FUORI I
FASCISTI DA FIRENZE!
Il 17 dicembre, se pur con l’amarezza e la rabbia per l'uccisione di Samb Modou e Diop Mor,
è stata per Firenze una giornata indubbiamente importante.
Più di 20mila persone hanno sfilato in corteo da Piazza Dalmazia al centro di Firenze mostrando la propria solidarietà alla Comunità Senegalese e ai familiari delle vittime della violenza fascista.
Ma se la presenza dei fascisti nella nostra città si è concretizzata in un modo così drammatico è anche importante sottolineare come proprio i fascisti rappresentano per molti un problema che non nasceva certo quel giorno: altre volte in passato hanno aggredito immigrati, ma lo hanno fatto anche ai danni degli studenti durante le occupazioni e le iniziative nelle scuole e nelle università, lo fanno contro i lavoratori che scioperano o occupano la propria fabbrica per salvare il
proprio posto di lavoro e rivendicare i propri diritti.
Negli ultimi anni i fascisti avevano già ucciso: Davide Cesare, 26enne, ucciso a Milano nella notte tra il 16 e il 17 marzo del 2003, Renato Biagetti, stessa età, ucciso all'alba del 27 agosto del 2006
all'uscita da una festa a vicino Roma, Nicola Tommasoli, 29enne, ucciso a Verona il 5 maggio 2008. Uccisi perché ANTIFASCISTI. Il 17 dicembre all’interno del corteo non si contavano gli striscioni, i cartelli e gli slogan contro il razzismo, contro il fascismo e per la CHIUSURA di Casa Pound e degli spazi all’interno dei quali i fascisti si ritrovano e si organizzano.
Oggi però è lecito chiedersi cosa sia realmente cambiato e domandarsi come fare in modo che quello slogan non rimanga tale ma riempirlo di contenuti e tradurlo nella pratica.
Per quanto ci riguarda chiudere le sedi dei fascisti vuol dire non concedere loro alcuno spazio di agibilità politica ed escluderli da qualsiasi tipo di iniziativa o dibattito che per loro rappresentano sempre una vetrina dove far propaganda delle proprie idee e aprire invece questi spazi a chi è portatore dei valori dell’antifascismo e in questa direzione vuole proseguire il proprio lavoro anche in termini culturali.
CHIUDERE le sedi fasciste vuol dire quindi creare in città e attorno alle sedi stesse un clima tale che spinga anche quei pochi che oggi le frequentano a non andarci più e fare in modo che le iniziative che i fascisti organizzano vadano deserte.
In questi anni la Firenze Antifascista non è stata certo a guardare: proprio a Firenze infatti, il 9 Febbraio si terrà l'udienza di primo grado contro alcuni compagni che nel maggio del 2009 furono fermati in Via della Scala dalla polizia e accusati di voler impedire ad una squadraccia di fascisti di scorrazzare indisturbati per la città, armati di spranghe e manganelli, pronti a consumare l'ennesima vigliacca aggressione nel centro di Firenze dopo che già avevano spaccato la testa ad un ragazzo che usciva dal concerto della Banda Bassotti.
Ai compagni che andranno a processo il 9 Febbraio e a tutti coloro che ancora pagano la propria opposizione al fascismo con perquisizioni, arresti e denunce porteremo la nostra solidarietà così come l'abbiamo portata in piazza il 17 Dicembre alla Comunità Senegalese, una solidarietà che, sappiamo bene, non possiamo aspettarci dalle istituzioni che da sempre finanziano e favoriscono i gruppi di estrema destra e condannano chi, chiaramente, combatte la violenza fascista.
Abbiamo visto poi come Questura e Prefettura si dimostrano efficienti nel condannare antifascisti e immigrati, mentre quando si tratta dei fascisti questi possono fare parate di revisionismo e mistificazione della storia, inneggiando ai franchi tiratori e ai repubblichini, come la destra fiorentina si appresta a fare il 4 febbraio, giorno di un'infame manifestazione in ricordo delle foibe,
ennesima vetrina di mera propaganda fascista.
Manifestazione organizzata da quegli stessi gruppi, Casapound, Casaggi e quant'altro, che continuano a diffondere l'odio razzista nelle nostre città.
Per non dimenticare Samb Modou e Diop Mor e tutte le vittime della violenza fascista.
Firenze
Antifascista
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