Il nuovo assetto politico in Piemonte e in tutto il Paese vede un notevole avanzamento di consensi del M5S. I denigratori lo definiscono un non-voto, un voto antipolitico.
Dopo 5
anni dalla strage l'ennesima doccia fredda per i familiari delle vittime e gli
ex lavoratori nel processo ThyssenKrupp: derubricato il reato più grave (per
l'ad H. Espenhahn l'omicidio volontario diventa colposo), ridotte
significativamente le pene per tutti gli altri imputati e concesso anche il
dissequestro della Linea 5. Giustamente i familiari hanno occupato l'aula per
ore e non sono mancati attacchi al ViceSindaco T. Dealessandri, contestato per
il ruolo avuto dal Comune nella vicenda: ritiro dal processo d'Appello (in cambio di un lauto
risarcimento) e soprattutto la ricollocazione di decine di ex lavoratori TK
nelle municipalizzate del Comune che però, in cambio di un posto di lavoro, sono
stati costretti a rinunciare alla costituzione di Parte Civile alimentando così
la divisione tra i lavoratori. Una sentenza della giustizia
padronale per salvare gli unici responsabili di quelle morti
atroci, in una giornata funestata dall'ennesimo lavoratore
morto nello stabilimento ILVA di Taranto.
Rinnoviamo ancora
una volta la nostra solidarietà e vicinanza ai familiari dei nostri 7 compagni
di lavoro e alle famiglie di tutti i morti sul lavoro in questo
Paese.
Questa sentenza
infanga la loro memoria, quella dei loro familiari, la dignità stessa del lavoro
e li uccide nuovamente, aprendo pericolosamente la strada dell'impunità per i
loro assassini. Anche il responsabile
della sicurezza C. Cafueri, che non dimentichiamo ha indotto
(e per questo è indagato in un processo a parte) alla falsa testimonianza
numerosi testimoni della difesa, ha visto ridotta la sua pena dopo aver
piagnucolato ignobilmente dinnanzi alla Corte. Ci chiediamo con quali
considerazioni gli siano state riconosciute le attenuanti!? Probabilmente per i
servigi ben svolti per il suo padrone...
Come era prevedibile le richieste di pena
“esemplari”, il processo “storico”, “una nuova pagina della giurisprudenza del
lavoro”, sono serviti solo a contenere in parte la rabbia e lo sdegno dei
familiari, degli operai e della società civile. Questa vicenda
ci insegna che la giustizia italiana adotta due pesi e due misure e che la vita
dei lavoratori vale meno di zero. Per questo non bisogna accordare nessuna
fiducia alla legalità borghese!
Le “condanne”
inflitte in primo grado sono arrivate non per la lungimiranza della giustizia ma
per la puntuale e sollecita mobilitazione popolare che ha spinto in tal senso il
pronunciamento della Corte. Per gli operai é difficile oggi
organizzarsi e rispondere in maniera adeguata agli attacchi dei padroni e dei
loro lacchè. Vengono infatti promosse a piene mani rassegnazione e sfiducia nei
propri mezzi e nelle proprie risorse.
Oggi più che mai,
all'indomani di questa vergognosa sentenza, sentiamo la responsabilità di chi ha
affrontato una vera e propria “guerra” contro l'ingiustizia e forse non ha
combattuto con tutte le armi a propria disposizione. Ma sappiamo di
possederne una formidabile: la solidarietà.
Questa
vicenda ci insegna che dobbiamo organizzarci meglio e con maggiore
determinazione, senza abbassare mai la guardia. Continuare oggi a
combattere per i nostri 7 compagni di lavoro della TK, per i morti all'ILVA, per
i morti da amianto all'Eternit, per avere giustizia e sapere la verità per la
strage di Viareggio e per tutti i morti nei cantieri, sulle strade e nelle
fabbriche nel Nord e nel Sud d'Italia significa pretendere che venga
riconosciuta la dignità del lavoro (sancita dalla Costituzione) per noi stessi e
per le generazioni future, per i nostri figli.
Non ci siamo costituiti
nel processo per un tornaconto personale ma per pretendere verità e giustizia in
una delle peggiori vicende riguardanti i morti sul lavoro nel nostro Paese degli
ultimi trent'anni.
Il Comune ha perpetrato nei confronti di alcuni
lavoratori costituiti Parte Civile un atteggiamento vergognoso e
discriminatorio, promettendo una ricollocazione mai
avvenuta. Fassino ha promesso di sanare questa ingiustizia incontrando gli
ultimi lavoratori in mobilità il 30 giugno 2011 e garantendo il proprio impegno
nella ricollocazione. Ovviamente solo promesse, come quella ai tempi della
campagna elettorale della Gran Torino Capitale del Lavoro...
Vigileremo su cosa
verrà fatto dei soldi ottenuti come risarcimento dagli Enti locali, sulle
modalità di riqualificazione delle ex aree Thyssen e su chi graveranno gli oneri
della bonifica: alla TK o ai cittadini torinesi? Conoscendo Fassino e la sua
politica prepariamoci! Non dobbiamo aprire noi lavoratori di nuovo le tasche
come abbiamo già fatto con il suo degno predecessore Chiamparino in occasione
delle Olimpiadi 2006 e per l'ostensione della sindone (per i quali il Comune di
Torino è il più indebitato d'Italia e oggi si tagliano e privatizzano i
servizi), o per le spese di militarizzazione della Val Susa per la costruzione
della Tav.
La nostra
non è solo una lotta per la sicurezza nei luoghi di lavoro, per un lavoro sicuro
e dignitoso. E' la lotta per affermare il nuovo che
avanza, la costruzione di una nuova società.
Il nuovo assetto
politico in Piemonte e in tutto il Paese vede un notevole
avanzamento di consensi del M5S. I denigratori lo definiscono un non-voto, un
voto antipolitico.
Noi
guardiamo il risultato di queste elezioni come un segnale del cambiamento
sentito e voluto da una buona parte degli italiani: rompere quel meccanismo di
concertazione tipico di una classe politica vecchia e corrotta che ha fatto di
inciuci, corruzione, clientelismo e promesse mai mantenute il solo e unico modo
di intendere la politica. Il M5S, pur con le proprie contraddizioni, ha la
possibilità di cambiare da “dentro”, ma anche fuori dai palazzi del potere,
nelle piazze, questo sistema ormai in sfacelo che ci ha condotti sin qui,
nella peggiore crisi economica, sociale e culturale dal Dopoguerra ad oggi. Ma
soprattutto ha l'occasione di mettere al centro della propria agenda politica
l'unica misura necessaria per ricostruire il Paese: il lavoro, utile e dignitoso
per tutti.
Non saranno certo i
Bersani, i Fassino, i Monti, la BCE o la Goldman Sachs a risolvere questa crisi!
Dicono di volerlo fare ma non sanno come e nemmeno vogliono. Solo noi
cittadini e lavoratori possiamo e dobbiamo essere protagonisti del cambiamento
già in atto, che trasformerà questa società gestita da pochi a scapito di molti
in una società nuova in cui sia riconosciuta la dignità del lavoro ed ognuno
lavori secondo le proprie possibilità ed abbia secondo le proprie necessità. Una
società che stiamo già costruendo sulle macerie di questo sistema economico,
basato sul profitto e sullo sfruttamento, ormai in declino.
"...il capitale non ha riguardo per la salute
e per la durata della vita dell'operaio,
quando non sia costretto a tali riguardi dalla società"
(Karl Marx)
Torino, 1 marzo 2013
Ex lavoratori ThyssenKrupp Torino
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