19/07/2012
Rinviati a giudizio 19 fra esponenti,
dirigenti, militanti sindacali dell’Unione Sindacale di Base e dei
movimenti che nel 2011, insieme a decine di migliaia di altri
lavoratori, studenti e cittadini, manifestarono a Roma il 6 settembre,
giorno dello sciopero generale, ed il 7 settembre, contro l'ultima
manovra del Governo Berlusconi. Tra i denunciati dell’USB anche
Pierpaolo Leonardi, membro dell'Esecutivo nazionale confederale.
USB ritiene inaccettabile, gravissimo ed ingiustificato questo ulteriore atto di repressione. Solo alcuni giorni dopo le condanne di Genova - ingiuste, smisurate ed anche sproporzionate rispetto a quelle lievi inflitte contro agenti e dirigenti dell'ordine pubblico, autori dei massacri della scuola Diaz e di Bolzaneto - la brutalità del potere si è fatta risentire. Come avevamo facilmente previsto, si utilizza quella sentenza quale monito per il futuro e per dare il via ad un'accesa repressione nei confronti di tutti coloro che in ambito sindacale, politico e sociale continuano a costruire opposizione.
Sempre più spesso il conflitto ed il disagio sociale vengono affrontati come un problema di ordine pubblico e non come un segnale da leggere ed affrontare in termini politici L'input è chiaro: chi si oppone a Monti e alle sue misure economiche e ideologiche diventa oggetto di repressione. Ma che Paese è mai questo, che non riesce neanche più a confrontarsi con se stesso e ricorre alla repressione anche in presenza di semplici proteste?
USB continuerà ad organizzare il conflitto sindacale e sociale, perché solo attraverso di esso si costruisce l'indispensabile cambiamento di questa società ingiusta; perché il conflitto sindacale e sociale, lungi dall'essere un problema patologico di ordine pubblico è invece un fenomeno fisiologico della nostra società, quello che ha permesso, anche nel nostro Paese, ottenere diritti e condizioni di lavoro più umane; quello che nell'arco degli ultimi 100 anni ci ha fatto passare da 15 a 8 ore di lavoro al giorno; quello che ha reso donne e uomini coloro che prima venivano considerati soltanto schiavi.
USB ritiene inaccettabile, gravissimo ed ingiustificato questo ulteriore atto di repressione. Solo alcuni giorni dopo le condanne di Genova - ingiuste, smisurate ed anche sproporzionate rispetto a quelle lievi inflitte contro agenti e dirigenti dell'ordine pubblico, autori dei massacri della scuola Diaz e di Bolzaneto - la brutalità del potere si è fatta risentire. Come avevamo facilmente previsto, si utilizza quella sentenza quale monito per il futuro e per dare il via ad un'accesa repressione nei confronti di tutti coloro che in ambito sindacale, politico e sociale continuano a costruire opposizione.
Sempre più spesso il conflitto ed il disagio sociale vengono affrontati come un problema di ordine pubblico e non come un segnale da leggere ed affrontare in termini politici L'input è chiaro: chi si oppone a Monti e alle sue misure economiche e ideologiche diventa oggetto di repressione. Ma che Paese è mai questo, che non riesce neanche più a confrontarsi con se stesso e ricorre alla repressione anche in presenza di semplici proteste?
USB continuerà ad organizzare il conflitto sindacale e sociale, perché solo attraverso di esso si costruisce l'indispensabile cambiamento di questa società ingiusta; perché il conflitto sindacale e sociale, lungi dall'essere un problema patologico di ordine pubblico è invece un fenomeno fisiologico della nostra società, quello che ha permesso, anche nel nostro Paese, ottenere diritti e condizioni di lavoro più umane; quello che nell'arco degli ultimi 100 anni ci ha fatto passare da 15 a 8 ore di lavoro al giorno; quello che ha reso donne e uomini coloro che prima venivano considerati soltanto schiavi.
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