“E ci volle coraggio – ha voluto sottolineare il capo dello Stato – per quella scelta di inedita larga intesa e solidarietà, imposta da minacce e prove che per l’Italia si chiamavano inflazione e situazione finanziaria fuori controllo e aggressione terroristica allo Stato democratico come degenerazione ultima dell’estremismo demagogico”.
Napolitano: “Campagne moralizzatrici distruttive”. Ed evoca le larghe intese
Il presidente della Repubblica attacca frontalmente il "fanatismo" che si rivela "distruttivo" della politica. Ricordando in Senato Gerardo Chiaromonte, spinge nuovamente per un governo di larghe intese "come nel 1976", quando il Pci ebbe il "coraggio" di collaborare con la Dc
Poco prima della frecciata al “fanatismo” moralizzatore, Napolitano ha ribadito l’appello per un governo di larghe intese. Quel coraggio, ha ricordato, che nel 1976 ebbero il Pci e la Dc dinanzi a un Paese in grave difficoltà. “Al di là di ogni discorso ristretto all’area delle forze di sinistra, il senso di una funzione e responsabilità nazionale democratica -ha detto Napolitano- guidò Chiaromonte nella grande crisi e svolta del 1976, impegnandolo in prima linea al fianco di Enrico Berlinguernella scelta e nella gestione di una collaborazione di governo con la Democrazia cristiana dopo decenni di netta opposizione”.
“E ci volle coraggio – ha voluto sottolineare il capo dello Stato – per quella scelta di inedita larga intesa e solidarietà, imposta da minacce e prove che per l’Italia si chiamavano inflazione e situazione finanziaria fuori controllo e aggressione terroristica allo Stato democratico come degenerazione ultima dell’estremismo demagogico”.
La risposta pubblica del dirigente migliorista al segretario arriva però un mese più tardi sull’Unità, il 21 agosto, e si ispira a Palmiro Togliatti: “Saper scendere e muoversi sul terreno riformistico anziché pretendere di combattere il riformismo con ‘pure contrapposizioni verbali’ o ‘vuote invettive’”.
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