giovedì 14 luglio 2011

pc 14 luglio - Omicidio di Aziz: il carabiniere non impugnava un’arma di ordinanza

Il GIP Bianchi non archivia il caso Aziz Amiri: prorogate le indagini di ulteriori 6 mesi.


Il giudice per le indagini preliminari Bianca Maria Bianchi dichiara che la richiesta di archiviazione per il caso di Aziz Amiri, avanzata dal Pm Maria Mocciaro, non può condividersi. La richiesta era basata sul fatto che secondo la Pm la ricostruzione dei militari era compatibile con i rilievi dei tecnici, e che quindi lo sparo fu una fatalità non causata dalla volontà o dalla negligenza dell’agente coinvolto e neppure da un eccesso colposo di legittima difesa.
Per il giudice Bianchi le incongruenze, segnalate dalla difesa della famiglia Amiri, necessitano di ulteriori accertamenti. Non convince il giudice nemmeno la dinamica della colluttazione che ha portato alla morte di Aziz. La posizione del carabiniere che teneva una mano sul suolo al momento dello sparo è infatti incompatibile con la traiettoria del colpo che, secondo i RIS sarebbe partito all’intreno dell’abitacolo, dall’altezza dello specchietto retrovisore. Il GIP ritiene necessario riconvocare i testimoni oculari.
La PM Mocciaro, che ha chiesto l’archiviazione, qualificava le indagini come approfondite e basate certamente su elementi concreti, il GIP deve essere stato di altro avviso se ha ordinato una proroga di 6 mesi palesando la necessità di ulteriori approfondimenti.


Aziz Amiri era un ragazzo di 18 anni e proveniva da Ben Oualik, Marocco. Come molti suoi coetanei si era trasferito all’estero in cerca di un futuro. A Bergamo da soli 43 giorni, Aziz parlava poche parole di italiano. La sera del 6 febbraio 2010 un colpo di pistola sparato dall’arma di un carabiniere lo uccide.

Per la prima volta Mohamed Amiri, il fratello di Aziz che vive in Italia da 20 anni, prende la parola al microfono di BgReport. Chiede che sia fatta luce su alcuni aspetti oscuri della vicenda ed esprime la volontà di capire come sia possibile che il fratello sia stato ucciso mentre si trovava seduto, disarmato, sul lato passeggero di un’auto e come poi il conducente sia riuscito a fuggire indisturbato.

Mohamed Amiri chiede che l’inchiesta non venga archiviata, perchè così si impedirebbe di chiarire ciò che è avvenuto quella sera.








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