“Sugli scatti, tutti
vincitori; sui precari, nessuna battaglia!”
“PD e Confederali
“scattano” sugli scatti e mandano i diritti dei precari… in
ferie!”
Il ritiro del surreale e umiliante
provvedimento del governo (cioè del MEF) relativo al recupero “in comode rate
mensili” degli scatti stipendiali già legittimamente erogati ai docenti di
ruolo, ha generato trionfalismi ridicoli da parte del PD e dei sindacati
confederali, CGIL, CISL e UIL, che si sono contesi
il merito di aver salvaguardato interessi e dignità dei docenti, una categoria
da anni diffamata (concorsone-truffa), sfruttata (proposta di aumento
unilaterale dell’orario di lavoro a 24 ore), depauperata (tagli, dimensionamenti
e blocco degli stipendi) e vessata (valutazione INVALSI, imposta da
Confindustria).
I docenti precari ritengono offensivi,
stucchevoli e paradossali i toni di esultanza
assunti dalle succitate forze politiche e sindacali,
che hanno favorito ovvero non hanno per
nulla osteggiato, finora, i ripetuti tentativi di
liquidare la Scuola pubblica profilata dalla Costituzione, e trovano gravissimo
che il tentativo di mettere le mani in tasca ai docenti sia stato comunque
ritenuto plausibile e verosimile, perché ciò denota profondo disprezzo per gli
insegnanti e per la Scuola, evidentemente percepita come comparto
“sacrificabile”.
Chi grida alla vittoria conosce bene il
percorso di lotta che i docenti precari hanno intrapreso fin dalla controriforma
Gelmini, mettendo in campo azioni di protesta ben più incisive e drammatiche
dell’estemporanea petizione online che avrebbe, secondo i promotori, persuaso il
governo a dare dietro-front sul furto degli scatti. Non solo! Chi esprime
soddisfazione per lo scippo momentaneamente scongiurato sa benissimo che ai
precari è stato tolto molto di più: i 130.000 supplenti e incaricati assunti a
settembre e licenziati a giugno da anni, infatti - in spregio alle direttive
dell’UE, che ha messo in mora l’Italia per l’inaccettabile permanentizzazione
del precariato -, non avranno più diritto alla monetizzazione delle ferie non
godute (1000 euro all’anno circa), in base al decreto legge n. 95/2012
convertito in legge 135/2012 e alla nota MEF n. 72696 del 4 settembre
2013.
Tale provvedimento, per di più, è stato
esteso retroattivamente anche all’anno 2012/2013, il che determina un’ulteriore
e gravissima sperequazione di trattamento tra docenti di ruolo e precari, per i
quali dovrebbero valere le stesse norme contrattuali e le stesse tutele. Come
mai nessuno dei rampanti nuovi esponenti dei partiti e sindacati che avocano a
sé la recente vittoria relativa agli scatti ha ritenuto opportuno far circolare
petizioni o denunciare questo sconcio furto silenzioso e negletto, ordito ai
danni di personale già penalizzato dalla mancanza di posti, di continuità
didattica e di prospettive?
Sospettiamo e temiamo che questi “blitz”
abbiano lo scopo di intimidire i docenti per facilitare l’accettazione di un
nuovo contratto peggiorativo, ovvero per zittire ogni reazione critica alla
politica neoliberista che sta sfasciando e snaturando la Scuola. Per questo i
precari si riuniranno a Roma il 19 gennaio prossimo. E’ tempo di dire “basta” ai
ricatti e ai finti dilettantismi; è tempo di tornare a parlare di diritti
inalienabili dei lavoratori, e di riprenderci una Scuola che mai come in questi
anni in cui parole d’ordine quali “merito” e “valutazione” hanno tenuto banco, è
stata screditata e svalutata.
PRECARI UNITI CONTRO I
TAGLI
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Tel: 3381641083 - 3209719176
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