Si Tav. I senza vergogna del Pd
da contropiano
Nella vita molto deve esser dimenticato, è vero. Ma
ci sono limiti a tutto. Boccuzzi ed Esposito (entrambi del Pd) non lo
sanno.
Boccuzzi è diventato parlamentare del Pd perché sopravvissuto al rogo della ThyssenKrupp, a Torino. Era un iscritto alla Uil (ci sarà un perché) in una fabbrica dove si lavorava consapevolmente "in deroga" alle misure di sicurezza, accettando il rischio in cambio di salari più alti prima che lo stabilimento chiudesse. Com'era già stato annunciato dall'azienda. Non proprio una pagina gloriosa per il movimento operaio italiano, ma tant'è.
Da parlamentare Boccuzzi si è dimostrato un fan sfegatato dell'alta velocità in Val Susa (ci sarà un perché) e nemmeno il fatto che la Francia ci stia "riflettendo" sopra, invece di far avanzare i lavori, riesce a fargli balenare il sospetto di essere ancora una volta dalla parte sbagliata della Storia.
Ci sarà un perché.
Boccuzzi è diventato parlamentare del Pd perché sopravvissuto al rogo della ThyssenKrupp, a Torino. Era un iscritto alla Uil (ci sarà un perché) in una fabbrica dove si lavorava consapevolmente "in deroga" alle misure di sicurezza, accettando il rischio in cambio di salari più alti prima che lo stabilimento chiudesse. Com'era già stato annunciato dall'azienda. Non proprio una pagina gloriosa per il movimento operaio italiano, ma tant'è.
Da parlamentare Boccuzzi si è dimostrato un fan sfegatato dell'alta velocità in Val Susa (ci sarà un perché) e nemmeno il fatto che la Francia ci stia "riflettendo" sopra, invece di far avanzare i lavori, riesce a fargli balenare il sospetto di essere ancora una volta dalla parte sbagliata della Storia.
Ci sarà un perché.
Mauro Ravarino
«C'è chi tira pietre e sfascia il Paese. Noi stiamo con chi lavora». Sei metri per tre per un manifesto senza misure. Lo firmano gli onorevoli Stefano Esposito (Pd), sostenitore indomito dell'alta velocità Torino-Lione, Antonio Boccuzzi (Pd) e Giacomo Portas (Moderati). In primo piano, un operaio solo e impaurito nel cantiere di Chiomonte, oltre le reti i cattivissimi No Tav pronti forse a lapidarlo. È la campagna di propaganda «Sì Tav» che sta facendo il giro della rete e dei muri di Torino, sollevando aspre polemiche ma anche risposte ironiche e parodie sul web. In una, per esempio, sotto lo stesso slogan sono fotografati a tirar pietre agenti dal casco blu.
Esposito non è nuovo a iniziative simili, solo pochi mesi fa aveva tappezzato la città con manifesti che promuovevano il suo libro «Tav Sì», scritto con Paolo Foietta. È stato lo stesso parlamentare a dare la notizia delle dimissioni di Rainer Masera da presidente della Commissione Intergovernativa italo-francese sulla Tav e a suggerire al ministro dello Sviluppo e delle Infrastrutture Corrado Passera il successore, Mario Virano, presidente dell'Osservatorio, a capo della delegazione italiana in seno alla Commissione intergovernativa per la Tav.
Questa mattina al Palagiustizia di Torino il gup Edmondo Pio pronuncerà, molto probabilmente, il rinvio a giudizio per i 45 No Tav, indagati per i fatti della scorsa estate. Il processo dovrebbe iniziare in autunno. Assolti, invece, - ed è una buona notizia per la Val di Susa - gli amministratori Mauro Russo, sindaco di Chianocco (perché il fatto non sussiste), Simona Pognant, ex sindaca di Borgone (assolta per non aver commesso il fatto); erano stati accusati di violenze verso i poliziotti il 6 dicembre 2005. Continua, infine, il campeggio No Tav a Chiomonte, sabato passeggiata notturna al cantiere.
da "il manifesto"
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