Dal resoconto del presidio al processo Sata di Melfi: "...E' comune la denuncia della firma della Camusso sull'accordo... Ma tuttora si sottovaluta il peso di questi fatti sulla dinamica dello scontro sindacale e in particolare sulle iniziative Fiom, si sottovaluta che la firma dell'accordo e la volontà della Camusso di perseguire questa linea peserà eccome sul prossimo processo della Fiom a Torino, e che quindi occorrerebbe perseguire non solo la strada dei ricorsi legali (come purtroppo anche Melfi poche ore dopo dimostrava...".
Avevamo scritto giusto. La sentenza di Torino è una sentenza scritta a due mani, Marchionne e Camusso: Sì all'accordo Pomigliano ma con la Fiom dentro forzosamente costretta ad accettare le regole del gioco del nuovo patto neo corporativo.
Ma, per cortesia!, risparmiateci la solfa di "sentenza a due facce", di "bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto", di "mezze vittorie", ecc.
Stato, padroni, governo, sindacati confederali con la Cgil della Camusso come anello decisivo, marciano per la loro strada, coniugando il ricatto permanente - Marchionne già rilancia: "vedremo se ci sono le condizioni, intanto congeliamo gli investimenti per vedere se ci sono le condizioni per la loro praticabilità" - con la pratica agente dell'accordo in tutti gli stabilimenti, nelle nuove Newco in formazione come negli stabilimenti ancora operanti, dove le questioni centrali sono: più lavoro meno salario, più comando meno diritti, più repressione meno scioperi, con la sentenza di Melfi a fare da riferimento.
Non è nella aule dei Tribunali che si può vincere la partita ma con la lotta di classe, con il sindacato di classe, con l'autonomia di classe, che significa partito come reparto d'avanguardia della classe.
Proletari comunisti
17.7.11
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