domenica 12 ottobre 2014

pc 12 ottobre: COME E' ANDATO IL CORTEO CONTRO EXPO DI MILANO, report di un compagno di proletari comunisti

Già le premesse non erano delle migliori e chi si aspettava una grossa e partecipata manifestazione è rimasto con l'amaro in bocca. Certo non i numeri risibili riportati dalla stampa che riportiamo di seguito

Dalla Stazione Centrale a Cadorna
sfila la manifestazione No Expo
Alcune centinaia di persone in rappresentanza dei centro sociali milanesi e di realtà antagoniste del Nord Italia
di Redazione Milano Online

Sono alcune centinaia le persone che hanno partecipato alla manifestazione contro l’Expo che, sabato pomeriggio, si è mossa da piazza Duca d’Aosta verso piazza Cadorna termine del corteo. Sotto striscioni che recano scritte come «Libertà da Expo» e «Expo fa male» e bandiere No Tav, hanno sfilato esponenti di diversi centri sociali milanesi e del Nord Italia.
Gru
Alcuni manifestanti del corteo, in attesa di partire da piazza Duca d’Aosta, si sono introdotti in un cantiere della ditta Maltauro di fronte al Pirellone e si sono arrampicati su una gru. Da lì hanno acceso due fumogeni e hanno srotolato uno striscione con la scritta «600.000 euro tangenti 4 parchi devastati», in riferimento alla ditta coinvolta nelle inchieste.
Scritte
Alcuni piccoli gruppi di giovani con i volti coperti da maschere o da cappucci hanno imbrattato le vetrine di alcuni filiali di banche della zona e anche un muro sotto la sede del Pirellone. Nel muro sotto la sede del Pirellone i giovani hanno scritto con lo spray «Expo=Mafia, Maroni colluso», mentre sulle vetrate di molte banche lungo via Vittor Pisani sono state tracciate con lo spray scritte come «NoExpo»,«Expo=Mafia» e «Liberati da Expo».
La fine della manifestazione
Intorno alle 19, in piazzale Cadorna il corteo si è concluso. Nel corso della manifestazione non si sono verificati disordini e lungo il corteo alcuni giovani si sono staccati per imbrattare i muri della città e per appendere striscioni su impalcature. Qualche breve momento di tensione si è verificato soltanto quando alcuni antagonisti hanno iniziato a inveire contro agenti della Digos e quando l’inquilino di un palazzo è sceso per protestare perché dei ragazzi stavano scrivendo con lo spray sulla facciata. Al termine del corteo una piccola parte di manifestanti si è diretta al consolato turco di Milano per manifestare solidarietà nei confronti dei curdi che stanno combattendo contro l’Isis al confine tra la Siria e la Turchia.
11 ottobre 2014 | 16:55

Ma i numeri non sono andati al di la di 2/3000 partecipanti. E quì emerge il primo limite frutto della linea perseguita dal Comitato NoExpo, che se da una parte ha il merito di aver, in tempi non sospetti, compreso tutto il marcio che questa cosiddetta grande opera avrebbe gettato sulle spalle di lavoratori-giovani-immigrati-e la popolazione di una grande fetta della provincia milanese, dall'altro lato non ha saputo - voluto?- tramutare queste intuizioni in azione verso i territori per coinvolgere e organizzare un contrasto e opposizione di massa e popolare. Di fatto l'unica realtà presente che questo percorso lo pratica da anni era la delegazione, nutrita e rappresentativa, della Val Susa contro la TAV


Così come le tante presenze organizzate e non hanno mostrato lotte e temi pienamente dentro l'opposizione all'Expo, ma non coordinate e connesse tra loro evidenziando il fatto che da quì all'inaugurazione della kermesse tanto c'è da fare e correggere se si vuol essere coerenti con i proclami di assedio/opposizione scritti sugli striscioni-muri e lanciati dai microfoni


In particolare si deve tenere conto di un fattore che il governo e tutti i promotori di Expo 2015 metteranno in campo per i difendere i loro sporchi affari, come giustamente ricordato al microfono dalla rappresentante della Val Susa, questo si chiama REPRESSIONE E MILITARIZZAZIONE DEL TERRITORIO e un primo assaggio ci sarà già la prossima settimana, come annunciato dalla stampa

Milano si blinda per il vertice euroasiatico: massima allerta e duemila agenti in campo
La prefettura ha imposto al Comune di sospendere temporaneamente i lavori in corso nella Cerchia dei Bastioni: giovedì 16 e venerdì 17 una prova generale in vista della mobilitazione per Expo 2015
di ILARIA CARRA e MASSIMO PISA
10 ottobre 2014

Duemila uomini spalmati su due giorni e turni dalle 7 del mattino a oltre mezzanotte. I poliziotti del reparto mobile e dei reparti prevenzione crimine, funzionari e agenti della Digos e dei commissariati. I carabinieri del battaglione e gli ufficiali del comando provinciale e delle compagnie. In più le unità speciali dei Nocs della polizia e dei Gis dell’Arma, elicotteri a sorvegliare le operazioni dall’alto, sopralluoghi e bonifiche già iniziati e destinati a intensificarsi da qui a mercoledì sera. Numeri da vera prova generale di Expo. Per una settimana Milano vivrà in massimo stato di allerta. Il motivo: giovedì 16 e venerdì 17 ottiobre saranno decine i capi di Stato che parteciperanno al vertice euroasiatico Asem al centro congressi Mico al Portello. E si adottano le misure per evitare attentati, in un clima internazionale particolarmente teso.

La prefettura ha imposto al Comune di sospendere temporaneamente, da domenica per tutta la settimana prossima, i lavori in corso all’interno della Cerchia dei Bastioni. Solo una delle iniziative per blindare il centro e garantire la sicurezza alle rappresentanze internazionali. Già da lunedì inizieranno ad arrivare in città le prime delle 54 delegazioni di Stati europei e asiatici. E sempre lunedì, in prefettura, si terrà un’altra seduta del Comitato sull’ordine e la sicurezza. La disposizione che impone la chiusura dei cantieri, a decine aperti in vista di Expo, prevede che non ci siano scavi attivi, buche aperte e che vadano sospesi i lavori per sottoservizi e tubature. Quindi gli scavi verranno provvisoriamente ricoperti, per poi ripartire da lunedì 20, a vertice finito.

La zona del Portello è blindata, sotto sorveglianza e anche rimessa in ordine. Oltre alla stragrande maggioranza dei capi di Stato europei, è atteso anche Vladimir Putin: è qui che il presidente russo dovrebbe affrontare anche il nodo della crisi ucraina. A confermare la sua visita in Italia è Yuri Ushakov: il consigliere del Cremlino non esclude «una riunione nel cosiddetto formato Normandia», alludendo a un possibile incontro a quattro con l’ucraino Petro Poroshenko, la cancelliera Angela Merkel e il presidente francese François Hollande, come accadde a luglio a margine delle celebrazioni dello sbarco alleato in Normandia. Fra i big avrebbero confermato la presenza anche il presidente cinese Xi Jinping e il premier indiano Narendra Modi, oltre a «una delegazione di alto livello» dalla Corea del Sud.

Cifre e forze in campo che raddoppiano quelle dispiegate giovedì per il vertice europeo sul lavoro, filato liscio in piazza e con la contestazione sindacale contenuta a livelli fisiologici. Piani sicurezza che da un mese impegnano prefettura e questura, comando provinciale dei carabinieri e polizia locale. Perché il volume e lo spessore delle delegazioni lo impone. E perché il livello delle contestazioni ha l'ovvio moltiplicatore della scena internazionale: un battito d'ali di farfalla - è la prudentissima valutazione ripetuta tra corso Monforte e via Moscova, passando per piazza Beccaria e via Fatebenefratelli - può produrre un tifone di timori per il 2015.

Ecco spiegato quel numero, i duemila tra poliziotti e carabinieri chiamati a sorvegliare sullo svolgimento del vertice Asem e, soprattutto, sulla cena di gala a Palazzo Reale. Numero dettato dalla logica, perché se è vero che c'erano mille uomini in strada attorno al MiCo, qui l'obiettivo è raddoppiato. Numero suggerito pure dal precedente che agita i partecipanti alle riunioni a Palazzo Diotti, pur vecchio di cinque anni: la statuetta tirata da Massimo Tartaglia in faccia a Silvio Berlusconi al termine di un comizio del Pdl, proprio in Piazzetta Reale. Certo, era un contesto assai diverso, una manifestazione elettorale aperta, non blindata, per sua natura senza filtri e gestita - vista la presenza dell'allora presidente del consiglio - direttamente dai Servizi.

Il contrario di quanto accadrà giovedì sera, con le delegazioni in arrivo in auto blu, tra due cordoni di agenti, e ministri e capi di Stato che scenderanno all'interno del palazzo. Ma è il topos della piazzetta a renderla più fragile, tanti gli accessi da monitorare (largo Schuster e via Rastrelli, via Marconi e via dell'Arcivescovado, via Cappellari e il mare magnum di piazza Duomo), i capolinea dei tram e le fermate della metrò da tenere d'occhio.

La mobilitazione è massima, sta già svuotando l'attività di commissariati e compagnie dei carabinieri da settimane, riducendone al minimo l'impegno investigativo - ci sono conclusioni indagini e blitz già programmatim ma sospesi e rinviati perché non ci sarebbe personale sufficiente - e quello negli uffici denunce, passaporti e amministrativi. E arriva in fondo a una settimana impegnativa, che prevede nuovi cortei di studenti e collettivi e prelude a una doppia manifestazione che si annuncia tesa, quella che porterà in piazza Lega da una parte e centri sociali dall'altra a sfidarsi sull'immigrazione.

E già ieri in corteo questo aspetto era ben visibile.

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