Per ribadire la necessità di una
Nuova Resistenza Proletaria e Popolare
che cacci il moderno fascismo
Al di la dei numeri, di sicuro
non i centomila gridati dai giornali, la manifestazione nazionale per il 70°
della Resistenza è stata lo specchio della fase attuale. Da un lato le
istituzioni che hanno voluto ribadire, con un spropositato e indegno
dispiegamento di vari corpi di polizia e digos, tutto il corollario del
revisionismo storico e sciovinismo nazionalista: “Unità nazionale attorno alla
democrazia borghese”, nell’ottica di legittimare la democrazia dell’oggi che
cancella proprio i valori della Resistenza Partigiana – “pacificazione
nazionale”, mettendo sullo stesso piano i Partigiani e i fascisti della rsi che
si traduce oggi nel legittimare il diritto d’espressione per i gruppi neo
nazi/fascisti – “lotta a tutti i terrorismi”, che vuol dire considerare “banditi” tutti coloro che resistono alla
barbarie di questo sistema, dai NoTav ai NoExpo, da chi lotta contro il
razzismo istituzionale a chi lotta per il diritto all’abitare. A supporto la
Cgil e l’Anpi: i primi “che parlano di antifascismo e chiamano alla
mobilitazione contro la parata nazifascista del 29 per Ramelli” per coprire il
loro fascismo a partire dall’accordo sulla rappresentanza del 10 gennaio; i
secondi che gridano “difesa della Costituzione” che poi è la stessa che
legittima la libertà d’espressione per tutta la feccia, da FN a casa pound.
Dall'altra, a cercare di infastidire e
contestare questo scempio, dai solidali con gli arrestati Notav,
a chi si oppone al canale che
devasta una fetta del territorio in nome dell’Expo e che ha visto un attivista
contestare vivacemente Pisapia, primo sostenitore di questa “grande opera”, il
quale con la risposta alla contestazione mostra il suo vero volto di destra
«Erano 2
persone, qua siamo oltre 100.000 e io sento la voce dei 100.000 che sono, oggi,
in piazza e dei 3,2 milioni di abitanti della futura città metropolitana che
sono, sicuramente, favorevoli a fare tutto il necessario per rendere la nostra
città e il nostro Paese più vivibili e sempre più avanti nella lotta alla
povertà». Commenta così il sindaco di Milano Giuliano Pisapia, la breve
contestazione, ai suoi danni, messa in atto da 2 esponenti del Comitato No
Canal. «Il problema è che c’è ancora una piccola minoranza che contesta la
democrazia», continua Pisapia, alla testa del corteo meneghino per il 25
aprile. «Questo è inaccettabile, ma la forza di questa manifestazione dimostra
che Milano, i milanesi e gli italiani sono antifascisti ma, soprattutto,
guardano in avanti per una democrazia ancora più compiuta di quella che oggi è
perché ancora troppi punti della Costituzione non sono diventati realtà».
A chi era a ricordare la
resistenza del popolo palestinese e che ha contestato la presenza delle brigate
ebraiche con la bandiera israeliana
A chi si oppone allo job act
A chi ha ribadito l’invito alla
manifestazione del 29 contro la parata dei fascisti
Da sottolineare che non è mancata
nella mattinata la provocazione di forza nuova allo Stadera, dove un anziano
militante dell’Anpi ha detto che “chiudere questi covi ci vuole poco, un litro
di benzina e un cerino”
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