Sentenza Mediaset, Berlusconi (e il Colle) spingono per riformare la giustizia
Dopo la condanna definitiva per l'ex premier nell'ambito del processo sui diritti tv, Giorgio Napolitano auspica un'accelerazione per cambiare il sistema giudiziario. E' la stessa preoccupazione del Cavaliere, che nel suo videomessaggio esprime gli stessi concetti del Capo dello Stato. E Letta tira un sospiro di sollievo, perché solo il governo di larghe intese può avere i numeri per una riforma così impegnativa
Napolitano giustifica l’auspicio con il fatto che “attorno al processo in Cassazione per il caso Mediaset e all’attesa della sentenza il clima è stato più rispettoso e disteso che in occasione di altri procedimenti in cui era coinvolto Berlusconi. E penso che ciò sia stato positivo per tutti”. Un richiamo alla riforma della giustizia, insomma, proprio nel giorno in cui la giustizia colpisce duro il leader del Pdl. Che nel suo videomessaggio registrato dopo la condanna, dice esattamente la stessa cosa: “Diremo agli italiani di darci la maggioranza per modernizzare il Paese a partire dalla più indispensabile che è quella della giustizia per evitare che un cittadino sia privato della libertà”. Una sorta di comunione di intenti, quella tra Napolitano e Berlusconi, che non può che far piacere al premier Enrico Letta. Dopo l’iniziale preoccupazione (“Ora prevalgano gli interessi del Paese sugli interessi di parte” aveva detto il capo del governo subito dopo la sentenza), infatti, la convergenza sulla riforma della giustizia potrebbe allungare la vita dell’esecutivo. Perché, inutile nasconderlo, il governo delle larghe intese è l’unico in grado di avere i numeri per partorire un cambiamento così importante e impegnativo come quello del sistema giudiziario. L’altra faccia della medaglia, tuttavia, dice anche altro. I precedenti non mancano: quando si mette mano a una profonda revisione dei meccanismi penali, molte cose possono succedere e molte nuove norme possono essere introdotte. Senza dimenticare che, come è accaduto con il varo del nuovo codice di procedura penale del 1989, le grandi riforme della giustizia si accompagnano bene a un’amnistia.
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