La kermesse della tre
giorni di Grillo è sostanzialmente riuscita. La partecipazione è
stata abbastanza estesa, la forma dell'iniziativa ha attirato come
mosche i mass media che l'hanno a loro volta amplificata espandendone
il messaggio e sostanzialmente considerando quella di Grillo l'unica
vera opposizione esistente, oltre che nel parlamento anche nel paese.
Quella raccolta al
Circo Massimo è una base sostanzialmente piccolo-medio borghese, che
è fondamentalmente rappresentata da quelli che sono in parlamento. Al
di là delle parole demagogiche di Grillo, si tratta di una base
moderata e tranquilla, né le rivendicazioni né le istanze che
esprime vanno al di là di palliativi per rendere lo Stato e il
Potere più forte e credibile e non sono certo in grado di cambiare
la natura del potere economico e politico che domina nel paese.
La novità principale è
che non si tratta di antipolitica, intesa come denuncia senza sconti
delle forze politiche e del sistema che produce danni per tutte le
masse, ma si va caratterizzando appunto come proposta politica
riformista moderata che colpisce alcuni effetti della politica ma non
ne attacca le cause.
Il Circo Massimo mostra
una maggiore adesione tra base elettorale, attivismo e
parlamentarismo. Questo non sarebbe negativo, è una fotografia
della realtà di cui occuparsi, dato che non invade
più di tanto il campo del proletariato e delle masse popolari e in
particolare di quei settori che lottano.
L'ascesa di Renzi ha
tolto l'appoggio a Grillo di settori del capitale, della media
borghesia industriale e del commercio che erano molto incazzati coi
precedenti governi, e ora lo sono molto meno con Renzi e la sua politica
e quindi guardano a Grillo oggi come una carta marginale.
Così come
evidentemente Grillo non può fare molto conto fuori dal momento
elettorale su quei settori operai e proletari che avevano,
sbagliando, guardato a lui e che risultano abbastanza delusi dagli
esiti di quel voto e di quella delega.
Diciamo che di fatto il
Circo Massimo mostra un M5S che entra nella normalità.
Tutto bene, ma qui
bisogna tener conto di Grillo. Noi abbiamo sempre distinto la figura
e le posizioni di Grillo sia dalla baase attivista aderente al M5S
sia dalla protesta popolare che lo ha premiato con il voto. Grillo
resta un personaggio ambiguo tendenzialmente di destra, anzi di taglio fascisteggiante che coltiva battute, proposte e performance, che
semina e cristallizza le idee di destra sul paese, soprattutto
per la sua tendenza ad allearsi in forme organiche con tutto quello
che c'è di destra in Europa e nel paese. E qui non si tratta
soltanto delle posizioni sull'immigrazione, sui diritti delle donne –
che, per così dire, fanno parte del personaggio – quanto di quel lato
oscuro dedito appunto a trame occulte, a segnali perversi che ben si
sposano con il suo alter ego, Casaleggio.
Anche al Circo Massimo
è questo che poi Grillo ha praticamente cercato di inscenare,
rimettendo in campo la contrapposizione piazza/parlamento, l'appello
all'esercito perchè rovesci Renzi, il cosiddetto “referendum euro”
sempre più aderente alle proposte leghiste, ecc.
L'opposizione al jobs
act non ha sostanzialmente consistenza, vista la propensione pro
piccole imprese, pro medio imprese a cui le proposte renziane
aderiscono. E quindi ha un valore di pure opposizione parolaia,
quell'opposizione da gioco parlamentare che non trova nessuna
consistenza nell'azione e nelle proposte che il movimento di Grillo
fa nella realtà sociale e politica. In realtà Grillo condivide
pienamente la sostanza della campagna antioperaia e antisindacale,
nel senso di attacco ai diritti e alle tutele, che è incarnata dalle proposte
di Renzi.
Lo stile moderno
fascista, demagogico e populista di Renzi, compreso nell'uso perverso
di internet, la sua accelerazione mette ancora più in concorrenza come persone Renzi e
Grillo, ma non certo come politica.
E quindi necessario
ancor più di prima che le avanguardie proletarie, i movimenti di
lotta contro la precarietà, il jobs act, le grandi opere,
consolidino la loro autonomia che comprende una presa di distanza
netta dalle soluzioni e dall'azione di Grillo e dei grillini, tenendo
conto che la chiave di volta è nell'effettivo sviluppo, esistenza e
consistenza di un'opposizione politica di parte proletaria fusa con
un'opposizione democratica reale al moderno fascismo.
In sintesi il modo
migliore per lottare contro Grillo è lottare realmente contro
Renzi, liberandosi della presenza di Grillo e grillini.
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