Dalla Stazione Centrale a
Cadorna
sfila la manifestazione No Expo
sfila la manifestazione No Expo
Alcune centinaia di persone in rappresentanza dei
centro sociali milanesi e di realtà antagoniste del Nord Italia
di Redazione Milano Online
Sono alcune
centinaia le persone che hanno partecipato alla manifestazione contro l’Expo
che, sabato pomeriggio, si è mossa da piazza Duca d’Aosta verso piazza Cadorna
termine del corteo. Sotto striscioni che recano scritte come «Libertà da Expo»
e «Expo fa male» e bandiere No Tav, hanno sfilato esponenti di diversi centri
sociali milanesi e del Nord Italia.
Gru
Alcuni
manifestanti del corteo, in attesa di partire da piazza Duca d’Aosta, si sono
introdotti in un cantiere della ditta Maltauro di fronte al Pirellone e si sono
arrampicati su una gru. Da lì hanno acceso due fumogeni e hanno srotolato uno
striscione con la scritta «600.000 euro tangenti 4 parchi devastati», in
riferimento alla ditta coinvolta nelle inchieste.
Scritte
Alcuni
piccoli gruppi di giovani con i volti coperti da maschere o da cappucci hanno
imbrattato le vetrine di alcuni filiali di banche della zona e anche un muro
sotto la sede del Pirellone. Nel muro sotto la sede del Pirellone i giovani
hanno scritto con lo spray «Expo=Mafia, Maroni colluso», mentre sulle vetrate
di molte banche lungo via Vittor Pisani sono state tracciate con lo spray scritte
come «NoExpo»,«Expo=Mafia» e «Liberati da Expo».
La fine della manifestazione
Intorno alle
19, in piazzale Cadorna il corteo si è concluso. Nel corso della manifestazione
non si sono verificati disordini e lungo il corteo alcuni giovani si sono staccati
per imbrattare i muri della città e per appendere striscioni su impalcature.
Qualche breve momento di tensione si è verificato soltanto quando alcuni
antagonisti hanno iniziato a inveire contro agenti della Digos e quando
l’inquilino di un palazzo è sceso per protestare perché dei ragazzi stavano
scrivendo con lo spray sulla facciata. Al termine del corteo una piccola parte
di manifestanti si è diretta al consolato turco di Milano per manifestare
solidarietà nei confronti dei curdi che stanno combattendo contro l’Isis al
confine tra la Siria e la Turchia.
11 ottobre
2014 | 16:55
Milano si blinda per il
vertice euroasiatico: massima allerta e duemila agenti in campo
La
prefettura ha imposto al Comune di sospendere temporaneamente i lavori in corso
nella Cerchia dei Bastioni: giovedì 16 e venerdì 17 una prova generale in vista
della mobilitazione per Expo 2015
di ILARIA
CARRA e MASSIMO PISA
10 ottobre
2014
Duemila uomini spalmati su due giorni e turni
dalle 7 del mattino a oltre mezzanotte. I poliziotti del reparto mobile e dei
reparti prevenzione crimine, funzionari e agenti della Digos e dei
commissariati. I carabinieri del battaglione e gli ufficiali del comando
provinciale e delle compagnie. In più le unità speciali dei Nocs della polizia
e dei Gis dell’Arma, elicotteri a sorvegliare le operazioni dall’alto, sopralluoghi
e bonifiche già iniziati e destinati a intensificarsi da qui a mercoledì sera.
Numeri da vera prova generale di Expo. Per una settimana Milano vivrà in
massimo stato di allerta. Il motivo: giovedì 16 e venerdì 17 ottiobre saranno
decine i capi di Stato che parteciperanno al vertice euroasiatico Asem al
centro congressi Mico al Portello. E si adottano le misure per evitare
attentati, in un clima internazionale particolarmente teso.
La prefettura ha imposto al Comune di sospendere temporaneamente, da domenica per tutta la settimana prossima, i lavori in corso all’interno della Cerchia dei Bastioni. Solo una delle iniziative per blindare il centro e garantire la sicurezza alle rappresentanze internazionali. Già da lunedì inizieranno ad arrivare in città le prime delle 54 delegazioni di Stati europei e asiatici. E sempre lunedì, in prefettura, si terrà un’altra seduta del Comitato sull’ordine e la sicurezza. La disposizione che impone la chiusura dei cantieri, a decine aperti in vista di Expo, prevede che non ci siano scavi attivi, buche aperte e che vadano sospesi i lavori per sottoservizi e tubature. Quindi gli scavi verranno provvisoriamente ricoperti, per poi ripartire da lunedì 20, a vertice finito.
La zona del Portello è blindata, sotto sorveglianza e anche rimessa in ordine. Oltre alla stragrande maggioranza dei capi di Stato europei, è atteso anche Vladimir Putin: è qui che il presidente russo dovrebbe affrontare anche il nodo della crisi ucraina. A confermare la sua visita in Italia è Yuri Ushakov: il consigliere del Cremlino non esclude «una riunione nel cosiddetto formato Normandia», alludendo a un possibile incontro a quattro con l’ucraino Petro Poroshenko, la cancelliera Angela Merkel e il presidente francese François Hollande, come accadde a luglio a margine delle celebrazioni dello sbarco alleato in Normandia. Fra i big avrebbero confermato la presenza anche il presidente cinese Xi Jinping e il premier indiano Narendra Modi, oltre a «una delegazione di alto livello» dalla Corea del Sud.
Cifre e forze in campo che raddoppiano quelle dispiegate giovedì per il vertice europeo sul lavoro, filato liscio in piazza e con la contestazione sindacale contenuta a livelli fisiologici. Piani sicurezza che da un mese impegnano prefettura e questura, comando provinciale dei carabinieri e polizia locale. Perché il volume e lo spessore delle delegazioni lo impone. E perché il livello delle contestazioni ha l'ovvio moltiplicatore della scena internazionale: un battito d'ali di farfalla - è la prudentissima valutazione ripetuta tra corso Monforte e via Moscova, passando per piazza Beccaria e via Fatebenefratelli - può produrre un tifone di timori per il 2015.
Ecco spiegato quel numero, i duemila tra poliziotti e carabinieri chiamati a sorvegliare sullo svolgimento del vertice Asem e, soprattutto, sulla cena di gala a Palazzo Reale. Numero dettato dalla logica, perché se è vero che c'erano mille uomini in strada attorno al MiCo, qui l'obiettivo è raddoppiato. Numero suggerito pure dal precedente che agita i partecipanti alle riunioni a Palazzo Diotti, pur vecchio di cinque anni: la statuetta tirata da Massimo Tartaglia in faccia a Silvio Berlusconi al termine di un comizio del Pdl, proprio in Piazzetta Reale. Certo, era un contesto assai diverso, una manifestazione elettorale aperta, non blindata, per sua natura senza filtri e gestita - vista la presenza dell'allora presidente del consiglio - direttamente dai Servizi.
Il contrario di quanto accadrà giovedì sera, con le delegazioni in arrivo in auto blu, tra due cordoni di agenti, e ministri e capi di Stato che scenderanno all'interno del palazzo. Ma è il topos della piazzetta a renderla più fragile, tanti gli accessi da monitorare (largo Schuster e via Rastrelli, via Marconi e via dell'Arcivescovado, via Cappellari e il mare magnum di piazza Duomo), i capolinea dei tram e le fermate della metrò da tenere d'occhio.
La mobilitazione è massima, sta già svuotando l'attività di commissariati e compagnie dei carabinieri da settimane, riducendone al minimo l'impegno investigativo - ci sono conclusioni indagini e blitz già programmatim ma sospesi e rinviati perché non ci sarebbe personale sufficiente - e quello negli uffici denunce, passaporti e amministrativi. E arriva in fondo a una settimana impegnativa, che prevede nuovi cortei di studenti e collettivi e prelude a una doppia manifestazione che si annuncia tesa, quella che porterà in piazza Lega da una parte e centri sociali dall'altra a sfidarsi sull'immigrazione.
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