Varavara Rao: “Sono per la Nuova Democrazia”
Intervista ad Aishik
Chanda. Fonte: Countercurrents.org
In visita al Tata Institute of Social
Sciences di Mumbai per una conferenza “la guerra che infuria contro
l'India: Decostruire il concetto di India” il poeta rivoluzionario,
ideologo maoista e giornalista del Telangana Varavara Rao discute
con uno studente del TISS, Aishik Chanda, sul movimento maoista e il
suo futuro percorso in anticipo.
Aishik Chanda:
Recentemente al vostro Forum per una
Politica Alternativa (Pratyamnaya Rajakeeya Vedika) è stato negato
il permesso di tenere un seminario di riunirvi e, insieme a molti
altri, sei stato detenuto in custodia cautelare. Pensi che l’attuale
KCR governo del Telangana agisca come quelli che lo hanno preceduto
nell’Andhra Pradesh unito quanto a mano pesante contro le forze
rivoluzionarie?
Varavara Rao:
Il seminario, la manifestazione e
l’incontro pubblico erano stati convocati per commemorare i 10 anni
dalla formazione del PCI maoista. Argomenti del seminario erano la
formazione del partito bolscevico, del Fronte Unito e dell’Esercito
Rosso. Pertanto non avevamo richiesto alcuna autorizzazione.
Stavamo organizzando un seminario, un
raduno e un incontro pubblico.
Secondo le leggi, se si tiene un
incontro pubblico, è necessario informare la polizia che regoli il
raduno laddove si utilizzi un’amplificazione, è necessario
informarne la polizia per evitare che l’amplificazione possa recare
disturbo al pubblico. Ma per il seminario, non è necessario
informare anche la polizia. In ogni casi si tratta di informare la
polizia, non di chiederne il permesso. Anche nei periodi di maggiore
repressione, come quelli dei governi ei Vengal Rao, YS Rajasekhar
Reddy e N. Chandrababu Naidu, non era necessario un permesso per
riunirsi in una sala. Eppure neanche il nostro seminario è stato
autorizzato quando abbiamo informato dell'incontro pubblico e raduno
pubblico.
Oltre a me, altre 700 persone sono
state detenute in custodia il pretesto che, dopo il seminario,
queste, istigate dai discorsi rivoluzionari, avrebbero poi inscenato
una manifestazione che avrebbe portato disordini. Una giustificazione
senza fondamento. Il divieto è assolutamente antidemocratico.
Paragoniamo il KCR col N.T. di Rama Rao che vietò AATA, MAATA e
PAATA, impose il TADA, sotto il quale ci futono numerosi di
sparizioni e falsi scontri. A quel tempo, dopo l'uccisione del dottor
Ramanatham, fu vietato un incontro alla Saraswatham Hall, dove il
pubblico non fu fatto entrare, fu consentito solo l’uso degli
altoparlanti. Il poeta del Telangana Kaloji disse allora: abbiamo
convocato una riunione per condannare l'uccisione del dottor
Ramanatham ma a quanto pare anche noi siamo morti, dato che non ci è
permesso di parlare al pubblico. La stessa cosa si è ripetuta sotto
il governo del KCR. Il KCR è peggio di tutti i suoi predecessori.
AC:
Balladeer Gadar è stato assente in
tutta la vicenda. C'è stato una rottura tra te e lui?
VR:
Assolutamente no. Lui sta lavorando di
più sulla questione Telangana, attraverso il suo Telangana Praja
Front, che è un forum per una politica alternativa. Nel Fronte ci
sono democratici e persone che sostengono pienamente il movimento
maoista. Il 11 ottobre e il 12 a Warangal si tiene una conferenza del
Telangana Praja Fronta, cui non sarò presente. Si tratta
sostanzialmente di una divisione del lavoro.
AC:
Come collochi il movimento Dalit nello
stato Telangana? Il KCR ha già fatto marcia indietro sulla promessa
di un primo ministro Dalit.
VR:
Fare un Dalit primo ministro è una
cosa simbolica. Ha già insediato un dalit come vice primo ministro
ma lo ha apertamente umiliato a Warangal. Il Dr Thatikonda Rajaiah,
che viene dalla comunità Madiga e oltre che vice primo ministro è
anche ministro della salute, aveva promesso una facoltà di medicina
a Warangal. Il KCR lo ha apertamente smentito dicendo “come può
fare queste promesse impossibili” è ha illecitamente respinto la
sua proposta. Il KCR può fare molte promesse ma il vice primo
ministro, che è un Dalit, non può farle. Questo rifiuto mostra
l’atteggiamento feudale del KCR s verso i Dalit. Chi lo conosce non
si aspetterebbe mai che farà un dalit primo ministro.
AC:
Come vede il futuro del movimento
maoista nel nuovo stato?
VR:
Il movimento maoista è il solo futuro,
in quanto unica politica alternativa. Il popolo è stufo della
democrazia parlamentare, soprattutto dopo l’ascesa di Modi sarkaar.
I media hanno sostenuto Modi primo ministro ma, nonostante la sua
retorica dell’“acche din”, ha aumentato i prezzi della benzina
e le tariffe ferroviarie. Il popolo è sempre più deluso dei governi
centrale e locali statali, compreso quello del Telangana. A Tirupati,
Andhra Pradesh, è stata vietata un’assemblea contro la Operazione
Green Hunt. In diverse località i dirigenti di organizzazioni di
massa sono stati arrestati. In questa situazione ritengo movimento
maoista raccoglierà forze in Telangana e in altri nuovi stati. AC:
Si assisterà al ritorno in Telangana
dei quadri maoisti che erano fuggiti in Bastar e Chhattisgarh in
seguito alla operazioni di polizia in Telangana?
VR:
Sicuramente torneranno in Telangana e
recluteranno molte persone. In realtà è questa la paura del
governo, perché lungo il corso del fiume Godavari nei distretti di
Adilabad, Karimnagar, Warangal e Khammam, ci sono attività maoiste.
Dalla formazione dello stato di Telangana, tre scontri tra forze di
sicurezza e i maoisti hanno avuto luogo nel distretto di Adilabad.
Grazie alla conoscenza del territorio, la direzione del partito del
distretto di Adilabad è sfuggita alla cattura.
AC:
Perché c'è regionalismo tra i ranghi
dirigenti dei maoisti. Si dice che occorre essere essere un Telangana
Telugu per salire ai vertici dei maoisti. C'è solo un non-Telangano,
Kishen Da (che guidava il Centro Comunista Maoista nell’India del
nord), nel politburo del PCI maoista.
VR:
Questa è un’invenzione dei media.
Non c'è regionalismo tra le file dei maoisti. Fin dai tempi della
lotta armata in Telangana nel 1948-1951, che era diretta dal PCI
unito, c’è stata una tradizione comunista rivoluzionaria in
Telangana. Molti giovani si unirono al gruppo People’s War, che in
seguito si sono affermati tra i ranghi superiori dei maoisti. Perciò
la presenza di dirigenti del Telangana nel Politburo maoista è una
cosa naturale. Non si può dire che, per esempio, dirigenti del
Haryana o Gujarat non possono raggiungere i vertici maoisti. Tutto
dipende dal lòoro background e dalla tradizione rivoluzionaria.
AC:
Si dice che molte donne quadri
minorenni sono state abusate sessualmente da maschi adulti maoisti.
VR:
Questa è una bugia creata dai media.
Molti dei quadri che hanno lasciato la lotta armata e si sono arrese
per motivi di salute o altro sono state costrette a dire queste bugie
per diffamare il movimento.
AC:
Quindi neghi che ci siano stati casi di
abusi sessuali?
VR:
No, c'è sempre un'eccezione. Quelli
che hanno commesso abusi sessuali sono stati puniti severamente e
molti di loro hanno lasciato il movimento.
AC:
Qual è la tua opinione sul Partito Aam
Aadmi e Arvind Kejriwal e la loro politica?
VR:
Dato che il popolo ha perso fiducia
nella politica parlamentare, l’AAP è l'unico esperimento per
tenerlo in vita. I media ne hanno fabbricato il consenso. Prima hanno
sospinto Anna Hazare, poi l’hanno messo da parte, poi hanno
innalzato Kejriwal e hanno abbandonato anche lui e infine hanno fatto
propaganda per Modi.
AC:
Se il bando contro il PCI maoista fosse
rimosso, aderirebbe alla politica parlamentare?
VR:
No! Certamente no. Ci sarà una grande
esplosione del paese se il divieto fosse rimosso. Si moltiplicherebbe
l’attività delle masse.
AC:
Che opinione hai degli altri partiti
marxisti, come il PC Marxista e il PCI M-L?
VR:
Non sono affatto partiti marxisti.
Hanno aderito alla linea parlamentare. Basti guardare l'esempio del
governo del Fronte di Sinistra in West Bengal, dove in Nandigram,
Singur hanno portato le politiche di globalizzazione. Un conto è
quando si tratta di questioni democratiche, laiche, in particolare la
lotta contro il Moditva, allora si può lavorare con loro nelle
organizzazioni di massa. Ma, fino a quando aderiranno alla
globalizzazione imperialista, non si può chiamarli partiti
comunisti.
AC:
Abbiamo visto una netta diminuzione
della forza dei partiti comunisti, anche nella politica parlamentare,
C'è la possibilità che tutti i partiti comunisti si uniscano?
VR:
Se fanno analisi e autocritica, ci può
essere una possibilità che i quadri dei cosiddetti partiti comunisti
possano unirsi ai maoisti, se si liberano da tutte le illusioni. Tra
noi ci siamo preparati a questo. Nella storia dei partiti naxaliti
dal movimento di Naxalbari del 1967 a oggi ci sono state spaccature e
unificazioni. Oggi, c'è la possibilità che tutti i partiti
rivoluzionari naxaliti impegnati nella lotta armata si uniscano
formando un fronte e un partito bolscevico che porti avanti la
rivoluzione.
AC:
Il movimento maoista si è nettamente
ridotto nel West Bengal dopo l’avvento del governo di Trinamool.
VR:
Sta gradualmente recuperando forza. C'è
stata una grave battuta d'arresto dopo l’assassinio in un falso
scontro di Kishenji, ma le forze maoiste stanno tornando forti.
AC:
Qual è la tua opinione sul
fondamentalismo islamico?
VR:
Come diceva l’amico Gudiva Thiango,
il fondamentalismo monetario internazionale è più pericoloso di
fondamentalismo religioso.
AC:
Credi nella democrazia?
VR:
Sì, io credo nella democrazia ma in
nome della democrazia in India si pratica la dittatura borghese. Noi
siamo invece per la Nuova Democrazia.
AC:
Avete denunciato che a G.N. Saibaba,
pur essendo un disabile, sia stato dato deliberatamente un servizio
igienico all’indiana e che questa è una violazione dei diritti
umani. Ma, che dite dei funzionari e impiegati governativi rapiti e
uccisi solo perché associati al governo?
VR:
In ogni guerra, non conta la
responsabilità individuale dei soldati, ciò che conta è da che
parte stanno. Non possiamo farci nulla. Ci dispiace per la bassa
truppa, ma è il prezzo che si deve pagare in una guerra. Loro stanno
dalla parte sbagliata, noi siamo dalla parte del popolo. Dai tempi di
Kurukshetra fino alla Seconda Guerra Mondiale, è sempre stato così.
AC:
Il VIRASAM sta lavorando per la nascita
di movimenti letterari simili anche in altre lingue?
VR:
In realtà, esisteva una Lega per la
cultura rivoluzionaria di Tutta l’India, costituita nel 1983, che
dopo il 2002 non ha potuto lavorare a causa del bando imposto su di
essa. Ora, specie dopo la salita al potere di Modi, c’è la
necessità che le forze democratiche, laiche formino un fronte
letterario e culturale.
AC:
Come mai il movimento Hungryalista in
Bengala è morto, ma tutti questi anni siete riusciti in qualche modo
a mantenere vivo il VIRASAM?
VR:
Dopo la fine del movimento Bhooki Peedi
(Hungryalista) in Bengala è nata la rivista Frontier, si è formato
PCI M-L e io stesso ne ho fatto parte fino a 1975. C'era una grave
sconfitta e solo nel 2010, il movimento maoista è rinato in
Jangalmahal, subendo anch’esso una battuta d'arresto. Nel
frattempo, in Andhra, seguendo il movimento Srikakulam e ispirato da
esso, si è formato VIRASAM. Poi, riesaminando tutta la storia
ripensando come attuare la linea di massa si è formato il gruppo
People’s War, che è stata poi parte maggioritaria del PCI maoista.
Grazie alla continuità del movimento rivoluzionario in Andhra, siamo
riusciti a mantenere vivo anche il movimento letterario
rivoluzionario.
AC:
Quali erano le aspettative sul nuovo
stato e come sono cambiate?
VR:
Non avevamo aspettative sul nuovo
stato. Abbiamo combattuto per un stato separato del Telangana fin dal
1969 Lo stato Hyderabad aveva un sistema feudale medievale, mentre
l'India britannica (Andhra e Rayalaseema erano nella Presidenza di
Madras) era sviluppata. Così, la fusione nel 1956 ha portato uno
sviluppo ineguale. E lo sviluppo ineguale è una caratteristica
dell'imperialismo. Per questo abbiamo lottato per un Telangana
democratico. Solo i maoisti hanno sempre sostenuto il movimento
Telangana. L’attuale Telangana non è che uno Stato come gli altri.
Non fa alcuna differenza per la vita del popolo, quindi la lotta per
Telangana democratico continua.
AC:
Qual è la vostra opinioni sul
movimento nelle Università di Jadavpur Hokkolorob?
VR:
diamo il nostro pieno sostegno al
movimento. Mamata Banerjee sta cercando di schiacciare ogni tipo di
tradizioni democratiche e, così, naturalmente, diventerà un
boomerang.
L’intervistatore frequenta il Master
in Studi e Storia Tribale presso il Tata Institute of Social Sciences
di Mumbai. Lavora come giornalista per il Deccan Chronicle e il New
Indian Express di Hyderabad. È un giornalista indipendente.
Email id: chanda.aishik@gmail.com
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