per cui la distruzione del movimento rivoluzionario curdo da parte degli islamisti sarà una vittoria per procura.
Noi non condividiamo tutti i punti di vista delle organizzazioni curde, ma non è il momento della critica, ma della solidarietà. Il movimento curdo e la lotta del popolo kurdo sono parte integrante del movimento rivoluzionario e progressista nella regione.
Il ruolo delle donne in questa lotta è esemplare; esse, come fanno le nostre compagne in India, prendono le armi e vanno in prima linea, mostrando che la capacità di combattimento e di resistenza non è una questione di genere ma una questione di determinazione.
Il popolo kurdo è stato ripetutamente martirizzato dai servi sostenuti un tempo dalle forze imperialiste: Saddam Hussein o Bashar al Assad. Lo Stato turco, al servizio degli imperialisti degli Stati Uniti ed europei ha inoltre cercato di eliminare il popolo curdo.
Egli continua la sua campagna di sterminio coloniale del popolo kurdo mentre allo stesso tempo sviluppa la repressione contro i partiti comunisti rivoluzionari della Turchia. Dal 6 ottobre, le
manifestazioni a sostegno del popolo kurdo e alla resistenza di Kobané si moltiplicano e hanno fatto più di 30 morti, al momento della stesura di questa dichiarazione. Una tale repressione di un movimento di sostegno di una battaglia per la sopravvivenza mostra chiaramente quale sia il governo turco.
Noi non portiamo alcun sostegno agli imperialisti e alla loro campagna di aggressione in Medio Oriente. Inoltre, quando parlano del popolo curdo è per qualificarlo come "terrorista" o per giustificare la loro nuova campagna guerrafondaia in Iraq e Siria.
Condanniamo anche il governo reazionario di Ankara che si frega le mani davanti alla portata del massacro.
Infine esprimiamo il nostro rifiuto dello Stato islamico che è una forza feudale indirettamente armata dagli imperialisti nella loro lotta inter-imperialista sul fronte siriano.
SOLIDARIETA' CON IL POPOLO CURDO CHE LOTTA A ROJAVA!
ABBASSO L'IMPERIALISMO E I SUOI LACCHE'!
GLORIA AI MARTIRI CADUTI NELLA DIFESA DI KOBANE!
Abbasso l'aggressione imperialista in Iraq
L'annuncio della partecipazione della Francia alla coalizione imperialista guidata dagli Stati Uniti in Iraq è per nulla sorprendente. Al contrario essa si colloca nella continuità di una lunga serie di aggressioni dell'imperialismo blu bianco rosso.
Lo Stato francese, che non ha potuto svolgere i suoi piani militari in Siria a causa delle contraddizioni inter-imperialiste, si esprime oggi in Iraq.
Il motivo addotto è sempre lo stesso, si tratta di una cosiddetta minaccia "terroristica". A sentire i leader politici, un'orda di sanguinari islamisti sarebbe pronta a balzare sull'occidentale, il coltello
tra i denti, per massacrare i valori della Repubblica.
Se è vero che non diamo alcun sostegno allo Stato islamico che è un gruppo reazionario e feudale, non possiamo nemmeno dare sostegno agli appelli alla guerra degli imperialisti.
In primo luogo, consideriamo l'imperialismo francese, che è attualmente uno dei più aggressivi, come un nemico dei popoli del mondo e per il proletariato che vive nello stato francese. L'intervento in Iraq non è fatto negli interessi del popolo, ma per quelli della borghesia francese e dei suoi alleati che partecipano alla coalizione. Essa mira a difendere militarmente un governo fantoccio pronto a consegnare il suo paese alla rapina degli avvoltoi capitalisti delle differenti forze presenti. Gli imperialisti aiutano i curdi ma fornendo un minor numero di armi possibile e solo perché i loro leader hanno completamente abbandonato perfino l'idea stessa della rivoluzione. Lo scopo degli imperialisti è quello di mantenere uno stato curdo dipendente e prevenirne lo sviluppo. Era già il loro progetto dopo la caduta di Saddam Hussein, lo Stato che era stato concesso loro conteneva solo scarse risorse petrolifere. Successivamente, è possibile che, malgrado le precauzioni degli imperialisti, alcune armi da loro forniti vengano recuperate da rivoluzionari ma in forma marginale e comunque secondaria. In ogni caso, il popolo curdo può solo contare sulle proprie forze, appoggiandosi sugli elementi più rivoluzionari del loro popolo e delle loro organizzazioni.
In secondo luogo, l'ascesa di gruppi come lo Stato islamico è una conseguenza diretta dei vari interventi militari imperialisti che hanno destabilizzato il Medio Oriente. Le armi che servono ai feudali nella loro lotta accanita contro i popoli e le minoranze che sono considerati "infedeli" (curdi, Yezidi ...) sono quelle che i paesi imperialisti, tra cui la Francia, hanno inviato in Siria. Se le potenze occidentali oggi fanno finta di combattere gli islamisti, occorre ancora rilevare che questi ultimi erano i loro ex alleati nella guerra contro tutti i movimenti progressisti che hanno avuto una certa importanza nei vari paesi arabi.
In terzo luogo, la campagna imperialista è anche una campagna razzista condotta tra l'antro in Francia nei confronti dei musulmani. Con il pretesto del "terrorismo", è tutta una parte del popolo che viene stigmatizzata. Che cosa fa il governo? Suscitato timori per mettere i lavoratori l'uno contro l'altro, e ciò, come sempre, nell'interesse dei padroni che potranno così continuare a dominare secondo il detto: dividere per meglio regnare.
In quarto luogo, la guerra esterna, funge anche da copertura per la repressione interna. Infatti, la minaccia terroristica presunta è stata un buona occasione per far passare in assemblea una nuova legge anti-terrorismo. Questa legge contiene diverse misure. Per esempio il divieto di lasciare il paese su semplice sospetto della polizia, o ancora fare a meno del permesso di un giudice per decifrare dati o effettuare ricerche informatiche.
Ancora una volta, queste leggi liberticide e reazionarie ci vengono propinate a grandi colpi di propaganda razzista sulla "minaccia islamica". Invece il loro uso effettivo risiede bene in una chiara volontà di mettere al passo le masse popolari e di prevenzione contro le organizzazioni rivoluzionarie.
Riteniamo pertanto che i lavoratori e le lavoratrici della Francia e del mondo intero non hanno nulla da guadagnare da questo nuovo intervento imperialista. Ben lungi dall'aiutare il popolo iracheno ad emanciparsi, questo intervento accentuerà il deterioramento delle loro condizioni di vita. Stretti tra i feudali reazionari dello Stato Islamico e i rapaci capitalisti, le masse popolari dell'Iraq e del Medio Oriente non possono che fare affidamento sulle proprie forze, cioè l'organizzazione di queste all'interno dei partiti maoisti presenti e nella costituzione di nuovi partiti MLM, dove non ne esistono. Il popolo non ha un Divino salvatore, le religioni hanno sempre servito a mantenere il dominio degli sfruttatori generando sottomissione e divisione. D'altronde, gli imperialisti e i governi compradori servono solo i propri interessi, il loro obiettivo è quello di espandere i loro mercati all'estero per soddisfare la legge fondamentale della società capitalistica che è la ricerca del massimo profitto.
"No, non è il profitto medio, né il plusprofitto, che rappresenta generalmente un certo aumento del profitto medio, ma proprio il massimo profitto è il motore del capitalismo monopolistico. È proprio la necessità di conseguire il massimo profitto che spinge il capitale monopolistico ad atti rischiosi come l'asservimento e il saccheggio sistematico delle colonie e di altri paesi arretrati, la trasformazione di una serie di paesi indipendenti in paesi dipendenti, l'organizzazione di nuove guerre che sono per i magnati del capitalismo contemporaneo, il miglior "business" che permette loro di trarre il massimo profitto; e infine, i tentativi di conquistare il dominio economico mondiale."
Stali: I problemi economici del socialismo in URSS
Prese nel fuoco incrociato, le masse popolari irachene non hanno altra scelta che la rivoluzione attraverso la guerra popolare, unica via alla liberazione sociale e nazionale.
Di fronte a questa nuova aggressione imperialista, i veri comunisti all'interno dello Stato francese e degli altri paesi partecipanti alla coalizione, deve denunciare chiaramente le azioni della propria borghesia.
Sostenere l'intervento significherebbe mettere il proletariato alla coda degli sfruttatori, e partecipare a una guerra di rapina fatta nell'interesse dei padroni, e questo è sciovinismo sociale. L'unica posizione giusta è quella di auspicare la sconfitta del nostro proprio imperialismo e combattere in ogni modo le sue campagne di aggressione contro i popoli del mondo. Ciò significa allo stesso tempo lottare per arrivare ad un partito comunista qualitativamente superiore e ideologicamente guidato dal marxismo-leninismo-maoismo. Solo una tale partito può rappresentare aspirazioni politiche della classe operaia. Solo una rivoluzione socialista condotta mediante una guerra popolare di lunga durata potrà mettere fine una volta per tutte alle guerre di aggressione e rapina condotte dalla borghesia francese contro le masse popolari del mondo intero.
ABBASSO L'AGGRESSIONE IMPERIALISTA IN IRAQ!
LOTTIAMO CONTRO LE LEGGI ANTI-TERRORISMO E LA CAMPAGNA RAZZISTA DEL GOVERNO!
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