di ***
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Pestaggi,
stupri, bastinado, tazer, bruciature con le
sigarette, umiliazioni, uso obbligatorio di materiale genetico, sequestro di
studenti... I corpi che vengono torturati, maltrattati, umiliati cambiano:
manifestanti, migranti, detenuti, prostitute e perfino minori; in strada, nelle
celle delle caserme di polizia, nei centri di detenzione. Le mani, però, sono
sempre le stesse: quelle della polizia. La maggior parte di questi incidenti
non vengono denunciati ufficialmente, o si indaga in modo velato, e i
responsabili non vengono puniti. Ma davvero c'è qualcuno che crede ancora che
questi incidenti siano un caso isolato? Neanche il ministero dell'ordine
pubblico è riuscito a trattenersi dal pubblicare le foto dei quattro anarchici
arrestati a Kozani il 1.2.2013, con i volti di tre di questi deformati dal
pestaggio, sostenendo ufficialmente nella sua relazione "che è stata usata
la violenza legale e necessaria". Gli stessi arrestati, attraverso i loro
difensori e genitori, hanno denunciato di essere rimasti per ore legati con le
mani dietro, con I cappucci sulla testa, mentre i poliziotti li picchiavano a
turno! L'ovvia manipolazione delle foto non è bastata a nascondere l'orrore (o
forse non l'hanno proprio voluto?). Sui TG la notizia veniva trasmessa senza
essere commentata. Così come non era stata commentata la notizia delle torture
nella Direzione Centrale della Polizia di Attica (GADA) dei 15 manifestanti
della ronda antifascista, che ha assunto le sue vere dimensioni soltanto dopo
essere stata pubblicata dai mezzi di informazione internazionali. Così come
sono rimasti nel buio una serie di casi: del migrante torturato nella caserma
di polizia a Egaleo, del minore detenuto nel centro di detenzione di Amygdaleza
che ha subìto la rottura della milza a causa del pestaggio, dello stupro con un
manganello di un altro migrante nella sede della guardia costiera di Chania
(Creta), insieme a moltissimi altri. Da cittadini di questo paese non ci
preoccupiamo solamente. Il tempo è passato. È arrivato il momento di parlare,
di dichiarare pubblicamente che non permetteremo che la Grecia diventi
un'estensione di Guantanamo. Non torneremo ai metodi dei regimi dittatoriali.
Le torture costituiscono un reato che viene punito come un crimine. Non ci
abitueremo all'orrore della trasmissione di tali pratiche, non ci abbandoneremo
alla paura che essa lascia come messaggio alla società.
Non permetteremo questa barbarietà e la sua impunità.
***Movimento contro l'arbitrarietà della polizia e le torture
Riferimenti:
http://www.ipetitions.com/petition/stop-police-torture/
Fonte: left
Traduzione di Atene Calling
Qui un video del Comitato Greco contro la Tortura:
Non permetteremo questa barbarietà e la sua impunità.
***Movimento contro l'arbitrarietà della polizia e le torture
Riferimenti:
http://www.ipetitions.com/petition/stop-police-torture/
Fonte: left
Traduzione di Atene Calling
Qui un video del Comitato Greco contro la Tortura:
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