mercoledì 15 gennaio 2014

pc 15 gennaio: SE TOCCANO UNO TOCCANO TUTTI. LA SOLIDARIETA' E' UN ARMA

ma non basta occorre costruire la forza necessaria per instaurare il

IL COORDINAMANTO DEI LAVORATORI DELLA LOGISTICA DELLO SLAI COBAS S.C. ESPRIME LA MASSIMA SOLIDARIETA' AL COMPAGNO FABIO DEL SI.COBAS OGGETTO DEL VILE PESTAGGIO  PER LA SUA ATTIVITA' NELL'ORGANIZZAZIONE DELLA LOTTA DEI LAVORATORI DELLA LOGISTICA.

SAPPIAMO BENISSIMO GLI INTERESSI CHE STANNO DIETRO ALLO SFRUTTAMENTO SCHIAVISTICO DELLE COOPERATIVE NEGLI APPALTI DELLA GRANDE DISTRIBUZIONE, NON SOLO PERCHE' ABBIAMO SUBITO DIRETTAMENTE MANGANELLATE, ATTENTATI A MANO ARMATA, COME AVVENUTO NELL'APRILE 2012 AD UN NOSTRO DELEGATO, MA SOPRATUTTO PERCHE' OGNI GIORNO CONTINUANO I TENTATIVI DEI VARI PADRONI DELLA LOGISTICA PER CERCARE DI DISTRUGGERE LA FORZA E L'UNITA' SUI POSTI DI LAVORO CHE I  LAVORATORI HANNO OTTENUTO CON LA LOTTA.

RITENIAMO CHE LA MIGLIOR RISPOSTA SIA INTENSIFICARE E COORDINARE QUESTO SETTORE, DOVE GLI OPERAI IN PREVALENZA IMMIGRATI HANNO DECISO DI RIALZARE LA TESTA E DIFENDERE I LORO DIRITTI, COME PARTE DELLA LOTTA DELLA CLASSE OPERAIA PER FARLA FINITA CON IL SISTEMA DEI PADRONI.

per lo slai cobas per il sindacato di classe
Lamera sebastiano
sede Dalmine viale Marconi 1 (BG)



Un agguato in stile mafioso ad un compagno dirigente del S.I.Cobas
 pomeriggio il compagno Fabio Zerbini è stato attirato in una specie d'imboscata e pestato a sangue. Con la scusa di un incontro per risarcire i danni di un incidente automobilistico(uno specchietto rotto) avvenuto a fine dicembre,è stato attirato in zona Affori.Appena sceso dall'auto, è stato assalito a tradimento e pestato a sangue. Gli aggressori si sono quindi allontanati promettendogli una brutta fine se si occuperà ancora dell'organizzazione delle lotte operaie. Questo pestaggio è la continuazione della strategia repressiva che combina l'intervento delle forze del disordine, con quelle dell'ordine di mafia, n'drangheta e camorra di cui hanno fatto le spese i nostri militanti sindacali , con minacce, processi, pestaggi, incendi d'auto ecc...
Più lo scontro politico si accentua, più si intrecceranno queste azioni atte ad intimidire la lotta dei lavoratori della logistica, ma solo l'estensione di questa, l'organizzazione di essa e dei COBAS potrà garantire una maggior difesa agli attacchi posti in atto dal padronato e dai loro sgherri, contro i sindacalisti attivi.
Non ci faremo intimidire! Un caloroso saluto e una pronta guarigione va a Fabio, uno dei nostri compagni più in vista nelle lotte portate avanti tra gli operai della logistica.
Il S.I. COBAS nazionale 

di seguito l’articolo del Giorno dell’agguato ad un attivista dello Slai Cobas per il sindacato di classe

Bernareggio - Colpo di pistola sparato contro un sindacalista
04/04/2012
di Marco Dozio da il Giorno
L’AGGRESSORE lo aspetta sotto casa, all’alba, con la pistola nella tasca del giubbino e il passamontagna a coprire il volto. C’è una colluttazione. Poi parte un colpo che buca la portiera dell’auto. Paura. Il proiettile sibila pochi centimetri più in là, la vittima si salva quasi per miracolo.
È UN SINDACALISTA, un romeno di 35 anni che vive a Bernareggio: fa il delegato in una cooperativa della Bergamasca che opera nel settore della logistica, in cui da circa un anno è in piedi una vertenza. Ed è proprio la pista dell’attività sindacale quella privilegiata dai carabinieri della Compagnia di Vimercate, intervenuti pochi istanti dopo l’agguato, avvenuto nel cortile di un caseggiato di via Dante, non lontano dalle scuole.
I MILITARI del Capitano Marco D’Aleo hanno recuperato a terra un’ogiva, la parte anteriore del proiettile, posta sotto sequestro. Da qui si riparte per capire i motivi di un’aggressione che ha sconvolto il paese. Lui, la vittima, preferisce non dire nulla: «È molto spaventato», spiega Sebastiano Lamera, il suo referente nel sindacato, segretario provinciale a Bergamo dello Slai Cobas. Ha appena parlato col ragazzo al telefono: «Siamo tutti scioccati, ci sentiamo colpiti: noi lottiamo ogni giorno per migliorare le condizioni di lavoro in un settore difficile come quello della logistica. Non resteremo in silenzio dopo quello che è successo».
LO STESSO Lamera è scosso: «Attendiamo di capire come si evolveranno le indagini, non possiamo avere la certezza assoluta che l’attentato sia collegato all’attività che svolge nel sindacato, ma di certo siamo molto preoccupati». Il 35enne è sposato. «Nessun problema con lui», sussurrano i vicini. Un ragazzo all’apparenza ben integrato, tanto da ricevere la fiducia dei colleghi di lavoro che gli hanno affidato la delega sindacale. Ieri mattina sembrava una giornata come tante. Sveglia all’alba e trasferimento in macchina verso Bergamo. Il sindacalista è appena salito sull’auto quando all’improvviso sbuca un uomo a volto coperto.
SONO LE 5.10. L’aggressore tenta di aprire la portiera, ma il romeno resiste, mette in moto e fa marcia indietro. Il delinquente però resta aggrappato allo specchietto per pochi attimi. A quel punto, accidentalmente, parte un colpo di pistola che perfora la carrozzeria senza colpire il giovane romeno. Che riesce a premere sull’acceleratore e a scappare. Afferra il cellulare e chiama subito il 112. Arrivano immediatamente i carabinieri di Vimercate, da subito al lavoro per fare luce su un atto intimidatorio che presenta molti lati oscuri. Si indaga soprattutto sulla sfera lavorativa, ma non solo. Tutte le piste restano aperte. 

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