Mentre il capo del governo Renzi butta fumo negli occhi e paroloni
nelle orecchie per stordire le masse con la favoletta degli 80 euro, il moderno fascismo avanza, e
Roma con il suo sindaco ne è un esempio. Con gli sgomberi forzati
effettuati con poliziotti armati di tutto punto e blindati delle
famiglie e i loro bambini, alle proposte di divieto di manifestare, e
questo alla vigilia del 25 aprile alla faccia di quella democrazia
(borghese) di cui si riempiono tanto la bocca e della (loro)
Costituzione sulla quale il sindaco Marino ha giurato! E in
particolare nel Primo Municipio di Roma, “quello del centro storico
appunto”, tutti i partiti, “dal Pd a Fratelli d’Italia, dai 5
Stelle a la Destra — con la sola eccezione di Sel” hanno
“approvato un ordine del giorno presentato dalla lista Marchini,
che propone di vietare ai cortei le vie «sensibili» del centro
della città.”
Per la borghesia al potere questa Costituzione è da sempre carta
straccia e adesso che deve “rimettere i conti a posto” non vuol
sentire ragione e mostra ogni giorno di più la faccia più feroce.
dal Manifesto di oggi
Movimenti – Blitz con i blindati in due palazzine. Il I
Municipio vota lo stop alle manifestazioni
Ancora sgomberi a Roma, sì a mozione anticortei
Di nuovo uno sgombero, di nuovo i blindati e la celere per
portarli via dalle proprie case. A Roma questo è stato il risveglio
per centinaia di persone nelle due palazzine occupate a via delle
Acacie, nel quartiere di Centocelle, e all’ex Hertz in zona
Anagnina. I due stabili, di proprietà del Comune di Roma, erano già
stati sgomberati lo scorso 19 marzo, a seguito di un’inchiesta che
ha coinvolto 40 persone tra il Comitato popolare di lotta per la casa
e gli attivisti dell’Angelo Mai, spazio di produzione culturale
assegnato dal Comune a un collettivo di artisti e tutt’ora sotto
processo.
A via delle Acacie c’è incredulità: «È un fulmine
a ciel sereno, stavamo portando avanti una trattativa con il Comune
per una soluzione alternativa ma dignitosa». Le ore passano e mentre
le famiglie — nel palazzo abitano anche sessanta bambini —
portano fuori le loro cose sotto lo sguardo vigile di un ingente
spiegamento di forze dell’ordine, cresce la rabbia ma soprattutto
la richiesta di avere risposte sul proprio futuro. A ora di pranzo
arriva Nicola Galloro, ex assessore con Veltroni oggi con la delega
proprio all’emergenza abitativa, che spiega alle famiglie dove
andranno: smembrate tra hotel, abitazioni di periferia (Boccea,
Pisana, Ponte Galeria), camping. «La magistratura ha insistito per
mandarci via da qua – spiega Silvia del Comitato di occupazione –
il Comune sapeva e non ci ha detto nulla. Dicono che c’è il
rischio di inquinamento delle prove, a noi sembra di più una
persecuzione». «Quando abbiamo chiesto come faremo per le scuole –
racconta una mamma – il delegato all’emergenza abitativa ci ha
risposto che alla fine dell’anno mancano solo due mesi». A tutti
un alloggio di emergenza, o meglio a quasi tutti: sotto indicazione
della Digos infatti un alloggio non è stato garantito alle famiglie
degli occupanti inquisiti, verso i quali i pm vogliono a tutti i
costi delle pesanti misure cautelari: dopo il no del Gip agli arresti
per 4 di loro e al foglio di via dal Comune di Roma per altri dieci,
il pm ha fatto ricorso e l’udienza si terrà il prossimo 28 aprile.
«È una pesante provocazione per avvelenare il clima – dichiarano
gli attivisti dell’Angelo Mai giunti in via delle Acacie –
Continueremo la nostra campagna perché tutti gli occupanti trovino
una casa degna di questo nome e l’Angelo Mai venga dissequestrato.
Per questo il 25 aprile saremo a Parco San Sebastiano per una
giornata di musica e cultura aperta a tutti».
Sono tornate invece
a occupare le famiglie sgomberate la scorsa settimana alla
Montagnola. Dopo una settimana di presidio all’esterno dell’ottavo
municipio, sono entrate in una scuola in disuso in via di Tor
Carbone. Solo l’intervento del presidente del municipio Andrea
Catarci ha impedito un nuovo sgombero, permettendo agli occupanti di
rientrare dopo che la celere gli aveva messi di nuovo in mezzo a una
strada.
Intanto il sindaco Ignazio Marino si è detto possibilista
sulla proposta Alfano di chiudere il centro di Roma ai cortei, mentre
sono insorti Sel e la Cgil, con il segretario regionale Claudio Di
Berardino che ha chiesto di attenersi al protocollo di
autoregolamentazione. Ieri il Primo Municipio, quello del centro
storico appunto, ha approvato un ordine del giorno presentato dalla
lista Marchini, con i voti di tutte le forze politiche — dal Pd a
Fratelli d’Italia, dai 5 Stelle a la Destra — con la sola
eccezione di Sel che propone di vietare ai cortei le vie «sensibili»
del centro della città.
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