lunedì 18 luglio 2011

pc 18 luglio - la Tunisia torna in fiamme, a Sidi Bouzid un ragazzino ucciso

TUNISIA - La protesta incendia Sidi Bouzid
ragazzino ucciso da pallottola vagante
I timori di un rinvio delle elezioni, fissate per il 23 ottobre, spinge la gente a tornare in piazza. Violenti scontri nella notte nella cittadina dove ebbe inizio la "rivoluzione dei gelsomini". Il capo della polizia: "Il ragazzo colpito di rimbalzo da un proiettile. Abbiamo sparato per rispondere al lancio di bottiglie incendiarie"
TUNISI - Un ragazzo di 14 anni è morto la scorsa notte nel corso di scontri violentissimi tra manifestanti e polizia a Sidi Bouzid, la città dove il 17 dicembre scorso 1 un giovane commerciante ambulante, Mohammed Bouazizi, si diede fuoco dando inizio alla "rivoluzione dei gelsomini" che ha portato alla caduta del presidente Ben Ali 2, al potere da 23 anni 3 e condannato in contumacia a 35 anni di carcere 4.

Il ragazzo si chiamava Thabet Belkacem e, secondo quanto riferisce il capo della polizia della città all'agenzia tunisina Tap, sarebbe stato ucciso da un proiettile vagante. Secondo fonti sanitarie citate dall'agenzia France Presse, il ragazzo è spirato nell'ospedale di Sidi Bouzid. Il suo corpo è stato portato nell'istituto di medicina legale dell'ospedale di Sfax, dove sarà eseguita l'autopsia. Altre due persone sono rimaste seriamente ferite. Una, in gravi condizioni, è stata trasferita dall'ospedale di Sidi Bouzid a quello di Sfax.

Stando a quanto riferito dalla Tap, la polizia ha aperto il fuoco rispondendo al lancio di bottiglie incendiarie contro alcuni agenti. Gli scontri sono andati avanti
per quasi tutta la notte e nove dimostranti sono stati arrestati.

Come detto, fu proprio a Sidi Bouzid che ebbe inizio la "rivoluzione dei gelosomini", con il gesto disperato di Mohammed Bouazizi, giovane laureato senza lavoro datosi fuoco per protestare contro la revoca della sua licenza da ambulante e per denunciare la miseria dilagante nel Paese maghrebino. Sette mesi dopo, nonostante la caduta del regime di Ben Ali, la gente torna a protestare nelle piazze.

Il timore, espresso anche da Maya Jribi, segretario generale del Partito democratico progressista tunisino è che possano essere rinviate le elezioni, fissate per il 23 ottobre: "La rivoluzione dei gelsomini ha realizzato i sogni di libertà e di cambiamento del popolo tunisino. La rivoluzione ha dimostrato al popolo che quel sogno poteva essere realizzato. Ora, per raggiungere il nostro obiettivo fino in fondo, non ci resta che andare alle elezioni".

La leader politica ritiene legittimi i timori di chi teme che ci possa essere un rinvio delle elezioni, "ma noi siamo ottimisti - afferma - perché crediamo che un popolo in grado di far cadere un dittatore sia in grado anche di superare queste difficoltà". "Purtroppo di recente c'è chi ha chiesto il rinvio delle elezioni - spiega ancora la Jribi - Si tratta di persone che non vogliono andare al voto e pongono degli ostacoli spingendo le istituzioni del paese a scontrarsi". A proposito dell'operato

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