sabato 3 agosto 2013

pc 3 agosto - Sigonella diventa base strategica dei droni USA Nato.. bene sappiamo dove andare quest'autunno per condurre la lotta antimperialista

Il progetto si chiama Alliance ground surveillance ed è un programma di difesa intelligente che grazie ai droni spia permetterà agli americani di sorvegliare, fotografare e intercettare i movimenti del nemico nei paesi nordafricani, a un tiro di schioppo dai loro confini. E che farà di Sigonella una piattaforma sicura sulla quale appoggiarsi


Venti droni, nuovi di zecca, pronti a sfrecciare - e spiare - nei cieli dell'Isola. Un regalo della Nato alla base di Sigonella che trasformerà la Sicilia in una mega portaerei dei velivoli senza pilota. Dal quartier generale dell'Alleanza atlantica ecco le slides che documentano passo dopo passo il futuro prossimo della base siciliana. Documenti che anche se "unclassified", non classificati cioè tra quelli segreti, non potrebbero essere resi pubblici, che provano come la base entro il 2017 diventerà la più strategica testa di ponte italiana per le operazioni a stelle strisce nel continente africano, grazie anche a un rafforzamento di quasi mille soldati.


Il progetto si chiama Ags (Alliance ground surveillance), un programma di difesa intelligente che, grazie ai "birds", i droni spia, permetterà agli americani di sorvegliare, fotografare e intercettare i movimenti del nemico nei paesi nordafricani, a un tiro di schioppo dai loro confini. E che farà di Sigonella una piattaforma sicura sulla quale appoggiarsi per introdursi in uno scenario nemico ed ottenere le informazioni necessarie all'espansione o ad un eventuale attacco militare. "L'Ags  -  si legge nel documento  -permetterà ai paesi beneficiari di avere accesso ad informazioni, foto e video senza alcuna restrizione". "Un efficace sistema tecnologico  -  scrivono gli ufficiali  -  che garantirà all'Alleanza interventi militari simultanei in diverse aree geografiche". Un sistema nel quale il Muos, il super radar in costruzione a Niscemi, avrà un ruolo fondamentale.

Le immagini parlano chiaro. Sigonella sarà collegata direttamente a due satelliti: l'Ufo, che dal 1993 dallo spazio offre un supporto radar a navi da guerra, sottomarini e caccia, e l'Inmarsat. I droni "siciliani", resistenti a lunghe distanze di volo anche fino a 20 chilometri dal suolo, comunicheranno con loro. Grazie a sensori radar incorporati "saranno in grado di intercettare oggetti fermi o in movimento". Le informazioni raccolte verranno quindi trasmesse in tempo reale nella base centrale Mos (Mission operation support), ubicata proprio a Sigonella e contemporaneamente a tutti i comandi dell'Alleanza. E i preparativi sono già iniziati. Secondi alcune fonti vicine alla base siciliana, da qualche mese nella grande stazione aeronavale della regione hanno già fatto il loro ingresso in gran segreto altre flotte di droni, Black Hawk che già Usa e Cia utilizzano nei maggiori scacchieri internazionali: Afghanistan, Pakistan, Yemen, Somalia, regione dei Grandi Laghi, Mali e Niger. 


A rivelare la presenza in Sicilia degli armamenti segreti è l'Osservatorio di Politica Internazionale, un progetto di collaborazione tra il CeSI (Centro Studi Internazionali), il Senato della Repubblica, la Camera dei Deputati e il Ministero degli Affari Esteri. "La presenza dei droni temporaneamente basati a Sigonella ha fondamentalmente lo scopo di permettere alle autorità americane il dispiegamento di questi determinati dispositivi qualora si presentassero delle situazioni di crisi nell'area nordafricana e del Sahel", scrivono nel rapporto gli studiosi dell'Osservatorio. "Ai tumulti della Primavera Araba che hanno portato alla caduta dei regimi di Tunisia, Egitto e Libia ha fatto seguito un deterioramento della situazione di sicurezza culminato nel sanguinoso attacco al consolato di Bengasi e nella recente crisi in Mali. In considerazione di tale situazione, la Difesa Italiana ha concesso un'autorizzazione temporanea allo schieramento di ulteriori assetti americani a Sigonella". Da qui l'importanza strategica di Sigonella, piattaforma per le operazioni di rapido intervento di corpi specializzati di marines in caso di crisi e conflitto. E ovviamente, come è stato sino ad oggi, trampolino di lancio per i velivoli di attacco (cacciabombardieri), first strike, sorveglianza, intelligence.

Antonio Mazzeo, giornalista esperto di cose militari, parla di "rivoluzione che cambierà il volto della guerra per sempre". "Sigonella  -  dice Mazzeo  -  sarà la  capitale mondiale dei droni a disposizione delle forze armate Usa (Air Force, Navy) e della Nato". E poi ci sono i marines. Entro il 2015, giungeranno a Sigonella oltre 800 militari appartenenti ai paesi Nato che sostengono l'Ags. "Ovviamente  -  continua Mazzeo - con l'aumento del numero dei droni gli esperti ritengono possibile un lieve aumento del personale tecnico e dei contractor destinati al loro funzionamento e alla loro manutenzione".

Dal 1996 ad oggi gli americani hanno speso oltre un miliardo di dollari sulle basi siciliane. Ma il progetto più ambito, il deus ex machina dietro le operazioni a stelle strisce nell'Isola è il Muos, il super radar a stelle strisce di Niscemi, in provincia di Caltanissetta. Il sistema satellitare di telecomunicazione militare della Us Navy  -  spiegano fonti della Nato  -  potrebbe confluire nel sistema Ags, così come tutti gli altri satelliti sparsi in orbita.

Nel pronunciamento dovuto alla battaglia legale aperta dalla Regione sul radar, poi rientrata per il parere positivo dell'Istituto superiore di Sanità, il Tar aveva posto l'accento anche sulla "pericolosità del radar per il traffico aereo dei tre aeroporti di Comiso, Sigonella e Catania". Da qualche anno ormai i piloti di stanza nell'Isola lamentano la presenza dei droni nei cieli siciliani che rallenterebbero le operazioni dei loro velivoli in fase di decoli e atterraggio. Ma la partita sul Muos non è ancora chiusa: gli attivisti contrari al radar annunciano battaglia e il nove agosto marceranno per ribadire ancora una volta il loro "no". E lo scontro si annuncia incandescente. In gioco c'è il futuro degli Stati Uniti nell'Isola. E a giudicare dai progetti, molto di più.

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