(da Tavolo 4)
Dall'intervento di Nursel Kilic al Convegno di Donne- Roma
"...Le donne curde si sono organizzate nel Kurdistan Occidentale (Rojava) e oggi, quartiere per quartiere, si sono create organizzazioni educative e sociali per garantire lo sviluppo e la sicurezza dei bambini in questo paese alle prese con una guerra che dura da 3 anni.
Queste donne, perché sono curde, sono
vittime e mezzi sia del regime di Bashar al-Assad sia degli jihadisti.
Le donne curde del Rojava si sono mobilitate con le donne arabe,
turcomanne, assire e alevite per lavorare a soluzioni politiche e
sociali collettive per l’emancipazione delle donne. Queste donne sono la
forza motrice della rivoluzione e le architette di un sistema
democratico ripulito da tutti gli approcci patriarcali.
Le donne curde del Rojava sono
pienamente impegnate e sono uno dei pilastri del sistema chiamato
“autonomia democratica del Kurdistan siriano.” Hanno avuto accesso a
tutti i livelli dell’autogoverno, composto da tre cantoni. Si tratta di
una rivoluzione nella rivoluzione.
Gli attacchi disumani delle bande
dell’IS perpetrati contro i popoli e le religioni del Medio Oriente
rappresentano un grande pericolo.
Dal mese di luglio 2014 gli attacchi
delle bande dell’IS si sono sempre più intensificati; iniziando dal
Comune di Kobane in Rojava (Kurdistan occidentale – Siria) l’invasione
di questi gruppi terroristici si è propagata alla città di Mosul; dopo
luglio gli attacchi si sono moltiplicati divenendo più violenti e
configurando il crimine di genocidio contro il popolo curdo degli yazidi
di Sinjar.
Nelle zone sotto il controllo dell’IS,
le persone sono costrette a diventare musulmane e sono anche giustiziate
in massa. E’ in un spirito di festa che gli yezidi e i cristiani
vengono sterminati. L’esecuzione di persone non musulmane è uno
sterminio di culture e di credenze che persiste. Le bande dell’IS mirano
a cancellare la ricchezza delle fedi, delle culture e la storia della
Mesopotamia.
Secondo i rapporti delle Nazioni Unite
più di 700.000 persone a Sinjar, 10.000 rifugiati provenienti dai campi
profughi di Maxmur, che sono stati esiliati più di 8 volte, hanno
affrontato il rischio di morte a causa della condizione di sfollamento
forzato. Il campo di Maxmur era sotto la protezione e la responsabilità
dell’UNHCR fino al 7 Agosto 2014. La maggior parte di questi rifugiati
sono donne e bambini.
Secondo i rapporti ufficiali, si è
constatato che tra chi è costretto a migrare, le persone morte a causa
della fame e della disidratazione sono in gran numero bambini e anziani.
Attualmente ci sono ancora 20.000 persone sulle montagne di Sinjar, disidratate, senza cibo e senza farmaci.
L’IS e il Daesh sono nemici giurati delle donne, di conseguenza rappresentano un grande pericolo per le donne e le ragazze
Le bande dell’IS rapiscono le donne, le
violentano, le usano come oggetti sessuali e le mettono in vendita nei
“bazar della schiavitù.” Esercitano queste pratiche secondo la loro
propria interpretazione dell’Islam basata su una mentalità dominatrice
nel nome della religione. Per questo i “matrimoni temporanei” sono
considerati legittimi, la vendita, la schiavitù delle donne, vengono
interpretate come diritti e leggi della religione. Secondo le
statistiche dell’Organizzazione dei diritti dell’uomo, più di 1.200
donne sono state stuprate e vendute nel bazar stabilito dall’IS a Mosul.
In questo momento mentre termino il mio
discorso, le donne combattenti delle YPJ continuano ad essere scudi
viventi contro gli attacchi del Daesh a Kobane. A rischio della loro
vita difendono tutti i popoli del Rojava. Sono presenti in tutti i
settori della società per offrire un mondo migliore ai loro discendenti
che spero non dovranno più vivere in zone di conflitto, ma in una
struttura e in un sistema democratico in terra libera"
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