domenica 20 aprile 2014

pc 20 aprile - COME PRESENTANO I PADRONI LA LORO "ECONOMIA"

Il Sole 24 Ore all'inizio dell'anno ha fatto una Guida pratica: "Il Dizionario dell'Economia - che cosa cambia dopo la crisi", che contiene definizioni ad usum di parte (capitalista). 
Si tratta, per chi ne ha voglia, di una lettura tutto sommato amena. 
Riportiamo, questa volta, uno stralcio dalla voce in cui viene "spiegato" cosa è il PIL.
Per gli "economisti" borghesi, ci sono solo il capitale, consistente in macchine, locali, materie prime, e il lavoro messo dal padrone che costituisce il "valore aggiunto" e che quindi deve avere un giusto "compenso".
Lo sfruttamento della forza-lavoro, dell'operaio, che produce il plusvalore semplicemente non compare...
  
PIL E VALORE AGGIUNTO

"... Il Pil (prodotto interno lordo) dell'Italia è il valore di tutti i beni e servizi prodotti nel territorio italiano. L'aggettivo lordo indica che dal valore dei beni non è stato sottratto l'ammortamento del capitale, cioè quella quota di macchine e costruzioni che rappresenta l'usura connessa all'uso di quel capitale...
.... cosa è il valore aggiunto. Se il fornaio per produrre il pane compera le "materie prime" (farina, lievito, energia...) per 60 e rivende poi il pane per 130, si dice che il suo "valore aggiunto" è di 70.
Il valore aggiunto corrisponde quindi a ciò che il fornaio ha "aggiunto" al valore di ciò che ha comprato per farne il valore di ciò che ha venduto. 
Corrisponde, quindi, al compenso per il suo lavoro e al compenso per il suo capitale (le macchine, i locali...). Ma anche il valore del lievito che ha comperato ha il suo valore aggiunto: risalendo da ogni prodotto finito alla materia prima, tutti i beni e i servizi alla fine si possono scomporre in termini di valore aggiunto. E allora, per l'economia nel suo complesso, valore aggiunto equivale a Pil: il compenso per il lavoro e il capitale impiegati in Italia è il Pil..."

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