Fiat in aula: "Senza Pomigliano
l'industria dell'auto non ha futuro"Duro botta e riposta tra i legali di Fiat e Fiom in tribunale dove è ripreso stamani il processo la newco della casa automobilistica nello stabilimento campano. Fiom: "La creazione della newco di Pomigliano è stata architettata dalla Fiat con il solo scopo di fare fuori il sindacato più scomodo". Attesa in giornata la sentenza Maurizio Landini e Giorgio Airaudo in tribunale
"Non c'è nessun tentativo di escludere la Fiom, ma la competizione richiede nuove regole, ne va del futuro dell'auto e forse dell'economia nazionale". La Fiat replica così, attraverso l'avvocato Raffaele De Luca Tamajo alle considerazioni della Fiom sulla nascita di Fabbrica Italia Pomigliano, che viola secondo i suoi legali l'articolo 2112 sul trasferimento d'azienda e si concretizza in attività antisindacale. Secondo Nanni Alleva, legale della Fiom-Cgil, "la creazione della Fip, la newco di Pomigliano d'Arco è stata architettata dalla Fiat con il solo scopo di fare fuori il sindacato più scomodo". Seduto di fianco al segretario nazionale Maurizio Landini, il legale ha chiuso il suo intervento con la battuta "è stato fatto tutto per non avere rapporti con il signore seduto alla mia sinistra. Era talmente chiaro che lo gridavano anche le pietre".
La Fiat risponde portando nell'aula del tribunale di Torino, di fronte al giudice Vincenzo Ciocchetti, dove si sta celebrando il processo, l'accordo interconfederale del 28 giugno scorso. L'udienza, a cui partecipa il leader della Fiom Maurizio Landini, i segretari nazionali di Uilm, Eros Panicali, Fim, Bruno Vitali e il numero uno della Fismic Roberto Di Maulo, sembra così uscire improvvisamente dai contorni strettamente giuridici di Pomigliano, per calarsi nei cambiamenti introdotti nel clima sindacale dall'intesa con Confindustria. Un accordo che la Fiat sembrava aver accolto con una certa freddezza, ma che ora, chiedendone anche l'acquisizione agli atti del processo, tenta di utilizzarne tutta la forza politica, persino le divisioni tra Cgil e Fiom.
"Un accordo firmato anche dalla Cgil - sottolinea De Luca Tamajo - e che prevede che quando un'intesa viene firmata dai sindacati che rappresentano la maggioranza dei lavoratori vincola tutte le organizzazioni". "Stiamo discutendo del futuro dell'industria automobilistica italiana, se non del futuro dell'economia italiana - ha detto in conclusione - senza quelle poche regole modificative (dell'accordo di pomigliano, ndr) , e senza quei numeri di produzione (riferiti alla possibilità garantita per produrre 280mila nuove Panda), non c'è storia, non c'è futuro".
L'applicazione del contratto collettivo nazionale di lavoro dei metalmeccanici per i lavoratori di Pomigliano o almeno per coloro che sono iscritti alla Fiom-Cgil: è la richiesta che era stata formulata in apertura della seconda udienza contro la newco costituita dalla Fiat, da Elena Poli, legale della Fiom. "Riteniamo - ha specificato il legale - che si tratti di un diritto. Era già pacifico fino a dicembre 2009, ben prima della costituzione della nuova società, che il progetto della Fiat prevedesse la realizzazione della nuova Panda in capo alla Fga a Pomigliano, ma soprattutto la realizzazione di nuovi impianti per la produzione di quella vettura ma tali da poter essere utilizzati per la produzione altri vari modelli".
L'esito del ricorso presentato dalla Fiom-Cgil contro Fabbrica Italia Pomigliano, la newco costituita dalla Fiat per lo stabilimento campano, dovrebbe arrivare in giornata. I legali della Fiom-Cgil hanno respinto qualsiasi ipotesi di conciliazione con il gruppo automobilistico. La richiesta era arrivata dal giudice Vincenzo Ciocchetti, che sta presiedendo l'udienza in corso a Torino. I rappresentanti delle altre sigle sindacali, invece, hanno sollevato questioni di incompetenza territoriale.
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