Gioco, droga e internet
per gli operai del polo
dell'auto di Melfi
MELFI - Droghe sintetiche, gioco d’azzardo, internet: l’ombra delle dipendenze «tradizionali» e moderne si affaccia sul polo dell’automobile di Melfi. In base ad una ricerca condotta dal progetto Euridice, nato nel 1988 con un accordo tra le parti sociali con l’obiettivo di un intervento a lungo termine sulle dipendenze, sul distretto industriale di Melfi, l’otto per cento degli operai del polo dell’auto dichiara apertamente di fare uso di ecstasy, l’undici per cento ritiene di poter risolvere i propri problemi economici grazie al gioco d’azzardo, mentre l’otto per cento trascorre più di 10 ore in rete dopo l’orario di lavoro, senza nessuno scopo particolare. In entrambi i casi, secondo gli esperti, si tratta dell’anticamera della dipendenza vera e propria.
Questi dati sono stati illustrati ieri mattina nel corso di un workshop sul tema «L’impresa di fronte alle dipendenze da e senza sostanze, quale strategia di intervento, che si è tenuto ieri mattina a Potenza, nella sala A del Consiglio regionale. Pietro Fundone, responsabile del Sert di Melfi e coordinatore recgionale del progetto e Giuseppe De Luca, responsabile del progetto Euridice, hanno illustrato le dimensioni del fenomeno e le sue implicazioni sociali e lavorative. Oltre a determinare l’esclusione sociale del soggetto (riduzione della solidarietà, della cooperazione e del reciproco aiuto tra i lavoratori), è stato sottolineato nel corso del workshop, le dipendenze producono perdita di giornate lavorative, aumento di infortuni e di assenteismo, richiesta di trattamenti riabilitativi.
Ma come si presenta la situazione a Melfi rispetto al resto d’Italia? In base ai dati illustrati durante il workshop, per quanto riguarda il consumo di ecstasy la situazione è quasi identica (8,3% contro l’8%), mentre per quanto riguarda la percezione della sua estensione i dati sono molto diversi. Quasi la metà di chi ha compilato il questionario a Melfi (42%) dichiara che il consumo di ecstasy è esteso nel distretto industriale rispetto al 17% di quello nazionale. Il 40 per cento degli intervistati ha preferito non rispondere alla domanda. È più alto anche il rischio gioco d'azzardo (11% a Melfi,9,7% a livelo nazionale). Per quanto riguarda le richieste di aiuto, il gruppo di Melfi tende a rivolgersi di più agli specialisti e meno ad internet rispetto al gruppo nazionale, ma il dato negativo è che la maggior parte degli intervistati non ha ancora le idee chiare sulle possibilità di aiuto in caso di dipendenza.
Di fronte a tutto questo il progetto Euridice, attivo a Melfi fin dal 2002, interviene attraverso attività di informazione e formazione (diretta o attraverso i sindacati), anche telematica. «L’efficacia culturale del progetto - ha sottolineato Giuseppe De Luca - è testimoniata dal fatto che l’incidenza di assenze per incidenti si riduce dal due al cinque per cento».
Sul fronte delle aziende, poi, è stato sottolineato un cambiamento in positivo dall’avvio del progetto ad oggi: «C'è stato - ha detto De Luca - un cambiamnento culturale da parte del management delle imprese: si è passati da una fase in cui si cercava di rimuovere il problema della droga sul lavoro, ad una fase in cui c'è consapevolezza dell'esistenza di questo fenomeno abbinato ad altri fenomeni emergenti come gioco d'azzardo e dipendenza da internet, ad una fase in cui è necessario dotarsi di politiche attive di prevenzione. Il progetto Eurridice ha avuto finora un ruolo strategico rilevante per raggiungere questo risultato. Basta ricordare l'euroconfrenza tenutasi a Melfi nel 2005 su queste problermatiche».
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