“Noi siamo delle tensioni? Guardateci negli occhi. Siamo delle tensioni, noi? Siamo dei papà,
delle mamme, che hanno visto i loro figli bruciare vivi, neri, arsi,
abbrustoliti. Non dovete, non potete. Noi rigettiamo questa vostra definizione”.
E’ stato un duro
atto d’accusa l’intervento di Daniela Rombi, presidente del “Mondo che vorrei“,
l’Associazione dei familiari delle vittime della strage della stazione di
Viareggio (2009), al congresso nazionale della FILT-CGIL.
La sigla sindacale
del settore trasporti aveva invitato all’appuntamento anche Mauro Moretti, AD di
Ferrovie e imputato per il disastro che ha provocato 32 morti. Le associazioni
avevano protestato e allora Moretti aveva dovuto rinunciare al suo intervento.
Ma una nota del
FILT-CGIL aveva spiegato questa assenza per le “possibili tensioni locali”.
Da qui la rabbia
doppia dei familiari.
“Sono stati
licenziati ferrovieri, perché hanno osato parlare di sicurezza” – ha detto la
Rombi che nella strage ha perso una figlia di 21 anni, Emanuela – “Pensavo che
il sindacato difendesse queste persone, ma sinceramente io non ho visto cosa
avete fatto voi per queste persone”.
“Vorrei che per un
attimo pensaste ai vostri figli” – ha scandito di nuovo la presidente
dell’Associazione dei familiari delle vittime – “Se andaste a casa e non li
trovaste più. Di che cosa avreste paura, dopo? Che cosa avete da perdere dopo?
Noi non abbiamo più niente da perdere. Noi purtroppo non abbiamo più i nostri
figli: la sera non tornano a casa. Ma noi pretendiamo in ogni luogo e in ogni
organizzazione verità, giustizia e sicurezza”.
E ha auspicato che
la CGIL “il cui avvocato non si è mai presentato a processo” ritiri la
costituzione di parte civile: “Non ne abbiamo bisogno”.
Il video
dell’intervento di Daniela Rombi al link:
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