sabato 21 luglio 2012

pc 21 luglio - ILVA TARANTO: AGLI OPERAI CHE VOGLIONO PENSARE CON LA PROPRIA TESTA


"Alcuni capi avrebbero invitato i lavoratori a non abbandonare i propri posti e a presidiare gli impianti dello stabilimento siderurgico - Tam-tam di sms allarma l'Ilva "attenti, arrivano i carabineri". Ore di tensione tra gli operai, si pensava che il sequestro dovesse avvenire ieri" - Dalla Gazzetta del mezzogiorno del 21.6

 Comunicato 3

Sottrarsi e contrastare la guerra che Ilva e capi stanno portando avanti. Stanno facendo dell’allarmismo psicologico per portare gli operai a farsi difensori di padron Riva, a farsi pecore.
Quando ancora nulla è stato fatto dalla magistratura, sono azienda e capi che si stanno “tirando dietro” sequestri e provvedimenti, per avere una preventiva assoluta attitudine servile degli operai.
Tra un po’ saranno gli operai ad essere “sequestrati” in fabbrica per “presidiare gli impianti e non mollare la guardia” – come dicevano giovedì notte gli sms dei capi mandati agli operai.
In nessuna altra fabbrica, anche di fronte a situazioni di questo tipo, è accaduto questo.

Occorre chiedersi a chi serve questa guerra allarmista. Sta di fatto che ora già Riva ha incassato il sostegno e la comprensione di tutte le istituzioni politiche locali, dei politici e parlamentari jonici, dei sindacati confederali e dello stesso governo; sta scaricando i costi delle bonifiche parziali e insufficienti -300 milioni di euro quasi già stanziati – a cui padron Riva doveva partecipare per i danni fatti, almeno quelli durante la sua gestione all’ambiente, e alle persone, prima di tutto alla salute e alla vita degli operai. I Riva da essere indagati, e già condannati per altri processi, cercano di passare ora per vittime. Ormai tutti parlano dell’Ilva come se fosse un’Istituzione, in cui tutti sono uniti negli stessi interessi, non ci sono responsabili di ciò che accade dentro, ecc.
Tutto questo clima a favore dei padroni dell'Ilva verrà sicuramente usato molto presto da Riva quando dovrà mettere nuovamente gli operai in cassintegrazione (e non per i sequestri della magistratura, ma per lo scaricamento della crisi economica finanziaria provocata da banche e padroni sulla pelle degli operai), e quando tornerà a parlare per le stesse ragioni di esuberi (e anche qui non c'entrano nulla gli eventuali provvedimenti del Giudice).
Gli operai in tutto questo rischiano di uscire “cornuti e mazziati”.

Il vero problema che hanno gli operai dell'ilva in questo momento è che sono senza organizzazione sindacale di classe, senza un vero sindacato nelle mani degli operai e questo li rende alla mercè del padrone e incapaci di difender i loro interessi reali come lavoratori.. Questa “guerra provocata” sta facendo ribaltare gli schieramenti normali: gli operai invece di unirsi agli altri operai, proletari, giovani, gente dei quartieri martoriati – spesso loro stessi familiari; si vogliono far unire come pecore al padrone attraverso l'uso dei capi e di settori di operai asserviti e coccolati dall'azienda. Questa è una logica dei tempi dello Stato corporativo fascista che si vuole ricostruire e da cui sempre gli operai hanno avuto batoste.
Più si indeboliscono come forza di classe autonoma dagli interessi padronali, dalle logiche istituzioni, dalla politica ufficiale divenuta un mercato, e più non riusciranno a difendere né posto di lavoro, né salario, né diritti e neanche quella cosa che dovrebbe essere importante per tutti, la dignità!
Gli operai oggi sono in mezzo, tra un “sindacato” del padrone, organizzato dal padrone con i suoi capi, e i sindacati ufficiali che proprio perché sono collaborativi e innocui oggi sono come parte della direzione aziendale e partecipi in questa veste ai Tavoli, e utilizzati dal nuovo presidente l'ex Prefetto Marco Ferrante.
Senza un loro sindacato di classe – che all'Ilva di Taranto non può che essere, come sappiamo bene tutti, lo Slai cobas già presente in fabbrica in costruzione, attivo nonostante che l'azienda non lo vuole riconoscere e i sindacati confederali gli fanno ostracismo e guerra – gli operai non possono far pesare il loro punto di vista, i loro effettivi interessi e condurre questa “guerra”.
Questo il vero problema a cui senza perdere tempo gli operai più coscienti devono mettere il loro impegno, le loro forze, le loro teste. Perchè dovremmo avere paura? Si può vivere sempre con la paura e la testa abbassata ?
Non abbiamo da perdere che le nostre catene e un mondo da conquistare per noi e i nostri figli !

In concreto
Lo Slai cobas per il sindacato di classe dice chiaro che I POSTI DI LAVORO NON SI TOCCANO!, che neanche mezzo posto di lavoro deve essere messo in discussione.
Questo è possibile anche a fronte di eventuali provvedimenti della magistratura. Chi l’ha detto che una fabbrica siderurgica per andare avanti deve per forza far ammalare e far morire, o se deve rispettare la salute e l’ambiente deve chiudere?
Se alcuni impianti vengono chiusi, se la produzione ne viene rallentata, gli operai non devono essere mandati a casa ma devono essere impiegati – loro che la fabbrica la conoscono – a fare quelle opere di ristrutturazione, di risanamento ambientale della fabbrica, di riorganizzazione degli impianti che possono abbattere le sostanze pericolose e inquinanti e salvaguardare il lavoro. Non c’è una impossibilità oggettiva, c’è una logica capitalista, di cui sempre Riva è stato ed è uno dei principali esponenti, che vuole tagliare i costi di produzione, che vuole comunque fare profitti, una logica per cui ogni investimento che non procuri immediato utile non va fatto – la copertura dei parchi minerali per esempio non ha altra motivazione che quella che “servono troppi soldi…”.
E’ chiaro che il capitalista Riva ogni soldo (per lui “improduttivo”) che è costretto ad uscire, lo vuole poi far pagare agli operai. Ma questa è la lotta di classe. Il problema è sempre: il padrone fa il suo interesse e gli operai che fanno?

SPETTA ORA AGLI OPERAI ALZARE LA TESTA!
NOI DELLO SLAI COBAS per il sindacato di classe per questo SIAMO PRONTI!

Slai COBAS ILVA per il sindacato di classe
via Rintone, 22 TA – cobasta@libero.it
3475301704 – T/F 0994792086


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