2 – UNIONE DI LOTTA PER
L’EMANCIPAZIONE DELLA CLASSE OPERAIA 1895
3 – POSDR PARTITO OPERAIO SOCIALDEMOCRATICO RUSSO
COSTITUITO NEL 1898 a MINSK
Dalla formazione del Partito
operaio socialdemocratico russo POSDR
nasce l’esigenza fondamentale di costituire un’organizzazione politica unitaria nel paese – un
organizzazione guidata da un unico programma /statuto – per raggruppare i vari
circoli del paese, ma nei circoli si
hanno degli orientamenti e concezioni diverse – UN DIVERSO MODO D’INTERPRETARE
IL MARXISMO -
Nella fase di preparazione del 2
Congresso del 1903 vengono fuori due
diverse posizioni: la 1° posizione quella
rivoluzionaria di Lenin e la 2
posizione quella moderata di Martov, queste due posizioni si scontreranno sulle concezioni del rapporto tra il partito e le masse, tra direzione e spontaneità, tra unità e
democrazia.
Per la posizione di Martov è da ritenersi menbro del partito
chiunque partecipi in qualche modo alle lotte del partito e quindi non è
definito il rapporto tra partito e le masse non precisato il rapporto tra
direzione e spontaneità che in un modo o
in un altro aiuti la lotta.
Per Lenin può essere membro del
partito solo chi milita attivamente... “il Partito come reparto d’avanguardia della classe sia un qualcosa il
massimo possibile organizzato.....”
Quindi questo diventa lo scontro
tra le due posizioni che si definiranno via via, la posizione rivoluzionaria di
Lenin avrà la maggioranza ed è per questo che si chiameranno bolscevichi (
maggioranza) e la posizione di Martov
definiti economisti – perchè il proletariato deve limitarsi alla lotta
economica - menscevichi (minoranza).
L’ala rivoluzionaria si trova a
scontrarsi contro l’ala degli economisti che in quel momento influenzavano il
movimento operaio (cosa che tutt’oggi vediamo preponderante in alcune
organizzazioni politiche e sindacati di base) lotta per gli interessi quotidiani, lotta per
le condizioni economiche e scioperi per condurre queste lotte – e questa
ci riconduce ad una interpretazione meccanica del MARXISMO - “IN
REGIME DI AUTOCRAZIA, PRIMA CHE SIA CONQUISTATA LA DEMOCRAZIA BORGHESE TOCCA
ALLA BORGHESIA CONDURRE LA LOTTA POLITICA; IL PROLETARIATO DEVE LIMITARSI ALLA
LOTTA ECONOMICA”
Per gli economisti valeva il
principio “agli operai la lotta economica, ai liberali la lotta Politica” - era
per questo negato alla classe operaia l’interesse alla lotta per
la lotta rivoluzionaria e il compito essenziale che le spetta in
questa lotta, “poichè l’economia è il momento di base e la politica la
sovrastruttura, è nella lotta economica
che si forma la coscienza politica della classe operaia” quindi: il movimento, la rivendicazione
immediata, la spontaneità doveveano essere in primo piano per la classe
operaia, mentre si
sottovalutavano/negavano sempre per la classe operaia, la direzione, la
elaborazione strategica e tattica, il programma politico, il partito, la teoria
rivoluzionaria.
L’economismo = variante RUSSA
dell’opportunismo tedesco di Bernstein -
dove da una revisione ai principi fondamentali del Marxoismo si negava la dittatura
del proletariato e quindi negazione del dominio del proletariato sulla
borghesia.
Il “CHE FARE?“ è altro un'ampia ed efficace
critica, polemica alla spontaneità degli economisti contro cui Lenin
si propone di lottare per affermare la giusta e corretta teoria, senza teoria rivoluzionaria non vi può essere partito rivoluzionario, e la pratica
rivoluzionaria.
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CHE FARE? -
Lenin
Il testo come analisi/sviluppo
del MARXISMO per l’organizzazione del proletariato nazionale e
internazionale. Lenin . avrebbe voluto iniziare con l’analisi “DA CHE COSA COMINCIARE” e si era posto dei
temi principali:
1) CARATTERE E CONTENUTO
DELL’AGITAZIONE POLITICA,
2) COMPITI ORGANIZZATIVI,
3) PIANO PER LA CREAZIONE DI UN
ORGANIZZAZIONE DI LOTTA PER TUTTA LA RUSSIA.
Anche se i tre temi restano
argomenti fondamentali del testo, Lenin
deve affrontare l’importante questione delle due tendenze nella
socialdemocrazia russa che dovevano
essere analizzate, per cui il testo
diventa anche una chiarificazione sistematica della differenza della politica
tradunionista e la politica socialdemocratica, tanto da rendere questa chiarificazione la spiegazione
dell’atteggiamento degli economisti e l’organizzazione dei rivoluzionari.
Sulla parola
d’ordine”LIBERTA’ DI CRITICA” in voga tra i riformisti/revisionisti Lenin non
fa altro che una forte critica alla
posizione degli opportunisti che
mistificano il socialismo:
“la socialdemocrazia deve trasformarsi da
partito di rivoluzione sociale a un
partito democratico di riforme sociali”
“Si nega la possibilità di dare
un fondamento scientifico al socialismo
e di provare che, dal punto di vista della concezione materialistica
della storia, esso è necessario ed inevitabile”
“si nega il fatto della miseria
crescente, della proletarizzazione, dell’inasprimento delle contraddizioni
capitalistiche”
“si dichiara inconsistente il
concetto stesso di “scopo finale” e si
respinge categoricamente l’idea della dittatura del proletariato”;
“si nega l’opposizione di
principio tra liberalismo e socialismo”;
“si nega la teoria della lotta di
classe”.
si vuole nascondere –
reprimere di fatto l'organizzazione politica rivoluzionaria che deve
guidare le lotte operaie e sociali
verso la conquista del potere politico.
- La socialdemocrazia deve trasformarsi da
partito di rivoluzione sociale in partito democratico di riforme sociali – Chi
non chiude intenzionalmente gli occhi non può non vedere che la nuova tendenza “critica” del socialismo non è altro che una
varietà di opportunismo.
La libertà di critica è una
grande parola, ma sotto la bandiera della libertà dell’industria si sono fatte
le guerre più brigantesche, sotto la bandiera della libertà del lavoro i
lavoratori sono stati costantemente derubati.
Verso e contro i difensori della parola d’ordine “libertà di critica”
in cui la rivista “Roboceie
Dielo” persevera va la critica di Lenin.
“Piccolo gruppo compatto, noi camminiamo per una strada ripida e difficile
tenendoci con forza per mano. Siamo da ogni parte circondati da nemici e
dobbiamo quasi sempre marciare sotto il fuoco. Ci siamo uniti, in virtù di una
decisione liberamente presa, allo scopo di combattere i nostri nemici e di non
sdrucciolare nel vicino pantano, i cui abitanti, fin dal primo momento, ci
hanno biasimato per aver costituito un gruppo a parte e preferito la via della
lotta alla via della conciliazione. Ed ecco che taluni dei nostri si mettono a
gridare: "Andiamo nel pantano!". E, se si incomincia a confonderli,
ribattono: "Che gente arretrata siete! Non vi vergognate di negarci la
libertà d’invitarvi a seguire una via migliore?". Oh, sí, signori, voi
siete liberi non soltanto di invitarci, ma di andare voi stessi dove volete,
anche nel pantano; del resto pensiamo che il vostro posto è proprio nel pantano
e siamo pronti a darvi il nostro aiuto per trasportarvi i vostri penati. Ma
lasciate la nostra mano, non aggrappatevi a noi e non insozzate la nostra
grande parola della libertà, perché anche noi siamo "liberi" di andare
dove vogliamo, liberi di combattere non solo contro il pantano, ma anche contro
coloro che si incamminano verso di esso…”
Ce Circolo proletari comunisti Palermo
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Gruppo di Studio sul "Che Fare?" il Lunedì dalle ore 17,15 in Via G.del Duca, 4 Palermo
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