Fiat, aspettando la sentenza
il sindacato si divide ancoraTra una settimana il verdetto del ricorso Fiom su Pomigliano. Il leader Airaudo teme ritorsioni da parte del Lingotto se perde la causa. Fim, Uilm e Fismic ricordano che in palio c'è il progetto Fabbrica Italia
Il futuro degli investimenti Fiat previsti dal piano Fabbrica Italia, a partire da quelli per Mirafiori e Grugliasco, è appeso all'esito del ricorso Fiom contro la newco di Pomigliano. A lanciare l'allarme, a una settimana dalla sentenza attesa per sabato prossimo, 16 luglio, sono Fim, Uilm, Fismic e Ugl, mentre la Fiom afferma: "Sarebbe gravissimo se la Fiat legasse gli investimenti alla condizione che si facciano leggi ad aziendam. Dopo aver detto che non si chiede nulla al Paese, si pretenderebbe molto più che dei soldi: cambiare il diritto".
La decisione del giudice Vincenzo Ciocchetti potrebbe avere conseguenze sulle prossime mosse dell'amministratore delegato del Lingotto, Sergio Marchionne, che il 25 e 26 luglio ha convocato in Brasile i cda di Industrial e Spa sui conti del secondo trimestre 2011. D'altra parte neanche l'accordo su contratti e rappresentanza raggiunta da Confindustria e sindacati confederali offre una soluzione ai problemi posti dalla Fiat. L'intesa del 28 giugno non prevede, infatti, la retroattività e non è quindi estendibile agli accordi di Pomigliano e Mirafiori. Si è detto che la soluzione potrebbe arrivare da un mini-intervento legislativo, ma il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi ha già chiarito che a chiederlo devono essere le parti sociali, mentre Cisl e Uil hanno più volte ribadito la loro contrarietà a 'invasioni di campo' in materia contrattuale. La questione della possibile uscita della Fiat dal sistema confindustriale resta quindi aperta.
"Se il giudice - dice Giorgio Airaudo, responsabile Auto della Fiom - dirà che ha violato la legge, la Fiat per quanto sempre meno italiana, dovrà rispettarla. Non ci può essere un'extraterritorialità giuridica, non si possono applicare le leggi Usa in Europa. Spero che non ci sia nessuna ritorsione o rappresaglia perchè sarebbero un danno verso il Paese".
Contro la Fiom ci sono gli altri sindacati: Fim, Uilm e Ugl hanno depositato memorie in tribunale per ribadire le ragioni dell'accordo di Pomigliano, la Fismic si è costituita in giudizio. "La Fiom dovrebbe augurarsi che il suo ricorso venga respinto perchè così non verranno messi in discussione gli investimenti della Fiat", sostiene il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella, mentre per Bruno Vitali, responsabile Auto della Fim, "se il giudice dovesse darle ragione, la Fiom vincerebbe una causa contro i lavoratori di Pomigliano". "La posta in palio è Fabbrica Italia", afferma Roberto di Maulo, segretario generale Fismic e l'Ugl ribadisce che "difendere l'accordo significa difendere il lavoro
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