Il 10 luglio scorso il circolo di Palermo ha invitato a discutere dell'ultimo
numero del giornale proletari comunisti e in particolare del suo editoriale
sul governo Monti.
Alla discussione hanno partecipato, oltre ai compagni del circolo, diversi
giovani studenti e lavoratori, donne e un operaio della Keller iscritto alla
Fiom. L'intervento iniziale si è incentrato sull'editoriale appunto e ha
rimarcato la differenza tra il modo di intendere questo governo da parte nostra
e quello di altre organizzazioni che pure dicono di comprenderlo e di volerlo
combattere.
Leggendo anche pezzi dell'editoriale è stato ribadito che il governo Monti
rappresenta un salto di qualità: non è il solito governo (di destra o di
“sinistra”) che per fare soldi approva manovre economiche “lacrime e sangue”, e
quindi non si può essere banali se si vuol capire come affrontarlo: questo è un
governo innanzi tutto non eletto da nessuno, scelto e imposto dal presidente
della Repubblica Napolitano; è un governo che si sente libero da ogni vincolo e
l'arroganza dei suoi membri è senza limiti; lancia parole di sfida del tipo “se
ci avete chiamati è per fare il lavoro che altri non sanno fare...” e fino a
questo momento tutti i decreti e le leggi sono passati a colpi di “fiducia”
chiesta e ottenute da chi lo sostiene: partiti, padroni, sindacati confederali
e chiesa...
Il governo, nato per motivi “economici” si allarga in ogni campo della vita
sociale... Non era infatti un motivo “economico” (mettere a posto lo
“spread”), ma di politica che doveva trovare il modo di scaricare tutta la
crisi sulle spalle delle masse popolari e trasformarla in “opportunità” come
dicono i padroni e per fare questo fino in fondo deve riformare “globalmente”,
rendere necessaria e fare accettare la trasformazione della società, “fare i
compiti per l'Europa” togliendo diritti ai proletari e cercando di zittire in
nome dello spread chiunque osi contraddire, fosse pure il presidente della
Confindustria Squinzi!
Questa è “dittatura dei tecnici”, come dice l'editoriale ed anche qualche
lavoratore presente, e si inserisce nel quadro del moderno fascismo in
costruzione.
In quanto all'opposizione a tutto questo l'editoriale è chiaro spiegando la
funzione della Fiom che agisce come supplenza politica oggettiva, visto che i
partiti sono delegittimati (“il sistema dei partiti è impazzito” dicono tra gli
altri Lombardo e Orlando...) ma le rivendicazioni della Fiom sono impossibili
da realizzare senza lotta operaia e polarizzazione...
Durante il dibattito è stato detto che i proletari, le masse popolari devono
adottare nel pensiero e nella lotta lo “stile di guerra” (anche Monti parla
apertamente adesso di percorso di guerra), e cioè analizzare bene i rapporti di
forza in campo e dopo attenta analisi decidere come muoversi...
I diversi interventi dei presenti si sono inseriti continuamente nella
discussione, anche con interruzioni, rendendola molto vivace per l'urgenza di
aggiungere la propria critica al governo, a cominciare dalle “piccole” cose:
dal problema dell'immondizia (un problema enorme in questo momento a Bagheria)
o quello degli stipendi dei politici che devono portare alla massima
indignazione; alla critica al sindacato confederale che da anni dice agli
operai di “stare buoni” addormentando le coscienze, che dicono di voler fare e
non fanno mai niente; siamo noi che facciamo paura quando ci organizziamo, ha
detto una lavoratrice, anche se i lavoratori devono sbattere la testa al muro
tante volte prima di capire... lo sciopero va bene ma uno non basta ci vuole
quello vero che blocca tutto...
una compagna interviene sulla necessità di una visione larga, a livello
globale, perché se è giusta la domanda, “davanti a tutto questo la gente
dorme?”, in Italia uno si chiede come mai non c'è ribellione? Davanti alla
spending review, cig, mobilità, agli attacchi al pubblico impiego; la risposta
è che le masse si muovono e basta guardare alle lotte che ci sono ma a macchia
di leopardo... Basiano... No tav... lotte contro il governo, certo i sindacati
confederali, cisl e uil apetamente ormai padronali, la cgil totalmente
frenante, dopo lìapprovazione della riforma fornero non ha indetto alcun
sciopero generale, vi è poi la repressione da un lato messa in atto da chi sta
al potere per conto dei padroni e delle banche e ancora gli ammortizzatori
sociali da un lato.... ; ma non solo a livello nazionale ma anche a livello a
livello internazionale bisogna guardare perchè nel modo le masse si muovono e
lottano seppur in diverse forme, guardiamo alle guerre popolari, l'india in
particolare, le lotte di resistenza vedi la Palestina ...
ciò che manca è la guida organica di vero un partito della classe del
proletariato, di un un sindacato della classe che sappiano guidare queste
lotte...
Un compagno ha aggiunto altri due elementi alla discussione: quello sulla
Siria, presente nel giornale, e le varie posizioni che si leggono in giro, e
quello, che non è presente nel giornale ma di cui si è occupato la redazione
locale di proletari comunisti, che riguarda il corteo del gaypride a Palermo.
Attorno alla Siria c'è un dibattito; è stato ribadito che per noi il sostegno
va alle masse popolari e non ai diversi paesi imperialisti che ci vogliono
mettere le mani sopra né al regime di Assad, e i proletari del nostro paese
devono interessarsi di questa guerra anche perché quando i paesi imperialisti
come l'Italia intervengono non si fanno solo morti ma i costi vengono scaricati
sulle masse nel paese.
La Siria è certo al centro dell'attenzione di chi l'attacca, gli Stati Uniti
anche attraverso la Cia e la Turchia paese della NATO, ma la Siria non è un
paese antimperialista come alcuni vogliono lasciar intendere.
Sulla polemica nata a Palermo sul Gaypride abbiamo scritto sul blog, a cui
rimandiamo per la lettura, ma è intervento uno dei giovani compagni
(fuoriuscito da Rifondazione...) ribadendo le posizioni tenute in questa
polemica e gli attacchi subiti da diverse parti.
Alcuni interventi si sono soffermati sulla giustizia ingiusta a cominciare
dalla sentenza del G8 2001 contro i vertici della polizia; sulla repressione
che i vari modi si abbatte su chiunque provi a muoversi per difendere i propri
diritti.
Un'altra discussione accesa è stata quella attorno alla funzione delle
elezioni difesa dall'operaio della Keller. È stato ribadito, tra le tante
argomentazioni, che le elezioni sono innanzi tutto un fine strumento della
borghesia, e nelle mani della borghesia che continuano ad usarlo per dare
l'illusione, pericolosissima per i proletari, della “partecipazione”...
La riunione si è conclusa con un appello: davanti alla necessità di una
corretta analisi di ciò che sta succedendo non dobbiamo e non possiamo essere
superficiali: come circolo utilizziamo il metodo dell'analisi e della lotta,
combiniamo costantemente le due cose perché l'una senza l'altra non ha senso e
in questo ci guida la concezione materialistica; appello allo studio e alla
lotta per il rafforzamento del circolo stesso come unico punto di riferimento
politico per i proletari e le masse ribelli.
Questi brevi appunti non esauriscono certo la ricchezza della discussione
aperta, possono essere ampliati con l'intervento di altri compagni...
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