- Redazione Contropiano
Una parte dei partecipanti al corteo ha fatto irruzione nella sede del governatore del Guerrero ed ha appiccato il fuoco all’edificio, rimasto parzialmente danneggiato.
I dimostranti hanno chiesto a gran voce le dimissioni del governatore Angel Aguirre prima di ritirarsi e lasciare spazio ai pompieri: un atto dimostrativo seguito agli scontri tra polizia e altri manifestanti armati di pietre e bastoni di fronte al parlamento locale, con un bilancio di cinque insegnanti e due agenti feriti.
L’inchiesta sulla sorte dei ragazzi spariti nel frattempo non ha prodotto sostanziali novità: si sta ancora lavorando per l’identificazione di un numero imprecisato di corpi senza vita - sembra addirittura 80 - e resi irriconoscibili rinvenuti in diverse fosse comuni attorno a Iguala, che si teme possano essere di alcuni dei ragazzi scomparsi. Le autorità giudiziarie hanno dichiarato di star aspettando i risultati del Dna estratto dai cadaveri e che ci vorrà ancora tempo.
Intanto nelle ultime ore un altro episodio ha contribuito ad alzare la tensione: uno studente tedesco dell’Istituto Tecnologico di Monterrey è rimasto ferito dai colpi di arma da fuoco esplosi da un poliziotto contro il veicolo su cui viaggiava insieme ad altri giovani sulla strada fra Acapulco e Chilpancingo.
La procura di Guerrero ha riferito che gli agenti hanno sparato perché la macchina non si è fermata al loro alt ed è stata confusa con quella di ‘sospetti criminali’. “Se siamo in uno stato di diritto e l’autorità ci chiede di fermarci dobbiamo farlo” ha puntualizzato il vice-procuratore Víctor León; ma, ha aggiunto, “agli agenti non è stato ordinato di sparare, per quello al momento si trovano in condizioni di fermo”.
Stessa sorte toccata a 22 loro colleghi di Iguala, arrestati dopo che fra il 26 e il 27 di settembre avevano sparato contro alcuni autobus che gli studenti della scuola Normal avevano occupato per recarsi a una manifestazione di protesta contro la riforma dell’istruzione e per ricordare i loro coetanei uccisi nella Strage di Piazza delle Tre Culture.
Intanto emergono sulla stampa messicana particolari davvero inquietanti sulle condizioni di vita dei cosiddetti ‘normalistas’. Soia, fagioli e una porzione di riso erano il loro pasto quotidiano; vivevano anche in 12 dentro camere di 9 metri per 9 con i buchi alle pareti coperti da cartoni, su pagliericci gettati a terra o al massimo su vecchi letti a castello. Erano costretti a lavarsi in bagni sporchi e con acqua gelata. Studiavano in classi prive di qualsiasi materiale didattico e con i banchi semidistrutti. Così il portale messicano ‘Sin Embargo’ racconta delle condizioni di vita dei ragazzi della scuola Normal Rural Raúl Isidro Burgos di Ayotzinapa. Vivevano una vita di povertà e sacrificio, insiste ‘Sin Embargo’, mentre il sindaco di Iguala – latitante – José Luis Abarca Velázquez, del Partito della rivoluzione democratica (Prd, opposizione di sinistra), restava trincerato nelle sue proprietà, ville, automobili, conducendo una vita di lusso “in un comune di miserabili”.
“Questa è la storia dell’emarginazione dei giovani studenti ‘desaparecidos’ di Iguala. Il ritratto di un’istituzione in cui si formano i maestri; senza cibo, senza risorse, abbandonati dal governo. Questa è la vita che facevano i ragazzi del primo grado che sono usciti in strada a ‘chiedere l’elemosina’ per poter ottenere risorse per pagare i loro studi. È anche il racconto di un politico del Prd che era a una festa di sua moglie quando è successa la tragedia” commenta ‘Sin Embargo’.
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